Il restauro dell’Annunciazione di Pietro del Donzello Santo Spirito In Basilica anche due “storici” paliotti


Viene oggi presentato il restauro dell’Annunciazione di Pietro del Donzello. Il dipinto su tavola fu realizzato per la Cappella Frescobaldi della Chiesa di Santo Spirito tra la fine del 1498 e l’inizio del 1499.

L’intervento, condotto dallo Studio di Anna Monti sotto la direzione di Daniele Rapino, funzionario per la Chiesa e il Quartiere di Santo Spirito della Soprintendenza per il PoloMuseale Fiorentino, è stato reso possibile grazie al dono della Fondazione non profit Friends of Florence che ha raccolto l’invito prima di Padre Giuseppe Pagano, e poi di Padre Antonio Baldoni, Rettore della Basilica di S. Spirito, che insieme alla Soprintendenza fiorentina da tempo aveva ben presenti le delicate condizioni di conservazione del dipinto.

Come afferma il Soprintendente per il Polo Museale, Cristina Acidini, “Tra i compiti della Soprintendenza Fiorentina di via della Ninna c’è anche quello della tutela dei beni del territorio. Per questo sono grata ai Friends of Florence e al dr. Rapino per aver permesso il rientro in Basilica di un’opera così importante, dopo un delicato quanto necessario intervento di restauro”.

Da parte sua Padre Antonio Baldoni, Rettore della Basilica, dice: “Con soddisfazione e anche con curiosità, dovuta al fatto di non avere ancora visto di persona il quadro raffigurante l’Annunciazione del Donzello, essendo subentrato nella Rettoria della Basilica durante il restauro, riaccogliamo il capolavoro nella nostra bella chiesa. Senza dubbio il quadro restaurato rapprsenta un’ulteriore attrazione per i turisti che visitano la Basilica, e si affianca alla splendida Pala Nerli di Filippino Lippi, recentemente restaurata. Ringazio il Dott. Daniele Rapino e quanti hanno collaborato al restauro del capolavoro del Donzello”.

“La Chiesta di Santo Spirito è una reatà spirituale di grande valore nel centro di Firenze che ci sta particolarmente a cuore con i suoi tantissimi capolavori e con l’architettura sublime di Brunelleschi – aggiunge Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente della Fondazione non profit Friends of Florence. “Nel 2011 ho avuto il privilegio di visitare Santo Spirito con Padre Giuseppe Pagano e con Dott. Alessandro Cecchi prima del nostro restauro della Pala Nerli di Filippino Lippi eseguita sempre da Anna Monti e lo Studio Monti. In quell’occasione erano molto evidenti le condizioni pessime dell’Annunciazione di Pietro di Donzello, con il pericolo di perdita del colore. Nel prossimo futuro Friends of Florence vorrebbe poi continuare il percorso di proteggere altre opere nella Chiesa di Santo Spirito per sottolineare l’importanza di questo centro spirituale ed artistico che così ben definisce la filosofia degli Agostiniani nel mondo. Inoltre vogliamo dare un segnale positivo con questo nostro percorso del salvaguardia di questo quartiere, piazza e Chiesa dal degrado progressivo che vediamo ogni giorno”.

