Oggi 16 ottobre 2013 in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Rosario Lopa Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura ha così ribadito.
“Oggi è un’opportunità per conoscere il territorio ed il patrimonio agroalimentare della Provincia di Napoli, ma soprattutto un’occasione di riflessione sul valore del cibo, attraverso la diretta testimonianza degli agricoltori, ma vuole essere anche un riconoscimento al contributo delle diverse culture alla evoluzione e allo sviluppo dell’agricoltura nel mondo e intende sottolineare l’importanza del dialogo per il progresso nella lotta contro la fame, la povertà e il degrado delle condizioni di vita di tante popolazioni. Benché il passaggio dalla caccia e dalla raccolta alla coltivazione e all’allevamento come sistema principale di produzione alimentare, cioè la nascita dell’agricoltura, sia avvenuto in maniera indipendente in molte zone del mondo circa 10.000 anni fa, la storia dell’agricoltura abbonda di esempi di importanti scambi tra culture”.
“Molte identità – ha spiegato Lopa – soprattutto quelle che fanno dell’agricoltura la propria attività principale, possiedono un importante patrimonio di credenze, valori e rituali religiosi correlati al cibo e all’ambiente. Molti insegnamenti si possono trarre dall’esempio di culture che lottano per nutrire una popolazione in crescita senza compromettere le risorse naturali a scapito delle generazioni future. L’adesione alla Gma, promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Fao, mette in luce il valore culturale ed etico del cibo e le opportunità offerte dall’agricoltura, in particolare quella sostenibile ed a filiera corta, dove con tecniche produttive attente alla salute e all’ambiente e con la riduzione dei passaggi dalla produzione al consumo, l’agricoltura vuole difendere sia il reddito dei produttori, sia promuovere la responsabilità e la partecipazione dei consumatori campani. Nella giornata di oggi è fatto obbligo parlare dei terreni inquinati, che dovranno necessariamente essere dichiarati no-food, per avviare un monitoraggio continuo della terra, dell’aria e dell’acqua con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze presenti sul territorio, con le imprese che potranno sottoporsi su base volontaria alla certificazione e i cui prodotti beneficeranno di un attestazione di qualità sanitaria, come nell’ultima legge finanziaria della Regione Campania. Procedere ad una riconversione su altre attività no food, come floristica, vivaistica, canapa per la carta ecc di quei terreni agricoli che all’esito del monitoraggio risulteranno inquinati, costruendo un’alleanza con i produttori e di chi vive la terra e gli habitat naturali e sociali, sapendo che buone pratiche ed eccellenze per consolidarsi devono estendersi e diventare standard nella quotidianità”.
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