“Ecco allora che la riscoperta dei mercatini, non più e non solo come luogo di incontro fisico fra domanda e offerta, ma anche come luogo di trasparenza per la libera formazione e scoperta dei prezzi, come punto d’osservazione per il controllo della qualità merceologica ed igienico sanitaria dei prodotti locali e di quelli provenienti direttamente dalla campagna, come momento di cerniera fra il produttore e il consumatore, come punto fondamentale per definire tracciabilità e rintracciabilità.”
Cosi Rosario Lopa, rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura già Delegato della Provincia per il settore Agricolo/Agroalimentare “Nell’immediato futuro – ha continuato Lopa – appena le condizioni istituzionale c’è lo consentiranno, l’impegno sarà incentrato sulla ricerca di strumenti volti a favorire la crescita del sistema dei mercatini, come organizzazione a sostegno sia dei redditi dei produttori agricoli, sia dei portafogli dei consumatori che soltanto grazie ad una solida rete, potranno essere sempre maggiormente garantiti sulla qualità dei prodotti e sulla trasparenza dei prezzi. Minestra maritata di cicoria scarole e borraccia” (erba amara e pelosa) in brodo di cappone con aggiunta facoltativa di uova sbattute con peperoncino e carne di vitello, spaghetti alle vongole, Cappone imbottito e insalata di rinforzo (cavolfiore, sottaceti misti, peperoni detti papacelle olive di Gaeta e acciughe salate) accompagnate dalle immancabili friselle (crostini di pane circolari) e dai broccoli con aglio e peperoncino. Come dolci Struffoli, Roccoco e frutta secca, sono il menu base della nostra tradizione natalizia. Acquistare prodotti tipici del territorio nei mercatini non è solo buono e conveniente, ma aiuta anche l’ambiente perché si tratta di cibi che non devono percorrere grandi distanze prima di essere consumati e quindi evitano l’inquinamento determinato dai lunghi trasporti. Un regalo a ‘chilometri zero’ che consente di evitare l’ emissione di gas ad effetto serra che favoriscono i cambiamenti climatici. Si stima che gli italiani acquisteranno, infatti, per Natale prodotti alimentari tipici del territorio per un valore di più di 3 miliardi di euro quindi preferire i prodotti venduti direttamente dagli imprenditori agricoli in azienda o nei mercati. In molti casi è possibile prepararsi o farsi preparare i tipici cesti natalizi con prodotti inimitabili caratteristici del territorio. Nel nostro Paese – ribadisce l’esponente dell’Agricoltura – si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie coltivata in modo biologico dell’Unione superando il milione di ettari. La vendita diretta è una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così risparmiare e garantirsi acquisti sicuri e di qualità, nel sottolineare che è anche una occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell’inganno del falso made in Italy, regalando i cesti di Natale di qualità.”
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