Ex terrorista Solimano nominato Assessore al Comune di Livorno


“Siamo all’assassinio della pietà, al sovvertimento dei principi del buon gusto e della decenza. L’Italia istituzionale peggiore continua a mostrare il suo volto e, con pervicace superficialità, a calpestare i doveri di rispetto e di equilibrio che sarebbero dovuti ai propri cittadini, e che imporrebbero di mettere al primo posto i più deboli, i più onesti,………. Non ci sono parole adatte per esprimere l’indignazione che la nomina di Solimano suscita in tutti quegli italiani che si identificano e si stringono alle vittime della barbarie di efferati criminali piuttosto che immolare la dignità loro, e dei loro cari uccisi, sull’altare di una deviata e strumentalizzata idea di reinserimento. Un reinserimento che rappresenta una legittima aspettativa ed esigenza non solo per i delinquenti ma per l’intera società, ma che nulla ha a che vedere con la glorificazione di terroristi ed assassini posti addirittura su importanti piedistalli istituzionali in quello Stato-apparato che hanno odiato e combattuto con tutte le proprie forze”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così l’ufficializzazione prevista per oggi della nomina di Marco Solimano, 60 anni, ex terrorista di Prima Linea, quale Assessore alla Casa e al Sociale della giunta comunale di Livorno guidata da Alessandro Cosimi (Pd).
Solimano, fra gli anni Settanta e Ottanta, con il fratello Nicola ha fatto parte di una delle più sanguinarie organizzazioni terroristiche di estrema sinistra, che fra le sue vittime annovera il Poliziotto Fausto Dionisi, ucciso a Firenze il 20 gennaio 1978, durante un tentativo di evasione dal carcere delle Murate. Al processo di Firenze, che si concluse in appello il 1° febbraio 1985, Marco Solimano fu condannato a 22 anni.
“Il nostro pensiero -aggiunge Maccari- va al collega Dionisi, ma anche e soprattutto ai suoi familiari, prime fra tutte la moglie e la figlia, private violentemente della vita che ogni persona sogna e desidera, e piombate in un
incubo con il quale si può imparare a convivere, ma dal quale non c’è via d’uscita. Ed oggi costrette a subire l’abominio di questa incomprensibile scelta istituzionale”.
“Domenica è stato l’anniversario della morte di Fausto – dice a sua volta Mariella Magi Dionisi, vedova di Dionisi e Presidente dell’Associazione “Memoria” che riunisce parenti di vittime del terrorismo -. Sono passati
trentacinque anni… il pensiero che mi viene è che il ‘fine pena mai’ l’ha avuto solo mio marito. Sono senza parole. Uso quelle che il Presidente Napoletano ha pronunciato incontrando le famiglie delle vittime del terrorismo, e cioè che chi ha preso le armi dovrebbe saper restare un po’ in disparte. Ci vorrebbe decisamente un po’ di buon gusto, perché certe persone hanno avuto molto, hanno avuto una seconda possibilità, hanno ancora la propria vita da vivere. Hanno avuto tutto, gli è stato concesso tutto… Ma nonostante tutto io penso
che le Istituzioni siano più forti di certe cose che fanno venire i brividi. Io credo fortemente nelle Istituzioni, credo in ciò che pensano la maggior parte degli italiani, credo che la verità e noi ce la faremo”.
“Il rispetto per lo Stato che serviamo rimane il faro che guida le nostre azioni – le fa eco Maccari – ma abbiamo perso il conto delle situazioni indegne come quella di Livorno che oltraggiano implacabilmente tante famiglie funestate dal terrorismo e tanti italiani che vivono onestamente, preservando la pace e la sana convivenza civile, e difendendo la vita. E’ innegabile, guardando alle scelte di tante Amministrazioni delle nostre città, che un curriculum da criminali senza alcuno scrupolo pronti ad uccidere, appaia come un sicuro lascia-passare per occupare poltrone di tutto rispetto in questo Paese. Queste forti discrasie fra quanto espresso dalle massime autorità italiane, e la linea seguita da molte altre espressioni istituzionali, fanno però male ai cittadini, fanno male a noi che viviamo per garantire sicurezza e legalità nella convinzione che le regole, i principi e la scala di valori da seguire, debbano essere chiare, cristalline, incontrovertibili, insuperabili e fanno ancora più male a chi di dolore ne ha subito già così tanto da faticare a sopravvivere”.

Coisp

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