Uffizi: Autoritratti di artisti belgi in mostra in San Pier Scheraggio


Si intitola Gli autoritratti belgi degli Uffizi. Dall’Ottocento ai nostri giorni e comprende, tra le altre, anche le donazioni agli Uffizi di Jean-Michel Folon (del settembre 2005) e quella più recente di Jan Fabre (del settembre 2012).

È la mostra curata da Giovanna Giusti – presentata oggi nell’aula dell’ex-chiesa di San GASTON BERTRAND2Pier Scheraggio, nel Loggiato di levante degli Uffizi – che propone 23 opere di 22 autori; resterà visibile fino al prossimo 5 luglio e sarà visitabile, con ingresso libero, dal martedì alla domenica, dalle 14 alle 18.

“Attraverso il nucleo degli autoritratti belgi dall’Ottocento ai nostri giorni – dice il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini -, si valorizzano artisti del passato e del presente. Pervenuti per dono degli artisti, eredi o istituzioni, e anche tramite la liberalità di amici belgi, questi autoritratti confermano il carattere internazionale e, altresì, la rassicurante vitalità di questa raccolta, vanto unico degli Uffizi”.

“La mostra attuale – aggiunge il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali – nasce dalla nostra volontà d’ordinare piccole rassegne d’autoritratti d’artefici stranieri, che possano da un lato illustrare i rapporti culturali del museo fiorentino coi Paesi esteri e dall’altro attestare l’auspicio del museo medesimo a tenere il passo coi tempi”.

L’occasione di ripetute donazioni negli ultimi anni, che hanno prodotto l’ingresso nella collezione degli Uffizi di autoritratti di importanti artisti belgi del secondo Novecento e contemporanei, giunti grazie alla generosa liberalità di amici belgi, appassionati estimatori della Toscana e dei suoi tesori d’arte – Nicole d’Huart e Damien Wigny – , ha fatto considerare opportuno presentare queste opere donate negli ultimi anni (gli autoritratti di Gaston Bertrand, Berlinde de Bruyckere, Wim Delvoye, Jan Fabre, Louis Van Lint) insieme a quelle di altri artisti connazionali già presenti nella raccolta della Galleria.

È parso altrettanto conveniente non estrarre dalle sale e dal Corridoio Vasariano anche altri autoritratti più antichi (di Rubens, Van Dyck o Suttermans per esempio), ma favorire un confronto tra scuole e gruppi che hanno contribuito a far sì che l’arte belga fosse protagonista, dalla metà dell’Ottocento, nel rinnovamento di linguaggi e tendenze.

I contributi di studiosi (Anne Adriaens-Pannier, Nicole d’Huarte, Michael Palmer, Damien Wigny), con fondate competenze sull’arte belga, hanno permesso di ricostruire nel catalogo edito da Giunti un panorama ricco di fermenti e innovazioni, offrendo anche uno sguardo verso il futuro dell’arte belga. Molti autoritratti conservati nei depositi della Galleria, per ragioni di spazio (quali Emile Wauters, Fernand Khnopff, Eugeen Laermans, Victor Rousseau), sono ora in mostra ordinati in un percorso cronologico, che ricompone la varietà di orientamenti stilistici, che vanno dalla compostezza d’impostazione accademica alle più libere e talvolta crude espressioni dei tempi a noi vicini.

Ricerche d’archivio, condotte da giovani storici dell’arte (Orazio Lovino, Silvia Zanella, Simone Zimbardi) nell’Archivio Storico della Soprintendenza, hanno prodotto nuove informazioni circa le acquisizioni degli autoritratti di artisti belgi, tra Otto e Novecento, che furono sollecitate grazie ad una attenta politica d’incremento della collezione fiorentina voluta dai direttori della Galleria, a cui corrispose l’impegno del Comitato Italo-Belga che dette un contributo determinante all’arrivo delle opere. La mostra pertanto, in considerazione delle relazioni culturali che hanno sempre legato il Belgio e l’Italia, si offre come rinnovata espressione di amicizia reciproca e condivisione dei valori dell’arte.

 

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