“Evitando qualsiasi stupida accondiscendenza e inutile paternalismo, perchè rivolgersi ai più giovani non significa parlare a degli idioti, sentiamo l’obbligo di chiarire con una certa ruvidezza che la Polizia ha fin troppo da fare per dedicarsi a presunte folli attività finalizzate ad instaurare un clima da paese dittatoriale nell’idiota quanto inutile ed incomprensibile tentativo di infondere terrore negli studenti delle scuole. Sgombrato il campo da questa scemenza, è appena il caso di ribadire che Poliziotti non è sinonimo di torturatori, di picchiatori, di nemici o di pazzi scatenati. I cattivi sono altri. E sono altri anche quelli che approfittano delle circostanze per intessere dotte orazioni a sfondo politico con il fine di strumentalizzare quella sana dose di desiderio di ‘ribellione’ che normalmente caratterizza i ragazzi per inculcare assai insane idee irresponsabili, pseudo-giovanilistiche, di una strisciante inciviltà di fondo. Il perché, il quando ed il come la Polizia svolge il proprio difficile lavoro, non è certamente materia che lasci spazio alle valutazioni di chi dei nostri compiti e delle nostre attività d’indagine non conosce assolutamente nulla. Studenti e soprattutto docenti dovrebbero partire dal presupposto che sta alla base della nostra stessa esistenza di Corpo di Polizia, prima di sciocche e pericolose recriminazioni. Vedere delle divise dentro una scuola non può e non deve certo spaventare, può solo fa piacere… tranne forse a chi conserva la droga negli zaini o a chi pensa che chiudere un occhio su uno spinello fumato in bagno o partecipare al ‘falò’ significhi farsi amici gli studenti”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così dopo le polemiche di questi giorni nate da attività svolte dalla Polizia di Stato in alcune scuole italiane. In particolare a Terni, dove sono stati effettuati dei controlli antidroga in alcuni Istituti superiori, ed a Palermo, dove la Digos ha svolto alcune importanti attività d’indagine all’interno di un Liceo Linguistico in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria. In entrambi i casi alcuni – i Cobas nel primo e l’Usb Palermo Scuola nel secondo – hanno criticato duramente l’operato delle Forze dell’Ordine.
“Siamo di fronte – insiste Maccari – all’ennesima assurda manifestazione di astio ed insofferenza verso gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, protagonisti in realtà di quel lavoro indispensabile a garantire la libertà tanto invocata e anelata soprattutto dai giovani. Ma se le criminalizzazioni verso gli Operatori di Polizia non ci sono certo nuove, in questo caso siamo sconcertati dalla superficialità e dall’irresponsabilità con cui si tenta di inculcare un messaggio gravissimo e devastante in individui che sono in piena formazione. Siamo Poliziotti ed anche genitori e non possiamo che chiederci cosa vogliamo per i nostri figli? Cosa gli trasmettiamo? Fra i mille compiti che svolgiamo dedichiamo moltissimo tempo ai ragazzi, apriamo le caserme e ci rechiamo spesso nelle scuole per parlare con loro, per mostrarci loro, per conoscerci sempre di più e sempre meglio. Lavoriamo da tempo e con grande sforzo sull’idea di ‘prossimità’, in mezzo alla gente, in mezzo ai più giovani, ma ancora ci dobbiamo confrontare con l’ipocrisia di chi si assume il ruolo altissimo di educatore e poi insegna agli studenti a biasimare chi rappresenta lo Stato proprio quando svolge il proprio difficile dovere”.
Coisp
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