L’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, sede di SantAnastasia (NA), nella persona di Giuseppe Fornaro, propone alle scuole e ai Comuni della Provincia di Napoli un SERVIZIO DIDATTICO finalizzato a far conoscere agli alunni di età compresa fra 5 e 13 anni, l’handicap visivo, in tutti i suoi aspetti, attraverso l’esperienza diretta.
Il servizio è rivolto ad un gruppo di circa 20 alunni, appartenenti alla stessa fascia detà, che saranno coinvolti in una serie di attività che facciano comprendere i limiti e allo stesso tempo tutte le potenzialità delle persone con disabilità.
Ogni intervento è studiato a seconda della fascia detà a cui è rivolto, ed è strutturato in vari step:
1) Brainstorming interattivo, finalizzato a capire quali sono le conoscenze pregresse relative al mondo dei non vedenti.
2) Brevi laboratori impostati soprattutto sul gioco per far conoscere il codice Braille, i problemi connessi all’orientamento e alla mobilità, l’utilizzo dei sensi vicari per la conoscenza della realtà, giochi sonori, olfattivi e del gusto.
3) Dimostrazioni pratiche relative all’utilizzo del computer da parte dei non vedenti e ipovedenti, e delle altre tecnologie, quali ad esempio smarthphone ecc.
4) Giocare insieme con gli ausili tiflodidattici per far capire come molti strumenti usati per i non vedenti siano in realtà mezzi utili a tutti i bambini.
5) Leggere i libri tattili insieme al mio amico non vedente, anche in questo caso il libro che non è soltanto guardato, letto ma anche toccato, può diventare un’esperienza da condividere insieme.
6) Panoramica su sport e giochi finalizzati all’inclusione delle persone con disabilità visiva. Alla fine delle dimostrazioni ed attività varie verranno analizzati i risultati, e si concluderà con un breve dibattito che ha lo scopo di soddisfare ulteriori curiosità emerse durante lesperienza.
Tale progetto voluto fortemente dal rappresentante locale, Giuseppe Fornaro, ha molti obiettivi tra cui il principale è diffondere la conoscenza del mondo dei non vedenti per rendersi conto di come possano vivere la propria normalità, e di come relazionarsi nei loro confronti al fine di vedere la diversità non più con il solito sguardo pietistico, ma come una fonte senza fine di ricchezza interiore.
Nessun Commento