Evasione boss Cutrì: usato spray antiaggressione


“Nell’oramai famigerata fuga del boss della ‘ndrangheta evaso a Gallarate durante il suo trasferimento in tribunale il commando che ha realizzato l’assalto per farlo scappare ha utilizzato anche spray antiaggressione. Il dettaglio, se l’intera vicenda non fosse talmente grave e drammatica, sarebbe pesantemente ridicolo. Di certo si tratta di una beffa intollerabile, uno strumento da pochi spiccioli ma estremamente efficace viene usato ovunque contro di noi, dalle aggressioni nelle piazze agli assalti della criminalità organizzata, ma i Poliziotti ancora ne sono sprovvisti, costretti ad usare mani, o manganello o pistole, ed in tutti questi casi a finire nei guai fino al collo anche se la cosa sarebbe facilmente evitabile… ha dell’incredibile, questa situazione può verificarsi solo in Italia, dove degli Operatori della Sicurezza non importa veramente nulla a nessuno”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così, a seguito del gravissimo fatto di cronaca avvenuto a Gallarate, in provincia di Varese, dove un commando armato ha assaltato un furgone della polizia penitenziaria liberando durante il trasferimento dal carcere al Tribunale di Busto Arsizio il boss Domenico Cutrì, 32 anni. Fra i dettagli dell’assalto, la stampa ha riportato il dato che il gruppo criminale ha utilizzato, per l’appunto, anche spray antiaggressione, quello stesso strumento che il Coisp chiede da anni venga fornito anche alle Forze dell’Ordine.

“E’ sconcertante – prosegue Maccari – che dopo tanto tempo, e dopo tutti i gravissimi incidenti verificatisi che hanno prodotto feriti e vittime che si sarebbero potuti evitare se i Poliziotti avessero avuto una dotazione tanto semplice quanto moderna ed efficace, siamo ancora qui a pietire qualcosa di così economico e banale come gli spray antiaggressione, non a caso utilizzati ovunque all’estero. Abbiamo rivolto innumerevoli appelli, scrivendo ai vertici del Ministero dell’Interno sottolineando che non è più possibile procrastinare l’adozione dello spray antiaggressione come parte dell’armamento individuale e di reparto della Polizia di Stato, ma continuiamo a scontrarci contro un assurdo ed ingiustificabile immobilismo. Eppure gli spray sono testati e, non a caso, venduti ormai dal lontano gennaio 2012 a chiunque li voglia acquistare. E tutti quei ‘chiunque’, infatti, li acquistano eccome, per poi usarli contro di noi! Eppure, come abbiamo avuto già modo di sottolineare innumerevoli volte, il D.P.R. 359/91 (Sperimentazione di armi diverse e aggiornamento tecnologico) al 3° comma all’articolo 37 prevede che: ‘In caso di grave necessità e urgenza, con decreto del ministro dell’interno, il personale della polizia di stato all’uopo addestrato può essere autorizzato ad impiegare per i propri compiti istituzionali armi diverse da quelle in dotazione, che siano state adeguatamente sperimentate, purché rispondenti alle caratteristiche d’impiego in servizio di polizia stabilite nel presente regolamento e comunque non eccedenti le potenzialità offensive delle armi in dotazione alle forze di polizia’”.

“Oggi, come un anno fa, due anni fa, tre anni fa e così via – conclude Maccari – ci aspettiamo che l’armamento dei colleghi venga immediatamente adeguato e modernizzato o, altrimenti, che venga pubblicamente spiegato perché lo spray antiaggressione va bene per le Forze di Polizia europee, cui permette di ridurre drasticamente la necessità di giungere al contatto fisico per vincere una resistenza o evitare il perpetuarsi di una violenza, garantendo così un elevato grado di incolumità fisica dei poliziotti, e non va bene, invece, per i Poliziotti italiani”.

Coisp

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