Coisp chiede monumento che ricordi G8 del 2001 di Genova


“Quando sarà espressa una dura e pubblica critica ai violenti ed alla violenza che a Genova, durante il G8 del 2001, costrinsero un giovane militare rimasto in trappola ed in pericolo di vita ad usare l’arma d’ordinanza finendo così in un incubo senza fine che gli ha rovinato per sempre la vita? Quand’è che sarà eretto un monumento, a Genova, che ricordi a tutti l’inferno in cui furono trasformate le strade cittadine in quel luglio di dodici anni fa, e come dei criminali tentarono di imporsi sugli altri, su un’intera città con tutti i suoi cittadini, e sull’intero Stato italiano, devastando tutto e aggredendo tutti?”.

E’ quanto chiede Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a pochi giorni dall’anniversario degli scontri avvenuti nel 2001 a Genova, durante il G8, nel corso di quattro giorni segnati da incidenti gravissimi, che impegnarono le Forze dell’Ordine a contenere aggressioni di migliaia di contestatori che misero a ferro e fuoco la città. L’apice di quelle violenze si raggiunse in piazza Alimonda, dove Carlo Giuliani rimase tragicamente ucciso da un colpo di pistola partito dall’arma dell’allora altrettanto giovane Carabiniere Mario Placanica, contro il quale il primo si stava scagliando imbracciando un estintore, nel pieno degli attacchi furiosi che riempivano ogni angolo della piazza in mezzo al fuoco dei mezzi dati alle fiamme dai manifestanti. Lo stesso ex militare – che in seguito ha lasciato l’Arma dei Carabinieri – ha poi dovuto subire un interminabile iter giudiziario, in ogni grado e sede di giudizio, fino davanti alla Corte Europea, venendo sempre puntualmente ritenuto innocente perché agì per legittima difesa. Ma nonostante ciò, ha continuato a subire un’interminabile sequela di minacce, violenze, e continua ad essere citato in giudizio da Giuliano Giuliani, padre di Carlo, che da ultimo ha promosso un giudizio civile contro di lui. Il 20 luglio, a Genova, il Coisp ha riportato per le strade le gigantografie delle immagini delle devastazioni che si videro durante il G8 ad opera dei black bloc e, nello stesso giorno, nel corso di una manifestazione “parallela” in piazza Alimonda, è stato posizionato un monumento in granito in onore di Carlo Giuliani che ha preso il posto della targa inaugurata dieci anni dopo la sua morte. In seguito, poi, si è registrato fra gli altri l’intervento di Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum, il quale ha proposto che la scuola Diaz venga dichiarata monumento di interesse nazionale, e che venga chiesto “formalmente scusa alle vittime della scuola Diaz per gli inqualificabili atti di violenza realizzati da persone che indossavano le divise della Polizia di Stato”.

“Ora – ha aggiunto Agnoletto – lo Stato deve avere la dignità e il coraggio civile di chiedere scusa, è un passo necessario e inevitabile se si vuole restituire credibilità alle nostre Istituzioni che fino ad oggi si sono distinte solo per un’assordante silenzio”. “Quello che ridarebbe credibilità alle Istituzioni – replica Maccari -, in particolare a quelle genovesi, sarebbe uno straccio di spiegazione convincente del perché è stato consentito che Carlo Giuliani venisse onorato come un eroe, mentre in realtà si trovava in piazza Alimonda, quel giorno, con il volto coperto come un criminale, a impugnare armi improprie contro le Forze dell’Ordine, a distruggere tutto quanto trovava sul suo cammino ed a partecipare all’aggressione selvaggia ad un giovanissimo carabiniere solo e semisvenuto intrappolato dentro a un defender circondato dalle fiamme. Carlo Giuliani era là e partecipava attivamente alla peggiore aggressione alle Forze dell’Ordine che la storia recente ci abbia consegnato, ma a Genova campeggia nientemeno che un monumento in suo onore”.

“Da quei drammatici giorni di dodici anni fa tante cose sono cambiate -insiste il Segretario del Coisp-. Lo Stato si è assunto le proprie responsabilità, ed i suoi Servitori hanno ricevuto il solito esemplare trattamento che solo chi Appartiene alle Forze dell’Ordine ha il privilegio di provare in Italia. La stessa Polizia di Stato è cambiata, da allora. Alcune cose, però, non sono cambiate di una virgola: quell’odio verso chiunque indossi una divisa che alcuni sfogano puntualmente travestendosi da manifestanti, da studenti, da operai, da no global, da tifosi di calcio e chi più ne ha più ne metta; e quel vizio di criminalizzare le Forze dell’Ordine sempre e comunque, ancor prima di conoscere i fatti e persino quando esse sono pienamente dalla parte della ragione. In questi anni ne abbiamo sentite tante. Abbiamo sentito le scuse dei nostri Vertici a questo e a quello; abbiamo sentito i massimi Rappresentanti Istituzionali dare addosso a chi come noi ha voluto difendere un principio giusto in nome di migliaia e migliaia di colleghi come è quello della pretesa di un trattamento equo per i Poliziotti; abbiamo letto di un genitore come Giuliano Giuliani, che si augurava di fare presto il funerale al figlio, parlarne oggi come di un eroe per essere legittimato ad infierire su un giovane uomo innocente come Placanica; oggi stiamo qui, increduli, di fronte a un monumento in onore alla violenza contro le Forze dell’Ordine che campeggia nei giardini di piazza Alimonda”.

“Abbiamo chiesto pubblicamente ed ufficialmente alle Istituzioni ed ai Politici genovesi – conclude il leader del Coisp – di interloquire sulla questione, di fornire spiegazioni, di mostrare con chiarezza la propria posizione ed i propri convincimenti. Nessuno, ad oggi, ha trovato il coraggio di rispondere una sola parola. Certo, sappiamo che non c’è alcun caso mediatico da cavalcare, nè alcuna solidarietà ipocrita da mostrare a caldo a favore di microfoni e telecamere verso poveri manifestanti armati di tutto punto che volevano massacrare le Forze dell’Ordine, ma la maggior parte dei cittadini conservano il proprio senso critico, sanno leggere i fatti, e sanno leggere anche i silenzi…”.

Coisp

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