La Tavola Doria esposta agli Uffizi nella Sala delle Carte Geografiche


Quasi cento giorni per vedere la cosiddetta Tavola Doria agli Uffizi, copia dalla Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Dal 25 marzo al 29 giugno 2014 nella Sala della delle Carte Geografiche della Galleria degli Uffizi saranno esposte quattro tavole dipinte del XVI secolo appartenenti alle raccolte delle Gallerie fiorentine e raffiguranti copie o derivazioni da invenzioni originali di Leonardo. I dipinti sono: Leda col cigno, Sant’Anna Metterza e due tavole raffiguranti l’episodio della lotta per lo stendardo tratto dalla pittura murale con la Battaglia d’Anghiari commissionata a Leonardo per la Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo della Signoria nel 1503.

L’iniziativa – che per tre mesi in pratica dà a tutti la possibilità di visitare la sala numero 16, spesso chiusa al pubblico – è organizzata in concomitanza dell’arrivo agli Uffizi della Tavola Doria, opera uscita illegalmente dall’Italia e rientrata nel nostro paese durante il 2012, quale donazione del Fuji Art Museum di Tokyo.

Il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo ha deciso di assegnarla in via definitiva alla Galleria degli Uffizi, dove arriva adesso dopo essere stata esposta al Quirinale subito dopo il suo rientro in Italia (da novembre 2012 fino a gennaio 2013), ad Anghiari la scorsa estate e alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nell’ambito della recente esposizione dedicata a Machiavelli, da dicembre 2013 fino al febbraio di quest’anno.

Tra una tappa e l’altra, il dipinto è stato sottoposto a un intervento di restauro e a indagini da parte dei tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure, la cui Direzione diffonderà i risultati in occasione della giornata di studi che si terrà il 22 maggio prossimo.

In occasione della sua esposizione agli Uffizi, l’opera è stata inserita in una teca climatizzata, che garantisce le necessarie condizioni di conservazione, realizzata da una ditta specializzata.

L’accordo con il Fuji Museum prevede che al termine dell’esposizione la tavola sia nuovamente trasferita in Giappone dove vi rimarrà per quattro anni, prima di tornare a Firenze.

La mostra sarà anche l’occasione per poter ammirare la Sala delle Carte Geografiche, che prende il nome dalla presenza dei territori del Granducato di Toscana raffigurati sulle pareti da Stefano Bonsignori; per questa sua preziosità la sala, adiacente a quella che ospita le opere autografe di Leonardo da Vinci, è in genere chiusa al pubblico.

“L’esposizione della Tavola Doria nella Galleria degli Uffizi , in vicinanza dei dipinti di Leonardo, porta all’attenzione del pubblico internazionale del museo la memoria di uno stato incompleto dell’originale della Battaglia di Anghiari”, scrive il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, nel depliant realizzato da Giunti Editore che accompagna l’esposizione con schede e fotografie delle opere. “La Tavola Doria – continua il Soprintendente – non risponde ai quesiti sull’effettiva presenza e consistenza della Battaglia progettata da Leonardo, ma con ogni probabilità ci riporta nelle immediate vicinanze d’essa, un’impresa artistica che dopo mezzo millennio continua a suscitare curiosità e interesse”.

Dal canto suo, il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, ha scritto: “Le quattro opere sono raccolte nella Sala delle Carte Geografiche nella circostanza dell’accessione nel patrimonio degli Uffizi della ‘copia’ Doria della vinciana Battaglia d’Anghiari. Fu Leonardo – specialmente nella Firenze del Cinquecento – ad assumere il ruolo di maestro della nuova ‘maniera’ (della quale, anzi, Vasari dichiara essere stato lui l’artista che n’aveva dato l’avvio) e per conseguenza le sue creazioni fin da subito si fecero modello per i giovani che volessero educarsi all’arte: la Sant’Anna Metterza (si rammenti la coda di donne e uomini, di vecchi e ragazzi, che per due giorni s’affollò all’Annunziata per vederne il cartone), la Leda (composizione perduta ma assai studiata nelle due versioni: in piedi e accovacciata) e la Battaglia d’Anghiari, appunto (incunabolo vero e proprio della ‘maniera moderna’, insieme al cartone michelangiolesco per l’altra battaglia destinata a campeggiare monumentale nella Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo dei Signori, quella di Cascina: ‘scuola del mondo’, come avrebbe detto Benvenuto Cellini)”.

 

 

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