“Da professionista di quell’antimafia delle parole in caduta libera di consensi e credibilità, Roberto Saviano vuole ritagliarsi un ruolo di primo piano in quella categoria di intellettuali che oggi va di gran moda, quella dell’antipoliziotto di professione”.
E’ quanto scrive Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, commentando l’editoriale di Roberto Saviano su l’Espresso a proposito degli scontri di Roma. “Un lavoretto comodo quello di salire sul pulpito e sputare giudizi e sentenze, gongolando feticisticamente della propria immagine circondata da un’aura di boria e livore, quanto basta per nascondere la realtà di un uomo da due soldi. In fondo – spiega Maccari – non serve una grande stoffa per compiacere, circuire, sedurre masse di violenti e disadattati che usano il disagio sociale o strumentalizzano i valori di libertà e democrazia per dar sfogo impunemente ai loro più bassi istinti animali. Bestie che hanno bisogno di due cose: un nemico su cui sfogare la propria rabbia – e lo hanno trovato nei poliziotti – ed un prestigiatore della penna capace di confondere la violenza gratuita con l’eroismo, i carnefici con le vittime, i cattivi con i buoni. Il cliché è sempre lo stesso: due righe mielose da imbonitore, per convincere il lettore della propria obiettività, e poi giù un fiume di fango, di trame, di bugie miste ad insulti. Come una indiscutibile autorità morale, Saviano può fare a meno dell’accertamento della verità. A cosa serve il lavoro della Magistratura? E’ Lui ad esprimere il Giudizio in nome del Popolo Italiano. E perché tutti riconoscano questo suo ruolo prossimo alla divinità, Egli non rinuncia a farsi scarrozzare dai suoi angeli custodi, quei Poliziotti di cui non esita a vendere dignità e onore, in cambio di un altro minuto di notorietà e di autocelebrazione”.
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