“Quel che leggiamo sulla stampa a proposito del Rettore della Sapienza ci lascia basiti, indignati, sconcertati. Se tutto dovesse risultare pienamente confermato, non ci sarebbe altro da dire se non che dopo essersi coperto inesorabilmente di vergogna e di ridicolo, adesso ‘l’ultimo imperatore’ deve fare solo una cosa: tornare, non certo come dirigente o insegnante ma come allievo, alla scuola elementare, quella di una volta. Là potrebbe forse apprendere le basi della buona educazione, un po’ di senso civico, un po’ di rispetto per chi fa il proprio lavoro, ed il senso istituzionale che gli manca totalmente, e soprattutto potrebbe scoprire che lo Stato in cui vive le beate vesti di ‘alto papavero’ è una democrazia, non un insieme di piccoli regni di competenza sua e di tanti suoi colleghi. Una democrazia con regole e leggi che altri stabiliscono, e che poi altri ancora fanno rispettare, e nello specifico quella “Polizia di merda” che gli garantisce di aggirarsi nell’ateneo come un nobile nel suo reame in tranquillità. A noi, invece, non resta a questo punto altro da apprendere su tale signor Frati, quello che leggiamo oggi sulla stampa ci basta per sapere che ci pare indegno che una persona con questo inesistente senso dello Stato, della correttezza e del rispetto, sia alla guida di un’istituzione che si occupa di guidare ed istruire i nostri figli”.
Questa l’indignata replica di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alle dichiarazioni che i media attribuiscono a Luigi Frati, Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, che avrebbe inveito ad alta voce contro la Polizia. La vicenda, come si legge su molti quotidiani, risale all’8 luglio scorso, ma è emersa solo in seguito. In piena campagna elettorale per la scelta del nuovo rettore, un cittadino romeno reclutato per volantinare contro uno dei candidati è stato fermato dagli Agenti e sottoposto ad interrogatorio nel posto di Polizia dell’Università.
“Come si apprende dagli stessi verbali di Polizia – proseguono le notizie di stampa -, Frati sarebbe entrato nei locali dove si stava svolgendo l’interrogatorio e, dopo aver rivolto qualche domanda agli Agenti, avrebbe preteso di prendere in consegna lui stesso il giovane. Al rifiuto dei poliziotti il rettore ha risposto reiterando la propria richiesta e facendosi sempre più insistente: ‘Questa è la Sapienza, fino a prova contraria, e di questa università sono il responsabile fino alla fine di ottobre. Lasciate stare gli innocenti, quest’uomo non ha fatto niente di male…’. Da un nuovo diniego sarebbe scaturita una gazzarra, con spintoni ed il Rettore che urlava: ‘Questa è la mia università!’, per poi uscire dagli uffici senza il giovane romeno, ma urlando ad alta voce: ‘Polizia di merda”. Frati è stato infine denunciato per abuso d’ufficio, resistenza e calunnia.
“Cosa si può mai aggiungere a tanto – chiede retorico Maccari -? L’atteggiamento spocchioso, prepotente ed irriguardoso di Frati, così come descritto su tutti gli organi di informazione, la dice lunga sulla mentalità che alberga nelle menti di molti italiani, anche quelle più istruite. Ma come possiamo chiedere ed ottenere dai cittadini il rispetto che è dovuto a migliaia di donne e uomini che si sacrificano per gli altri se per primo chi si occupa di coltivarne la formazione vive all’insegna del disprezzo di chi veste la divisa?”.
“Signor Frati – conclude il Segretario Generale del Coisp -, lei ha offeso e calpestato senza remora alcuna la dignità di colleghi che compiono un lavoro che merita invece il massimo rispetto, per le condizioni proibitive che assillano i Poliziotti italiani ogni giorno, per la mole di impegni che essi sono in grado di onorare nonostante tutto grazie alla sola forza di volontà ed al senso del dovere, per l’assoluta ingratitudine, la maleducazione e la bassezza con cui si confrontano così di frequente, per i pochi spiccioli che l’Italia non si vergogna di dargli in cambio del rischio della salute e della vita stessa che si annida in ogni angolo delle nostre città e in ogni ufficio, anche quello che a lei può sembrare comodo (certo, mai quanto la sua poltrona di pelle!). Eppure, signor Frati, si ricordi che l’importanza ed il valore del lavoro che si svolge non risiedono nell’ammontare del compenso che si percepisce, ma nella bontà dei valori da cui ci si fa guidare nel compierlo. Per questo del valore dei colleghi impegnati nel Commissariato presso l’Università che lei ancora, non si può minimamente dubitare, mentre del resto… chissà… Lo dica lei, ma solo dopo aver reso le sue doverose scuse”.
Coisp
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