Lav, maxi-sequestro di scarpe e stivali con pelli di foca


Non ha precedenti in Europa il maxi-sequestro di scarpe e stivali con pelli di foca, operato in queste ore dal Corpo Forestale dello Stato su segnalazione della LAV: l’azienda di abbigliamento italiana “Creative s.r.l.” (proprietaria del marchio di calzature Hice Shoes), con sede a Civitanova Marche, non solo avrebbe violato il bando comunitario mettendo in commercio scarpe e stivali realizzati con pellicce di foca, ma addirittura avrebbe pubblicizzato la propria attività con false attestazioni circa la provenienza di queste merci come frutto della caccia tradizionale delle popolazioni Inuit in Groenlandia, necessaria al loro sostentamento.

Gli accertamenti del Corpo Forestale dello Stato, così come segnalato dalla LAV e dalla HSI Humane Society International, hanno dimostrato che la Groenlandia non ha alcun ente di certificazione di questa filiera che sia stato riconosciuto dalla Commissione Europea. Di conseguenza gli uomini della Forestale hanno sequestrato tutta la merce reperita presso l’azienda e consistente in: novanta pelli e oltre cento paia di scarpe confezionate con pelli di foca, introdotte irregolarmente sul mercato.
“Una violazione grave, chiediamo sanzioni esemplari – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce – Al Corpo Forestale dello Stato va il nostro plauso per l’innovativa e incisiva azione di contrasto di illeciti penali contro gli animali e per questa operazione, unica In Europa, che ha per oggetto il commercio di prodotti di foca. Le rigide sanzioni vigenti (L.189/04 articolo 2) prevedono l’arresto  da  tre  mesi  a  un  anno o l’ammenda da 5.000 a 100.000 euro per chiunque produce, commercializza, esporta o introduce nel territorio nazionale  qualunque  prodotto  derivato  dalla  foca. Ed infine è disposta la confisca e la distruzione di tutto il materiale, oltre alla sospensione della licenza per  un  periodo  da  tre mesi ad un anno”.

“Il sequestro è un fatto molto preoccupante perché dimostra che gli Stati Membri non stanno vigilando sull’applicazione del Regolamento UE che ha messo l’Europa all’avanguardia con il bando all’importazione commerciale di pelli di foca – dichiara Roberto Bennati Vicepresidente LAV – Nei prossimi giorni chiederemo alla Commissione Europea quali azioni intende intraprendere per proteggere le foche da importazioni illegali e quali controlli intende intraprendere sugli Stati Membri affinché verifichino se ci sono state altre importazioni in Europa in regime di divieto”.
Da quando, il 20 agosto 2010, è entrato in vigore il bando europeo al commercio di prodotti di foca abbiamo assistito a numerosi tentativi di annullamento da parte dell’industria della pellicceria e in particolare dei trasformatori di prodotti derivanti dalle foche (pelli, carne, grasso, omega 3).
Ai due contenziosi in sede di Corte di Giustizia dell’Unione Europea, si è affiancato il reclamo di Canada e Norvegia presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio: contenziosi che sino ad oggi, tra ricorsi, sospensioni e contro-ricorsi, hanno sempre visto confermato il bando europeo ma che ancora non si sono conclusi.
L’industria della pellicceria, per fare fronte ad un trend di consumi di prodotti in pelliccia sempre più in declino, soprattutto in Italia e in Europa, già da diverso tempo veicola le pellicce animali sotto forma di inserti per abbigliamento non solo donna, ma anche uomo e bambino; e così le pellicce sono spesso presenti anche negli accessori come borse e calzature. Sono complessivamente circa 80 milioni gli animali (70 milioni appositamente allevati, 10 milioni catturati in natura) che ogni anno vengono sfruttati e uccisi dall’industria della pellicceria per queste produzioni insanguinate.

LAV

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