Settant’anni cruciali nella storia dell’Europa, a tal punto da causare ripercussioni in ogni aspetto della vita sociale. Arte compresa.
La mostra che si inaugura oggi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi – dal titolo “Storia e vicende della collezione grafica agli Uffizi nell’età della prima mondializzazione (1848-1918)” –, e che proseguirà fino al 4 maggio (ingresso con il biglietto degli Uffizi, orario dal martedì alla domenica ore 8.15-18.50) abbraccia appunto un arco temporale compreso tra le rivoluzioni post napoleoniche e la fine della prima guerra mondiale. Curata dalla stessa direttrice del GDSU, Marzia Faietti, insieme a Miriam Fileti Mazza e a Giorgio Marini, l’esposizione propone all’attenzione dei visitatori la selezione di una quarantina di opere grafiche di vari autori italiani, europei e extraeuropei, realizzate durante questo straordinario periodo di cambiamenti, e di cui resta una traccia indelebile in uno dei più ricchi “forzieri” di tesori storico-artistici.
LA MOSTRA
La raccolta grafica degli Uffizi, per il suo antico e sedimentato assetto patrimoniale, è caratterizzata da un intreccio inestricabile tra storia, tradizione e critica. Per molti degli artisti rappresentati al suo interno essa consente quindi di riflettere sulle radici storiche che precedono e preparano la ricostruzione delle rispettive personalità artistiche.
A partire dall’Ottocento la storia della collezione condivise i nuovi ordinamenti di tutela dei beni culturali che dopo l’Unità d’Italia si articolarono in varie parti del territorio nazionale. La consistenza numerica della raccolta degli Uffizi era talmente elevata e così vasta per cronologia e scuole artistiche da rappresentare un modello da imitare nelle modalità conservative e gestionali, così come nelle scelte storiografiche.
Questa esposizione intende focalizzarsi sulle vicende che tra la metà dell’Ottocento e il primo Novecento consentirono a Firenze, in continuità col passato e insieme in linea con i tempi moderni, una decisa attenzione all’arte contemporanea. Tale processo fu quindi alimentato dalla ricerca di testimonianze figurative di artisti non solo italiani. Collezionismo pubblico e privato concorsero a selezionare dal mercato coevo le opere più rappresentative, non tralasciando di seguire e interpretare le novità che per le arti grafiche si stavano affacciando sullo scenario italiano con manifestazioni espositive e culturali che ebbero sempre maggiori consensi di critica e pubblico. Il carattere eterogeneo opere esposte – dovute, tra gli altri, a Bezzuoli, Fontanesi, Fattori, Michetti, Morelli, Klinger, Millet, Pennell, Zorn – riflette intenzionalmente le diverse componenti che attraversarono l’arte in quel periodo di grandi capovolgimenti, corrispondente all’età della prima mondializzazione.
LA PUBBLICAZIONE
La mostra si inaugura in concomitanza con la pubblicazione edita da Olschki, promossa insieme alla Scuola Normale Superiore, del quarto volume della collana “Inventario Generale delle Stampe”: Storia di una collezione. I disegni e le stampe degli Uffizi dal periodo napoleonico al primo conflitto mondiale. Seconda fatica di Miriam Fileti Mazza, dopo un primo tomo comparso nella stessa collana nel 2009, la pubblicazione conclude la ricostruzione sistematica delle vicende costitutive del GDSU dall’epoca del cardinal Leopoldo de’ Medici all’inizio del Novecento. A tale scopo si allega la scheda del volume fornita dallo stesso editore.
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