Rischio sismico del patrimonio culturale: un incontro in Galleria dell’Accademia


Grazie alla collaborazione tra Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo e Università di Firenze, lunedì 16 dicembre (dalle 9 alle 12) alla Galleria dell’Accademia di Firenze si terrà un incontro pubblico dal titolo “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: un’applicazione sperimentale per il museo della Galleria dell’Accademia di Firenze”.

I recenti eventi sismici che hanno coinvolto il territorio italiano evidenziano la notevole fragilità dell’edilizia storica nei confronti di forze dinamiche. L’insufficienza di adeguate azioni di prevenzione ha comportato negli anni notevoli danni al patrimonio culturale nonché un dispendio enorme di risorse economiche per gli interventi di ricostruzione post-sisma.

Scopo dell’incontro è illustrare la metodologia di lavoro impostata per la verifica di vulnerabilità sismica della Galleria dell’Accademia di Firenze che, in quanto custode di uno dei più importanti capolavori della scultura cinquecentesca quale il David di Michelangelo, ha un ruolo prioritario nell’attività di tutela del patrimonio culturale italiano.

Il lavoro svolto costituisce una base di riferimento che dovrebbe essere estesa a qualsiasi progetto di restauro. La fruizione di un bene culturale nelle migliori condizioni di sicurezza (intesa non solo verso i fruitori ma anche dell’immobile e del suo contenuto) non è, infatti, solo un mero obbligo normativo, ma è parte essenziale della sua valorizzazione e quindi della ragione della sua tutela.

GLI ARGOMENTI

La discussione scaturirà dalla direttiva che emerge dallo sviluppo di diverse norme – il DPCM 12 ottobre 2007, e DPCM del 9 febbraio 2011 – Circolare n. 26/2010-Segretariato Generale – Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale-(Direzione Generale PBAAC di concerto con la Protezione Civile) – che definiscono, in particolare, tre livelli di valutazione caratterizzati da diversi gradi di approfondimento: il primo livello (LV1) utilizza procedure semplificate e si applica a scala territoriale al fine di definire una graduatoria di pericolosità; gli altri due livelli comportano valutazioni più

accurate sul comportamento strutturale di complessi architettonici ricorrendo a modelli matematici per singole porzioni locali (LV2) o sistemi globali (LV3).

Per verificare l’effettiva applicabilità della direttiva e allo stesso tempo fornire idonei strumenti di supporto metodologico, la Direzione generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanbea del MiBACT ha avviato una serie di applicazioni sperimentali su varie tipologie di immobili, proseguite, ampliate e coordinate, nel caso della Galleria dell’Accademia di Firenze, dalla Direzione Regionale per i beni culturali della Toscana.

LA VERIFICA MUSEALE

La Galleria dell’Accademia di Firenze ha assunto priorità nell’espletamento di tali verifiche. Il museo costituisce un organismo edilizio particolarmente complesso, risalente a epoche di realizzazione diverse dalla fine del XIV secolo in poi, con aggiunte e trasformazioni di varia natura che hanno alterato le originarie caratteristiche costruttive determinando un aggregato urbano connotato da un comportamento strutturale di reciproca complessità e interazione tra le varie parti di cui si compone e corrispondenti ad edifici utilizzati da diverse Istituzioni. In tali situazioni riveste particolare importanza la conoscenza approfondita della costruzione e in particolare: la sua storia evolutiva, le sue trasformazioni, gli interventi realizzati, la sua conformazione plano-altimetrica, lo stato fessurativo e deformativo, nonché tutto quanto concorre alla individuazione degli elementi costituenti l’organismo resistente, dei parametri meccanici degli elementi strutturali e dei materiali e alla definizione puntuale della geometria strutturale.

La particolare complessità e rilevanza della Galleria in relazione alla valutazione della sicurezza sismica ha richiesto, pertanto, il contributo di diverse competenze scientifiche integrate e la necessità di avvalersi di più strutture dotate di professionalità con preparazione altamente specialistica interagenti e collaboranti al massimo grado per lo scambio di informazioni e competenze.

LE COMPETENZE IN CAMPO

In particolare, la verifica ha coinvolto, insieme alla Direzione Regionale Toscana:

• il Dipartimento di Architettura DIDA UniFI (ex Dipartimento di Costruzioni e Restauro) diretto dal professor Saverio Mecca, i cui lavori sono stati seguiti e coordinati dal professor Mario De Stefano, presenta al suo interno specializzazioni integrate nel campo delle costruzioni, del rilievo e del restauro, nonché dispone di un Laboratorio Ufficiale Prove Materiali; ha, inoltre, svolto ricerche nelle materie di storia delle tecniche costruttive, valutazione del rischio e della vulnerabilità degli edifici storici e consolidamento strutturale e di rilievo di strutture di particolare interesse culturale. Il Dipartimento è stato incaricato di effettuare la verifica sismica del complesso attraverso i tre livelli di valutazione previsti dalla Direttiva; ha provveduto ad effettuare saggi sulle murature e indagini geognostiche nonché indagini sulle strutture lignee di copertura con la consulenza di personale specializzato del CNR.

