Sono circa 15 milioni i ramoscelli di mimose donati in Italia in occasione della Festa della donna nonostante la crisi e il maltempo che ha tagliato del 20 per cento la produzione Made in Italy. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che il tradizionale omaggio del fiore simbolo della festa della donna donato nelle case, nei negozi, nei posti di lavoro e di svago ha anche un importante valore ambientale perché sostiene una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili sopratutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono.
La produzione nel 2013 – sottolinea la Coldiretti – è diminuita di circa il 20% a causa di un andamento climatico anomalo (clima ventoso e secco) nel periodo precedente la fioritura, ma la qualità è eccellente perché le mimose non hanno avuto bisogno di essere conservate in frigorifero. Inoltre per effetto della sua proverbiale delicatezza che non la rende adatta alla conservazione e al trasporto, gli acquisti di mimosa – precisa la Coldiretti – saranno sicuramente Made in Italy. Il prezzo pagato al produttore quest’anno varia dai 6 agli 8 euro al chilo ed è in leggero aumento rispetto allo scorso anno a causa del crollo della produzione mentre al dettaglio i prezzi variano dai 3 ai 12 euro a ramoscello a seconda della ricchezza del fiore e della confezione.
Nell’imperiese, dove si raccoglie il 95 per cento della mimosa venduta in Italia sono coltivati circa 350 ettari da 1600 aziende e tra le specie più importanti ci sono la Tournaire che normalmente fiorisce a gennaio e la Gaulois che fiorisce a febbraio ed e’ quella donata alle donne per l’otto marzo. E’ nel 1946 che la mimosa diviene il simbolo della festa della donna perché sboccia in questo periodo ed assume il significato di autonomia e libertà. Un fiore che dietro una fragilità apparente mostra – continua la Coldiretti – una grande forza con la capacità di crescere anche in terreni difficili.
Per conservare l’omaggio si consiglia di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché – conclude la Coldiretti – la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.
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