Domani il ventennale della morte di Cabirio Cautela


Domani, 12 febbraio, ricorreranno i venti anni dalla morte di uno dei Sindaco più amati della storia di San Giorgio a Cremano (Na), Cabirio Mario Cautela. Per onorarlo, la Giunta Comunale, su proposta del sindaco Mimmo Giorgiano, ha approvato l’intitolazione a suo nome di una importante piazza cittadina, oggi chiamata piazza della Pace, nei pressi del Municipio.

“La nostra comunità – spiega Giorgiano – – sarà sempre grata a Cabirio Mario Cautela per l’importante lavoro svolto nei tanti anni di impegno politico a favore, in particolare, dei più umili ed indifesi. L’intitolazione di una piazza con il suo nome vuole rappresentare un perenne omaggio alla sua memoria. Siamo in attesa del via libera della Prefettura per procedere al cambio ufficiale della denominazione, che rappresenterà un tributo doveroso ad un uomo che tanto ha fatto per il territorio sangiorgese”.”

Cabirio Mario Cautela nasce a Melfi il 26 gennaio 1926 e conosce subito una vita a tinte forti. Per alterne vicende familiari, vive gran parte dell’infanzia in una famiglia di agricoltori e conosce direttamente la condizione di estrema povertà dei braccianti del Sud Italia. Dopo aver preso parte alla Seconda Guerra Mondiale, a seguito dell’arruolamento in marina, aderisce al Partito Comunista Italiano data la sua sensibilità per i problemi dei lavoratori e delle categorie disagiate.

Dirige la sezione locale di Melfi e successivamente la Federazione Provinciale del Partito Comunista di Potenza. Si pone alla guida del movimento dei braccianti nella dura lotta per far valere i diritti e l’occupazione delle terre dei latifondisti.

Si trasferisce a San Giorgio a Cremano, dove lavora come maestro, ma non abbandona mai la sua attività nel campo sociale, civile e politico. Nel 1975 viene eletto Consigliere Provinciale, distinguendosi per il forte impegno a favore della comunità di San Giorgio a Cremano. Nel 1976 viene eletto Sindaco e ricopre l’incarico per sette anni. Successivamente viene candidato alla Camera dei Deputati e solo per pochi voti non viene eletto. Durante l’esperienza di Sindaco e di consigliere provinciale è promotore di importanti iniziative che investono direttamente il territorio, tra cui la costruzione di decine di alloggi popolari e l’acquisizione al patrimonio comunale di villa Bruno e villa Vannucchi.

Come amministratore è ricordato con stima e affetto dai cittadini per l’impegno profuso, per l’abnegazione nell’esercizio delle sue funzioni, per le capacità dimostrata, per la grande sensibilità verso le esigenze e bisogni delle categorie più deboli. Le sue convinzioni democratiche, le doti umane ne facevano un punto di riferimento ed un “politico autorevole”. Problemi di salute lo conducono lentamente verso la morte, che giunge il 12 febbraio 1993.

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