• Il rilievo tridimensionale, di tutti gli ambienti oggetto di verifica, è stato realizzato dal laboratorio GeCo dell’UniFI, coordinato dalla professoressa Grazia Tucci all’interno delle attività del Dpt Costruzioni e Restauro (attualmente afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale UniFI);

• il Dipartimento di Scienza della Terra DST UniFI, diretto dal professor ingegner Lorenzo Rook e con un gruppo coordinato dal professor Maurizio Ripepe, che ha valutato la vulnerabilità dell’edificio attraverso la misurazione delle vibrazioni ambientali e dinamiche indotte e del relativo spettro di risposta con l’uso di una strumentazione specializzata costituita da sismometri con più stazioni di monitoraggio; attività di assoluta novità in Italia soprattutto per il monitoraggio delle strutture storiche;

• l’architetto Daniela Mignani che ha condotto un approfondito studio sulle varie fasi costruttive del complesso architettonico, dal nucleo originario costituito dall’ex ospedale di San Matteo e dall’ex convento di San Niccolò in Cafaggio, fino alla ricognizione della documentazione relativa ai più recenti lavori di consolidamento e impiantistici.

Ulteriori contributi sono stati offerti dal Dipartimento di Scienze dell’Università di Bari coordinato dal professor Franco Adduci e il gruppo HoTspoT dei dottori Vito Basile e Rosario Piergianni per il rilevamento termografico speditivi del complesso; dalla Sigma con le prime misurazioni dei movimenti e monitoraggi della struttura in collaborazione con la direzione della Galleria dell’Accademia; dall’archivio e biblioteca dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze diretto dal professor Andrea Cecconi.

I RISULTATI

Le verifiche effettuate, di cui alcuni primi risultati sono stati in parte presentati alla XX edizione del salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali tenutosi a Ferrara lo scorso marzo, hanno evidenziato le criticità della struttura in caso di evento sismico. I futuri interventi di miglioramento sismico puntuali e specifici terranno conto di un modello il più vicino possibile all’effettivo comportamento strutturale del singolo complesso architettonico, superando la logica dell’intervento di consolidamento estensivo e standardizzato. Le verifiche inoltre, hanno permesso di approfondire varie problematiche e difficoltà connesse con la realizzazione dei tre livelli di valutazione previsti dalla Direttiva, nonché il grado di approssimazione delle informazioni di base che i vari metodi possono tollerare; è stata, in particolare, confrontata l’attendibilità dei risultati ottenuti con valutazioni di tipo speditivo basate su dati prevalentemente qualitativi (in caso non si disponga di tempo o risorse economiche sufficienti per indagini e rilievi specifici) con valutazioni più approfondite che tengono conto di parametri determinati univocamente.

La metodologia di lavoro impostata per la verifica di vulnerabilità sismica della Galleria dell’Accademia di Firenze costituisce una base di riferimento da estendere a qualsiasi progetto di restauro architettonico e intervento strutturale. La fruizione di un bene culturale nelle migliori condizioni di sicurezza (intesa non solo verso i fruitori ma anche dell’immobile e del suo contenuto) non è, infatti, solo un mero obbligo normativo, ma è parte essenziale della sua valorizzazione e quindi della ragione della sua tutela.

IL PROGRAMMA DEI LAVORI

(lunedì 16 dicembre, ore 9, Galleria dell’Accademia, via Ricasoli 60, Firenze)

 

 

Apertura

 

Cristina Acidini – Mibact – Soprintendente PMF

Angelo Tartuferi – MiBACT – Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze

 

 

Saluti

 

Ilaria Borletti Buitoni – MiBACT Sottosegretario

Alberto Tesi – UniFI Rettore

      

                      

Introduzione

 

Maddalena Ragni -MiBACT – Direttore generale PBAAC

Isabella Lapi – MiBACT – Direttore regionale BCP

Alessandra Marino – MiBACT – Soprintendente Beni Architettonici e Pesaggistici di Firenze

Saverio Mecca -UniFi – Direttore DIDA

Lorenzo Rook -UniFi – Direttore DST

Stefano D’Amico – MiBACT – direttore servizio II “tutela del patrimonio architettonico”

 

 

Coffee break

 

 

Relatori

 

Giuseppe Giorgianni -MiBACT – architetto direzione regionale BCP coordinatore

Daniela Mignani – architetto – fasi costruttive e repertori archivistici

Grazia Tucci – UniFi  – rilievo metrico 3D 

Maurizio Ripepe – UniFI  – misurazioni sperimentali dinamiche

Mario De Stefano – UniFI – attività sperimentali , modellazione e valutazione del rischio sismico

 

L’ingresso è libero per i possessori dell’invito, fino a esaurimento dei posti disponibili.

 

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