“Abbiamo ormai superato le 5.000 adesioni alla nostra proposta di chiedere la rimozione di un monumento celebrativo di una persona che, armata e incappucciata, si scagliò contro un Appartenente alle Forze dell’Ordine partecipando scientemente e volutamente ad un’aggressione gravissima ed estremamente violenta contro i Tutori della sicurezza mandati loro malgrado a difendere un’intera città da un’orda di delinquenti che hanno devastato Genova. Le Istituzioni cittadine, tuttavia, ancora sono completamente sorde alle nostre ripetute, civili e corrette richieste di spiegazioni e chiarimenti a proposito del posizionamento del cippo di granito in piazza Alimonda in “onore” di Carlo Giuliani. Domande legittime, semplici e chiare, rivolte da cittadini che hanno – o dovrebbero avere – pari dignità degli altri, ma cui, però, nessuno ha voglia o coraggio di rispondere, probabilmente perché ciò implica, indirettamente, chiarire questioni su cui si preferisce sorvolare. Ma può anche darsi, più semplicemente, che al Comune di Genova siano tutti a godersi il meritato riposo estivo dopo lunghi mesi di lavoro e, dunque, pazienza, attenderemo il rientro di chi di dovere, e poi ci presenteremo di persona, altrettanto civilmente, a rivolgere i nostri quesiti ed a portare le istanze nostre personali e delle migliaia di italiani che ci stanno appoggiando alle autorità locali”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a proposito dell’iniziativa di lanciare una petizione per chiedere la rimozione del monumento in granito posizionato in piazza Alimonda, a Genova, in onore di Carlo Giuliani (che si può firmare su http://www.avaaz.org/it/petition/RIMUOVERE_il_monumento_dedicato_a_Genova_a_Carlo _Giuliani_Considerato_un_eroe_per_aver_commesso_fatti_gravissimi/), il manifestante ucciso durante il G8 del 2001 da un colpo di pistola partito dall’arma dell’allora ancor più giovane Carabiniere Mario Placanica, contro il quale il primo si stava scagliando imbracciando un estintore, nel pieno degli attacchi furiosi che riempivano ogni angolo della piazza in mezzo al fuoco dei mezzi dati alle fiamme dai black bloc che, impugnando ogni genere di arma impropria, circondavano il defender in cui Placanica era intrappolato. Lo stesso ex militare – che in seguito ha lasciato l’Arma dei Carabinieri – ha poi dovuto subire un interminabile iter giudiziario, in ogni grado e sede di giudizio, fino davanti alla Corte Europea, venendo sempre puntualmente ritenuto innocente avendo agito per legittima difesa. Rispetto alla petizione, al momento, dal Comune di Genova nessuno ha interloquito con il Sindacato Indipendente che ha inoltre chiesto alcuni semplici chiarimenti sulle autorizzazioni ed altre notizie riguardanti il posizionamento del cippo. E se il silenzio dovesse proseguire i rappresentanti del Coisp si recheranno davanti al Municipio, in settembre, per una manifestazione con la quale fare valere il peso delle firme per allora raccolte, nonché per ripetere le proprie semplici domande.
“Una su tutte – insiste Maccari -, al di là delle sia pur importanti questioni burocratiche, amministrative, e procedurali legate al posizionamento di un monumento su suolo pubblico, e cioè: il Sindaco e la sua Giunta, personalmente ma soprattutto nella propria veste istituzionale, quale importanza danno al rispetto delle regole e delle leggi? Quale valore danno all’operato di migliaia e migliaia di Appartenenti alle Forze dell’Ordine? Quale significato danno alla celebrazione di qualcuno che ha attentato senza alcuna remora all’incolumità degli altri, e in particolare di un militare ferito e semi incosciente in trappola?”.
“Continuiamo a sentire da giorni – tuona il Segretario del Coisp – le solite scemenze che si tratterebbe di un fatto politico, che siamo dei fascisti, che il povero Carlo era solo un ragazzo. Ipocrisie senza fine, le solite ignobili giustificazioni di chi vive del ‘due pesi due misure’. Nessuno di noi ha mai osato dire o pensare che Carlo Giuliani meritasse di morire. Nessuno di noi lo ha armato e gli ha fornito un passamontagna mandandolo a spaccare tutto in piazza Alimonda in mezzo ad una guerriglia urbana dove il minimo che può capitare e che se ne esca feriti. Nessuno di noi ha detto a questo giovane uomo di infierire su un Carabiniere più giovane di lui, che non aveva alcuna colpa se non di portare una divisa che ne ha fatto il bersaglio dell’odio e della violenza di troppi urlatori senza onore che sanno solo impugnare catene, sassi, spranghe ed estintori e fare a pezzi tutto per far valere le loro illuminate idee, nascondendosi però la faccia”.
“Non dobbiamo certamente scusarci o spiegare ulteriormente perché non ce la sentiamo di lasciare che venga onorato e celebrato un uomo che ha violato volutamente la legge, mettendo in pericolo se stessi e gli altri – conclude Maccari -. Abbiamo raccolto dall’asfalto le spoglie di troppi colleghi ammazzati mentre con onore, a viso scoperto ed esponendosi coscientemente al pericolo, facevano il proprio dovere in difesa degli altri per sopportare tutti questi finti piagnistei e queste odiose accuse di voler reprimere il dissenso. Noi facciamo Sindacato, e siamo i primi a sapere quanto importante sia esprimere il dissenso. Non importa se a manifestarlo siano persone guidate da idee politiche, o di qualsiasi altra natura, l’unica cosa che a noi importa è che non si ricorra alla violenza, che non si violi la legge e che non si infierisca sempre e comunque sugli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, che fanno una vita che non tutti potrebbero sopportare. Basta quindi con questi continui oltraggi. Ci sono innumerevoli persone, tra le forze dell’Ordine e non, che hanno pagato un prezzo altissimo per motivi meritori e che per questo sono fulgidi esempi positivi da onorare. Cosa ci sia da onorare in un giovane uomo travisato che sfascia tutto e attacca senza pietà un giovanissimo Carabiniere non si comprende proprio. Ce lo spiegheranno in Comune, a Genova?????”.
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