“E’ assolutamente inaccettabile che si perseveri a tirare fuori una volta ogni tanto, solo quando la cronaca giudiziaria lo impone, le solite ignobili e fasulle recriminazioni contro un sistema, quello delle scorte in Italia, che tutti sanno benissimo quanto sia inefficiente (considerato che comporta non di rado costi del tutto evitabili e praticamente inutili) e soggetto ad abusi di ogni genere, e che oltre tutto necessita di una revisione completa, di una previsione chiara e rigida di compiti e di limiti entro cui deve svolgersi un servizio che resta pubblico, ma che troppi intendono come un rapporto di natura ‘privatistica’, pensando di poterne disporre – e di conseguenza di disporre degli stessi uomini che quel servizio svolgono – a proprio piacimento. Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo, la scorta è per lo più concepita come uno status symbol, e ciò significa molto quanto al modo di ‘viverla’ da parte dello scortato. Sentiamo spesso approcci verso questo servizio difficile e delicato assai fantasiosi e completamente campati in aria, cosa che ne tradisce molto spesso la falsità, di chi ama le dichiarazioni ‘spot’ delle quali la più riuscita è senz’altro quella di ‘voler rinunciare alla scorta’. Quale generosità e senso di responsabilità! Peccato che non è lo scortato a decidere se e come debba essere difeso, non è lo scortato a decidere della sua scorta: se debba esserci, cosa debba fare e come debba farlo. Solo chi pensa di poter disporre di chi serve lo Stato (e non lo scortato, si badi bene) può concepire una frase come ‘intendo rinunciare alla scorta’. Lo scortato può poi solo decidere di andare ben oltre i limiti della correttezza e dell’onestà, prendendoci gusto e finendo per abusare di un servizio reso nel solo interesse dello Stato”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna così ad intervenire sul tema che, da giorni ormai, tiene banco sulle cronache a seguito dei fatti giudiziari che hanno coinvolto, per l’appunto, uomini impegnati in servizi di scorta.
“L’esempio più eclatante di quanto incaute possano risultare certe dichiarazioni è certamente quello della Presidente Boldrini” aggiunge Maccari facendo riferimento ad un articolo comparso sul “Tempo” in cui si ricorda che la Presidente della Camera: “E’ la donna più scortata d’Italia, quindi d’Europa e, forse, del mondo. Un paradosso per chi, subito dopo la sua elezione alla terza carica dello Stato, aveva dichiarato lapidaria: ‘Ho chiesto di non avere la scorta. Non ho paura di camminare per Roma. Non ho paura di andare da casa in ufficio’. … E ha cambiato presto idea. Quattro mesi dopo, infatti, Laura Boldrini aveva a sua disposizione l’apparato di sicurezza più massiccio mai visto prima nella ‘felice Penisola delle auto blu’. Ai 12 poliziotti che le fanno da scorta, si devono aggiungere gli 11 del posto fisso sotto la sua abitazione. E il sistema di protezione si estende al compagno e, quando si trova nel Belpaese, alla figlia che studia all’estero. Facendo un calcolo per difetto, il tutto costa allo Stato, cioè a noi contribuenti, un milione e centomila euro l’anno”.
“Fino a qualche tempo fa, inoltre – si legge ancora nell’articolo -, sei agenti della polizia postale erano distaccati a Montecitorio per vigilare sugli attacchi cibernetici alla «presidentissima», molto sensibile (per usare un eufemismo) al sarcasmo online. La Laura più scortata del pianeta, dunque, può disporre di 27 uomini, senza contare il quartetto full time del «fidanzato» e l’altro part time della figlia ventenne. Un piccolo esercito, tenendo presente che il commissariato di Genzano ha in forza 37 uomini e quello di Porta Pia non arriva a 40. Infine, c’è un «operatore» che deve provvedere alla «logistica», cioè elaborare un piano di turni, ferie, sostituzioni-malattia e spostamenti vari…”.
“Ci pare inutile aggiungere altro – conclude Maccari -, i fatti si commentano da sé, e poi è troppo alto il rischio di mescolarsi alle solite voci di inutile e finta disapprovazione ‘temporizzata’. Noi invece denunciamo da tempo e costantemente certi scempi che, soprattutto in tempi di crisi in cui si chiedono sacrifici agli italiani e miracoli ai Poliziotti, sono un’offesa allo Stato, alle Istituzioni, a tutti gli italiani”.
Coisp
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