E’ partita stamane, sotto gli occhi di una Roma attonita di fronte ai volti insanguinati di tanti Poliziotti, una grande “vela” di 6 metri voluta dal Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, che girerà per le strade oggi, domani e venerdì mostrando inequivocabili immagini tratte dagli scontri di piazza che vedono da una parte Appartenenti alle Forze di Polizia impegnati in servizio d’ordine pubblico, pesti, laceri e sanguinanti, e dall’altra gruppi di facinorosi organizzati impegnati in violente aggressioni, armati di tutto punto e travisati in ogni maniera.
“E’ il nostro modo – spiega Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – per rendere realisticamente l’idea di ciò che accade, direi con inquietante regolarità, ogni volta che facciamo servizi di ordine pubblico nelle manifestazioni. E’ il nostro modo per correggere i messaggi distorti e manipolati che circolano dopo ogni massacro dei Poliziotti. Anzitutto la comoda versione che chi veste la divisa è pronto e destinato a farsi ammazzare di botte. Falso. Chi veste la divisa svolge un lavoro finalizzato a prevenire ed evitare pericoli e violazioni delle leggi, incidenti e atteggiamenti ‘fuori dalle righe’ che, con migliaia di persone in strada, possono pure verificarsi. Ma i Poliziotti non sono pagati per fare la guerra o la guerriglia, o come si preferisce chiamare ciò che invece, nei fatti, si verifica puntualmente. Non sono pagati per NON difendere le regole, se stessi ed i cittadini inermi e pacifici, ma il contrario. Secondo, in mezzo al caos delirante che tanti Servitori dello Stato devono fronteggiare loro malgrado, e che è opera in tutto e per tutto di violenti della più infima delle specie, non è davvero corretto e sopportabile che siano proprio loro a finire sotto il giogo del giudizio implacabile di chi è sempre pronto a censurarne l’operato criminalizzando un intero Corpo che invece paga un tributo altissimo per garantire agli altri di manifestare il proprio dissenso liberamente”.
“Si tratta – insiste Maccari – di un gravissimo atteggiamento che sottintende un vero e proprio sovvertimento dei principi in base ai quali veniamo mandati per strada. Un equivoco che, purtroppo, è stato fortemente avallato dal Capo della Polizia che, con un atteggiamento ‘pilatesco’, ha esternato dichiarazioni improntate al bisogno di placare gli umori di piazza scatenati da un’unica immagine estrapolata da un contesto ben più ampio e del tutto diverso da quel che si è voluto far apparire. Aver bollato con quell’oramai famoso ‘cretino’ il collega apparso nelle immagini che lo hanno ritratto mentre urtava (non si sa neppure se volontariamente o meno) una ragazza stesa in terra è e rimane un grave errore e, soprattutto, un’occasione persa per chiarire bene all’opinione pubblica cosa significhi svolgere un servizio come quello del 12 aprile a Roma, che ha visto quattordici appartenenti alle Forze dell’Ordine finire in ospedale. E’ stato ingiusto, anzitutto da un punto di vista personale ed umano, perché ha rappresentato un’inutile offesa all’uomo Poliziotto, dato ‘in pasto alla folla’ che voleva come al solito l’Agente cattivo da condannare alla croce; ed è stato irresponsabile nei confronti dell’intero Corpo di Polizia, cui si è causato un danno gravissimo perché non è censurando alla cieca implacabilmente e senza le dovute spiegazioni un Poliziotto che si esalta l’operato di tutti i colleghi, ma, anzi, così si è contribuito a quel rovesciamento della realtà che lo stesso Pansa ha denunciato”.
“L’ennesima colossale mistificazione dei fatti – conclude il Segretario del Coisp – grazie alla quale, alla fine, in troppi hanno qualificato come ‘vittime’ gruppi di persone che, al di là dei soliti comodi correttivi dell’ultimo minuto e delle scappatoie che in tanti hanno imparato a crearsi in questi casi trincerandosi dietro a un distorto diritto di manifestare, sono e restano delinquenti. Persone che hanno violato pesantemente numerose leggi, persone che hanno infierito brutalmente sugli Operatori della Sicurezza, persone che sono scese in strada già decise, organizzate e pronte ed attrezzate a fare più danni possibili, mettendo a repentaglio l’incolumità dei cittadini e soprattutto dei loro veri ‘nemici’, gli sbirri, infischiandosene che qualcuno avrebbe anche potuto uscirne morto, ipotesi niente affatto peregrina quando si lanciano bombe carta e si scagliano oggetti d’acciaio che possono divenire proiettili. E’ un copione che si ripete ogni volta drammaticamente, e che è provato e cristallizzato in immagini inequivocabili, che infatti stanno sollecitando le domande e le riflessioni di tante persone che in strada decidono anche di fermarsi a parlare con i colleghi che girano assieme alla nostra vela. Immagini cui si accompagna una semplice domanda: chi sono le vere vittime?”.
Coisp
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