Edoardo Leo ha un bell’aspetto da intellettuale ma ha pure il volto da macho. Attore di cinema, teatro e tv è soprattutto un autore. Si mete a nudo raccontando sopratutto delle sue emozioni per la professione di attore e regista.
Lei è un attore di teatro, cinema e televisione, quale dei tre ruoli è quello in cui si sente più a suo agio?
“Mi muovo tra i tre ruoli in base alla situazione e all’occasione. Resta il fatto che mi sento più a mio agio in palcoscenico che per me è “casa”. Poi l’importante è fare bei progetti a prescindere se vengano da cinema o televisione. Si sceglie il ruolo, il copione, non il mezzo”.
Essendo un attore abbastanza versatile, poiché ricopre ruoli drammatici, o piuttosto quelli della commedia, può spiegarci da dove scaturisce questa sua abilità?
“Non ne ho idea. So che mi annoierei a fare solo l’una o l’altra cosa. Mi piace fare la commedia, sia come regista che come attore e adoro fare ruoli drammatici. Spero di poter continuare a fare tutte e due le cose e a muovermi su più ruoli”.
Ha avuto già tantissime esperienze artistiche, anche se a mio parere, ha l’aria di un ragazzino. Tantissima Tv, da “Un medico in famiglia” a “Il signore della truffa” e “Dov’è mia figlia”. Altrettanti ruoli nel cinema: in “Gente di Roma”, per Scola, in “Ci vediamo a casa”, per Ponzi, in “To Rome with love” per Woody Allen e in “Viva l’Italia”, per Massimiliano Bruno. A chi deve un ringraziamento per averla aiutata a trovare la sua strada, o invece deve tutto a se stesso?
“Domanda difficile. Ho fatto tanta gavetta. Tanti piccoli teatri e piccoli film. Non per presunzione ma tanto di quello che sta succedendo lo devo alla mia forza di volontà, al fare scelte precise, a chiudermi anni e anni a scrivere il mio primo film. So quanto ho faticato e non me lo dimentico. Certo poi ho avuto incontri professionali illuminanti per me. Lavorare con Gigi Proietti, con Ettore Scola, due miei miti. Ma mi devo tanto per abnegazione e sacrificio verso il mio mestiere”.
Nella sua vita, come ho già detto, c’è anche il teatro. Adesso lei è impegnato nella tournée Ti ricordi di me?. Un grande successo con Ambra Angiolini che pare diventerà presto un film. Qual è l’emozione che prova quando si apre il sipario, e cosa vuole trasmettere al di là del copione?
“L’emozione del teatro per me è quella che si prova tornando a casa. Sto bene in teatro e non andrei mai più via. Soprattutto quando, come in questo caso, sto facendo uno spettacolo, come in questo caso, che adoro e che sta regalando a me e ad Ambra tante soddisfazioni in tutta Italia e del quale sto scrivendo la versione cinematografica”.
Cosa l’attrae quando le propongono un progetto artistico?
“Il ruolo prima di tutto. e poi la convinzione del regista vedere che ha un’idea precisa e forte di quello che vuole fare. Allora mi fido e mi affido a lui come vorrei facessero i miei attori quando dirigo io”.
Una sola volta dietro la macchina da presa, con “Diciotto anni dopo”, commedia del 2010 scritta, diretta e interpretata, da lei … ed ha vinto una quarantina di premi in giro per il mondo, oltre ad aver ottenuto una candidatura come miglior regista esordiente ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Ora, ci riprova per la seconda volta con “Buongiorno papà” che sarà nelle sale da marzo 2013. Cosa si aspetta da questo suo secondo figlio e cosa vorrebbe dicesse la critica di Lei?
“Che è un film onesto. Poi potrà piacere o meno ma vorrei si dicesse questo. Ho voluto fare una commedia buffa tenera e mi sembra di esserci riuscito. Però il giudizio che aspetto con più ansia è quello del pubblico. Quello è il vero premio. Ma dovrò aspettare il 14 marzo“.
Ci lasci con un suo pensiero o con una domanda alla quale avrebbe voluto che le facessi.
“E di che parla Buongiorno Papà?” E’ la storia di un 38enne superficiale e “fighetto” che scopre di essere padre di un’adolescente. Una commedia da ridere che onestamente fa anche commuovere.
Autore: Elena Simonetti
Quanto è forte l’ amico mio!!!!!!!!