Intervista a Marco Marsullo autore di Atletico Minaccia Football Club


Atletico Minaccia Football Calcio

Marco Marsullo, è un giovane “variopinto” e divertente. È uno che ha capito come si sta al  mondo … è così, quel che è,  è quel che fa… Nonostante la giovane età ha al suo attivo due libri,  scritti con l’entusiasmo di chi ha tanto da dire e che, ne sono certa, dirà ancora…

Ciao Marco, perché non ci parli un po’ di te?

“28 anni, giocatore di xbox, difensore centrale a calcio, uno che spera, uno che ascolta, scrivo storie, ascolto la musica di Fito“.

Da quando hai iniziato a scrivere? O meglio da quando hai deciso che “da grande” avresti fatto lo scrittore?

“Ho deciso che avrei fatto lo scrittore per professione da quando ho firmato per Einaudi. Perché per fare qualcosa ”da grande” bisogna che i sogni siano supporti anche dal lato economico, altrimenti non fai un lavoro vero”.

Qual è il libro che ti ha lasciato un segno? E come legge uno scrittore?

“Branchie!” di Niccolò Ammaniti: scrivo perché ho letto quel romanzo. Uno scrittore legge come legge un lettore normale, suppongo. Io leggo tantissimo, le storie degli altri sono la base delle mie storie.

Davanti al foglio bianco, immagini già quello che andrai a scrivere?

Be’, di solito sì. C’è una parte molto forte di pianificazione della storia, da tutti i punti di vista, prima di scriverla. Improvvisare un romanzo è impossibile. Poi, chiaro, qualcosa al momento viene, ma è una parte minima rispetto all’ossatura. Almeno per me”.

Nel nostro paese purtroppo non si legge molto. Internet non migliora questa condizione, l’elettronica (eBook) sta sempre più sostituendo i libri cartacei e il piacere di sfogliarne le pagine. Cosa ne pensi?

“Va bene tutto, purché si legga. Cartaceo, ebook, epub, davvero: leggiamo tutti di più, è fondamentale”.

Che consiglio daresti a una persona che vorrebbe iniziare a scrivere?

“Di leggere tantissimo. E poi di farlo col cuore, con sincerità. Solo così una storia diventa bella e prende quota. Chi legge se ne accorge quando non c’è passione dentro”.

“Atletico Minaccia Football Club” è il tuo secondo libro dopo “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo”. Due titoli emblematici e fuori dagli schemi. Qual è stata l’idea che gli ha dato vita?

“Il primo era un libro di racconti, li ho scritti per gioco, più che altro. Poi me li hanno pubblicati, con mia somma sorpresa. Atletico Minaccia è venuto fuori dalla voglia di raccontare il calcio in un certo modo, perché in Italia manca una corrente narrativa che provi a mitizzare con semplicità il pallone. Io ci ho provato, speriamo di esserci, almeno un po’, riusciti. Gianni Mura su Repubblica ha detto di sì, io … mi sono fatto rosso”.

È stato difficile arrivare alla pubblicazione? E che ci dici di Einaudi?

“Ho spedito il manoscritto e incrociato le dita. Mi hanno richiamato dopo un paio di mesi, quelli di Einaudi. Ho avuto culo, sì. Einaudi è una realtà favolosa, non solo per il marchio e il prestigio, ma proprio per le persone che ci sono dentro. Dei professionisti, ma con un lato umano molto spiccato. Li adoro, spero di restare con loro il più a lungo possibile”.

Ti ha aiutato l’utilizzo dei social network per la promozione del tuo libro? E Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?

“Tanto, mi sono fatto conoscere, soprattutto su facebook, in attesa dell’uscita. E la promozione è parte integrante, ormai, del romanzo. Non ci vedo niente di male, girare per fare le presentazioni è uno dei lati più divertenti di scrivere”.

Ti abbiamo visto in Rai a “Quelli che … il calcio”, raccontaci in poche
battute cosa hai provato a presentare lì il tuo libro.

“Mi sono divertito un sacco, a Quelli che il calcio ci si diverte parecchio.
Spero di andarci sempre”.

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, vuoi dirci ancora qualcosa?

“Voglio dirvi grazie per avermi letto. E, se comprate Atletico Minaccia
Football Club, fatemi sapere. È la cosa più bella per un autore”.

Autore: Elena Simonetti

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