La pizza napoletana è inserita nel paniere dei prodotti che l’Unione europea ha riconosciuto come Stg, cioè Specialità tradizione garantita. Il provvedimento nasce per la tutela di uno dei prodotti più tipici ma anche più imitati della tradizione napoletana.
Così è intervenuto a margine del convegno “La Pizza e il Pizzaiuolo, Passato Presente e Futuro”, che si è svolto al Maschio Angioino di Napoli. Organizzato dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani ha visto, tra gli altri, la presenza del Direttore Generale del Mipaaf, dott.ssa Laura La Torre, il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura già Delegato della Provincia per il settore Agricolo e presidente del Comitato di Promozione Tutela e Valorizzazione della Pizza Napoletana.
“La pizza è una messaggera di Napoli nel mondo – ha dichiarato Rosario Lopa, rappresentante della Consulta nazionale dell’Agricoltura – un richiamo per il turismo ma anche uno strumento di grande democrazia perché piace a tutti e costa poco. Va ricordato che sul Disciplinare di Produzione in Gazzetta ufficiale ci sono tre pagine intere in cui si spiega nei dettagli come preparare la vera pizza napoletana. Per pizza si intendono oggi troppe cose; questo marchio permette di regolamentare la pizza a livello europeo e di tutelare questo prodotto dalla omologazione, restituendolo per sempre a Napoli, il suo vero santuario. Si tratta, inoltre, di un provvedimento, di un’arma in più per la tutela dalla contraffazione. Il disciplinare impedirà lo scippo di una tradizione tutta nostra. Su 23.000 pizzerie in Italia (si producono ogni settimana oltre 56 milioni di pizze per un giro d’affari di 2,2 mld di euro). Ma la vera novità è stata proprio la tutela della ricetta e delle metodiche di preparazione, ottimo punto di partenza per avviare una seria e determinata battaglia per riconoscere la figura giuridica del Pizzaiuolo visto anche la forte richiesta che ci viene, sia dal territorio nazionale che internazionale. Abbiamo avviato, ha concluso l’esponente dell’Agricoltura, già delle interlocuzioni con gli organismi competenti, nazionali, regionali e provinciali per promuovere, sia la figura giuridica che la disciplina del Pizzaiuolo tra le materie dei programmi didattici degli Istituti turistici alberghieri. Ma dobbiamo comprendere la necessità di utilizzare il sistema associativo-consortile per affrontare al meglio questa battaglia per tutta la filiera pizza”.
Nessun Commento