“Chi pagherà per la vita distrutta di Mario Placanica? Chi pagherà per le torture psicologiche, i processi infiniti nelle aule, da cui è sempre uscito innocente, e quelli sommari e senza appello sui mass media, da cui è sempre stato lapidato? Chi pagherà per le minacce, le aggressioni e le cattiverie che ha subito ininterrottamente da quel terribile giorno d’estate di dodici anni fa? Chi pagherà per tutto l’odio, la violenza, l’accanimento covato da sempre verso le Forze dell’Ordine e venuto alla luce come un fiume in piena in quei giorni, a Genova, di cui Mario Placanica è stata la prima e più eclatante vittima? Chi pagherà per aver ingiustamente messo fine all’esistenza normale di un ventenne che è stato catapultato all’inferno solo per essersi trovato in mezzo alla guerriglia ed essersi difeso come chiunque avrebbe fatto e fa? Mario Placanica resta per noi il simbolo dell’ingiustizia, della menzogna, dell’ipocrisia, con cui prepotentemente si è voluto imporre il solito indirizzo alla verità. La verità è che molti, a quel maledetto G8, giunsero con l’odio nel cuore; con la ferocia repressa di chi non sa come dare sfogo ai propri propositi di aggressione; con la voglia di vendicarsi per ogni singola volta in cui i Tutori dell’Ordine, per difendere tutti, hanno limitato e interrotto e punito gli abusi di alcuni; con tutta la superficialità e la totale assenza di rispetto per gli altri e per la vita che ti porta a fregartene se rischi di ammazzare qualcuno; con tutta l’insofferenza, dovuta a quei conflitti generazionali e falsamente-politici, nei confronti delle regole e dell’autorità che degenera oltre il punto di non ritorno quando a monte, nella vita quotidiana, saltano e falliscono clamorosamente le normali agenzie educazionali. Questa è e resta la verità, e tutti lo sanno bene, al di là dei falsi moralismi e delle ipocrite e opportunistiche commiserazioni, e al di là del rispetto che sempre e comunque è dovuto a chiunque abbia subito un danno negli affetti”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna a intervenire con durezza all’approssimarsi dell’anniversario degli scontri avvenuti nel 2001, durante il G8, a Genova. Quattro giorni di incidenti gravissimi e di tour de force delle Forze dell’Ordine, impegnate a contenere aggressioni di corposi gruppi di contestatori che misero a ferro e fuoco la città. L’apice di quelle violenze si raggiunse certamente in piazza Alimonda, dove il giovane Carlo Giuliani rimase tragicamente ucciso da un colpo di pistola partito dall’arma dell’allora altrettanto giovane carabiniere Mario Placanica, contro il quale il primo si stava scagliando imbracciando un estintore, nel pieno degli attacchi furiosi che riempivano ogni angolo della piazza in mezzo al fuoco dei mezzi dati alle fiamme dai manifestanti. Lo stesso ex militare – che in seguito ha lasciato l’Arma dei carabinieri – ha poi dovuto subire un interminabile iter giudiziario, in ogni grado e sede di giudizio, fino davanti alla Corte Europea, venendo sempre puntualmente ritenuto innocente. “Ma il suo calvario non è mai finito – aggiunge Maccari -, perché per tutti Placanica è divenuto e rimasto il simbolo del solito falso assunto che ci viene propinato ad ogni occasione, delle Forze dell’Ordine violente e antidemocratiche che per partito preso si accaniscono sui cortei dei manifestanti. Una solfa di cui non se ne può proprio più. Le Forze dell’Ordine sono fatte di uomini e donne che, bizzarramente, non amano essere presi a sprangate, a pietrate, a calci, pugni, coltellate e quant’altro, e che reagiscono per difendersi. E’ strano ma è così… Certo, questo piccolo difetto è limitato, perché se nessuno li prende a sprangate, a pietrate, a calci, pugni, coltellate e quant’altro loro non fanno proprio niente di niente, e se ne restano calmi e impassibili, in ogni contesto, il più noioso, il più impegnativo, il più massacrante, il più nauseante, quello in cui nessun altro starebbe, e lo fanno per il bene di tutti, e per nessunissimo altro motivo. Quand’è che in occasione dell’anniversario del G8 di Genova sentiremo discutere di questo?”.
“E proprio perché Mario Placanica è il simbolo dell’ingiusto odio che tutti abbiamo subito – insiste il Segretario del Coisp – allora la domanda la giriamo, inevitabilmente, a Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, cui ancora dopo dodici anni vengono riservati titoli di giornale perché continua instancabile a proporre cause e ad accanirsi contro quel Mario Placanica che era un ventenne onesto, un giovane che aveva scelto di servire il suo Paese e solo per questo si è ritrovato a guardare la morte in faccia, e che oggi è un uomo distrutto, perché gli è stata negata la possibilità di andare oltre l’odio”.
“Questo potrebbe essere l’anno giusto, signor Giuliani – conclude Maccari -. L’anno in cui potrà spiegarci come si passa, più o meno repentinamente, dalla profonda e totale disapprovazione e riprovazione nei confronti del proprio figlio alla voglia di rifarsi ad ogni costo contro le Forze dell’Ordine pur se innocenti. L’anno in cui potrà spiegarci perché è considerato un eroe una persona che per libera e convintissima scelta si ritrova in un determinato luogo a fare determinate cose e rimane tragicamente vittima di una situazione che egli stesso ha contribuito a creare, e deve essere invece considerato un cancro cui porre energicamente fine una persona che giornalmente opera per il benessere e nell’interesse di tutti gli altri cittadini ed a cui viene imposto di essere in quello stesso luogo per contenere i danni e rischia di essere ammazzato e osa provare a difendersi. Sono tante le spiegazioni che potrebbe e dovrebbe dare signor Giuliani, sarà questo l’anno giusto?”.
Coisp
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