Aldrovandi, dopo il sit-in a Ferrara e le offese, le aggressioni e le intimidazioni contro il Coisp


“Dopo il diluvio di bugie e falsità che si è scatenato nel ‘dopo Ferrara’, con una violenza inspiegabile se non giustificata dall’unico intento di aggredire, intimidire, delegittimare chi ha il coraggio di rappresentare una voce fuori dal coro, o la coerenza di dire ciò che anche altri pensano ma si guardano bene dal dire fregandosene delle sorti di migliaia di colleghi che rappresentano, è purtroppo ancora lunga la strada da percorrere per avere verità, ma la pazienza e la tenacia non ci mancano e non ci fermeremo. Ora più che mai, per vedere tutelato il nostro sacrosanto diritto all’onorabilità ed al rispetto che è dovuto, anche e soprattutto da chi può liberamente non condividere le nostre battaglie, quantomeno alla correttezza che ha sempre contraddistinto l’attività di un’Organizzazione completamente Indipendente, improntata alla difesa della persona prima ancora che della divisa che essa veste, anche se per noi non c’è e non può esserci differenza. Ma noi quella Divisa, e con essa gli Uomini e le Donne che la portano, l’abbiamo sempre onorata, rispettata, difesa da ogni strumentalizzazione, da ogni aggressione e da ogni bugia. Ed anche questa volta sarà così”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, rende note con queste parole, tutta una serie di nuove azioni giudiziarie che il Sindacato Indipendente di Polizia ha intrapreso dopo le diffuse e gravi dichiarazioni offensive, diffamatorie e intimidatorie seguite alla manifestazione indetta a Ferrara, il 27 marzo scorso, in occasione della giornata dedicata al Congresso Regionale dell’Emilia Romagna, per chiedere la corretta applicazione della legge “svuota-carceri” ai poliziotti condannati per omicidio colposo a seguito del decesso di Federico Aldrovandi, che sono stati mandati in cella – in isolamento – per scontare una pena residua di sei mesi, nonostante le norme prevedano che non si vada in carcere per pene inferiori ai 18 mesi. Il giorno stesso del sit-in, ma anche e soprattutto nei giorni a seguire, se ne sono dette di tutti i colori in merito alla manifestazione che si svolse in piazza Savonarola, a Ferrara, nei pressi del Municipio ma mai, neppure per un secondo, sotto la finestra dell’ufficio della madre di Aldrovandi, che lavora in Comune, come precisarono prontamente l’indomani il Questore e il Sindaco di Ferrara in un’apposita conferenza stampa quando dissero con chiarezza che quell’ufficio affaccia altrove. Ma le notizie fasulle e strumentali presero comunque a moltiplicarsi, e si sentì davvero di tutto in un vero festival della menzogna, compreso di inesistenti manifestazioni sotto casa della famiglia Aldrovandi, di inesistenti manifestazioni precedenti il 27 marzo fatte in divisa dentro al Tribunale per intimidire i giudici, di inesistenti manifestanti violenti e di un delirante attacco ai familiari di Adrovandi o peggio alle Istituzioni ed alle sentenze dell’Autorità Giudiziaria, o nientemeno che di un’intimidazione mafiosa, e persino di inesistenti cause che il Coisp avrebbe intentato contro persone tenute invece al riparo da ogni genere di iniziativa, al di là di tutto, proprio per il rispetto dovuto al lutto ed al dolore incolmabile che le ha colpite. E adesso, dopo le azioni già intraprese nei confronti di decine di soggetti, il Coisp è tornato a sottoporre all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria altri fatti ed altre dichiarazioni, tra le quali quelle del Parlamentare Renato Brunetta; dal Capogruppo del Pd Emilia Romagna, Marco Monari; di Giuliano Giuliani; di tale Adriano C.; della redazione di Radiocittafujiko; dei giornalisti Stefano Anastasia, Adriano Chiarelli, Liana Milella, Giorgio Salvetti, Cinzia Sciuto.

“A Ferrara – spiega Maccari – abbiamo nuovamente evidenziato problematiche importanti per il lavoro dei Poliziotti e per la maggior sicurezza di tutti, specie i cittadini. Abbiamo lanciato un input prontamente raccolto dai nuovi Vertici dell’Amministrazione con i quali, infatti, siamo già a lavoro per creare migliori condizioni operative e legislative che consentano un più sereno e lineare svolgimento del servizio che rendiamo alla gente. Anche da quel sit-in di marzo è nato tanto di buono, ma noi purtroppo continuiamo a fare i conti con stupide polemiche e giudizi superficiali e inutili di chi non si è chiesto neppure per un attimo cosa stessimo dicendo davvero e perchè. Nelle dichiarazioni che abbiamo evidenziato alla competente Autorità abbiamo letto parole che mettono i brividi, per l’incredibile violenza che esse rappresentano considerata la falsità di ciò che asseriscono, per via della loro strumentalità, perché manifestano la chiara intenzione di zittirci e di danneggiarci pesantemente sol perché osiamo chiedere che la legge sia uguale per tutti, e che i Poliziotti non vengano sempre considerati al di sotto di essa, che non vengano considerati dei mostri da dare in pasto all’odio generale e da flagellare ben al di là di quanto meritano secondo la legge stessa. Parole che testimoniano, ancora una volta, quanto facilmente e rapidamente chi porta la divisa venga sbattuto nel fango ogni volta che c’è da affermare un pensiero di qualsiasi natura. I Poliziotti vengono sempre e comunque considerati lo strumento ideale per dimostrare la fondatezza delle contestazioni allo Stato, alle Istituzioni ed a tutto ciò che di essi non piace, e sparargli addosso con le armi o meno è uno sport assai diffuso, che essi portino la divisa o meno, che essi siano in servizio o meno, che essi stiano esercitando un diritto costituzionalmente garantito come manifestare pubblicamente o meno. Cercare la verità è eroico e meritevole solo se a farlo sono altri, ma i Poliziotti no. A quanto pare – conclude il Segretario del Coisp – in molti vorrebbero anche che a questi fantocci in divisa, sempre utili per tutte le stagioni e per tutti i casi mediatici, venisse tolta anche la parola ed ogni possibilità di difendersi. Ma, al momento, non è così”.

Coisp

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