In senso più tecnico, il funzionario della Soprintendenza responsabile della tutela Daniele Rapino afferma: “Dopo due anni di assenza, torna a decorare l’altare di una delle cappelle della famiglia Frescobaldi della Basilica di Santo Spirito, la tavola raffigurante l’Annunciazione di Pietro del Donzello, unica opera documentata dell’artista eseguita tra il 1497 e il 1498. Il tema dell’Annunciazione è tra quelli più rappresentati nella Firenze del ‘400, favorito dalla grande devozione per la sacra immagine dipinta sulla controfacciata della chiesa della SS. Annunziata. Ciò che la rende di grande interesse, oltre alla straordinaria resa intimista delle due figure di cultura leonardesca, è la resa magistrale del contesto architettonico prospetticamente impeccabile. Infatti pur con illustri precedenti, Beato Angelico, Domenico Veneziano e Perugino, in cui la scena sacra è rappresentata all’interno di un cortile di una privata dimora, Piero del Donzello in questo caso mostra di aver ben compreso la lezione degli architetti operanti in quello scorcio di fine Quattrocento, Giuliano da Maiano in primis con cui collaborava in quegli anni, tesa a ripensare l’equilibrio e l’armonia dell’architettura classica. Non a caso la trabeazione doppia dei pilastri del cortile in cui è ambientata la scena, richiama la stessa delle colonne all’interno della basilica di S. Spirito e sono, probabilmente, un esplicito omaggio all’architettura del Brunelleschi. Punto focale della scena è lo straordinario vaso (simbolo di fede) in calcedonio che accoglie un mazzo iris (simbolo di saggezza e della Trinità). Il dipinto è stato restaurato da Anna Monti”.

UN RESTAURO COMPLESSO CHE HA RIVELATO DETTAGLI NASCOSTI

Il restauro dell’Annunciazione di Pietro del Donzello si è rivelato un’operazione molto complessa a causa delle problematiche che il dipinto presentava al momento del suo ricovero presso lo studio di restauro Monti. La superficie pittorica presentava una diffusa fragilità degli strati pittorici, dovuta anche alla colatura di acqua proveniente dalla vetratadella Cappella nella quale da sempre è ubicata l’opera, mentre l’intero dipinto era stato compromesso da un’antica pulitura eseguita con metodi aggressivi che in passato si era resa necessaria per rimuovere una vernice a base di olio di lino e che insieme a essa si portò via parte della pellicola pittorica, poi integrata con un restauro pittorico piuttosto invasivo. L’analisi sul dipinto ha dunque riferito una situazione alquanto delicata e confusa tra parti originali, rifacimenti e ridipinture: un’opera dalle condizioni complesse sulla quale era più che mai necessario intervenire con cura e profonda attenzione. Ogni azione eseguita sul dipinto è infatti il frutto di scelte critiche e accurati approfondimenti storicoartistici e scientifici.

Nel corso dell’intervento sono emersi particolari inaspettati, come ad esempio il volto e la figura dell’Angelo, il viso, le vesti e la corona della Vergine, quest’ultima costituita da una sottilissima foglia di oro zecchino applicata a missione, realizzata dal pittore quandoaveva già completato la pittura dei capelli e del velo e poi ricoperta nel tempo da interventieseguiti con materiali metallici e ridipinture grossolane. “Riportare alla luce i frammenti di foglia d’oro che si trovavano al disotto delle due ridipinture della corona, ha richiesto un lungo e minuzioso lavoro al microscopio che abbiamo eseguito esclusivamente a secco mediante l’uso del bisturi e che abbiamo monitorato costantemente in modo da identificare,non senza difficoltà, il disegno delle pietre e delle perle, afferma Anna Monti che ha curato l’intero lavoro di restauro. A fronte del recupero della corona originale antica, la decisione rispetto ad altre estese ridipinture come parte del manto azzurro e la veste rossa della Vergine, è stata prettamente di tipo conservativo: l’unica ridipintura che è stata asportata – continua la restauratrice – è quella che interessava il pilastro dietro la Vergine che, avendo un tono cromatico più chiaro rispetto al colore originale, appariva incoerente rispetto all’architettura del chiostro, elemento quest’ultimo che in questa tavola come è noto, si presenta corretta dal punto di vista delle relazioni fra strutture indicate, spazialità e illuminazione”.

Il restauro pittorico durato cinque mesi ha interessato innumerevoli abrasioni e microcadute di colore che impedivano una corretta lettura del tessuto cromatico dell’intera

opera. Il delicato lavoro di ricollegamento realizzato con trasparenti velature ad acquerello ha riportato alla luce particolari inediti che a occhio nudo non erano più visibili, come ad esempio il piccolo gatto ai piedi del letto nella camera della Vergine e il velo che ricopre le maniche della veste dell’Angelo e avvolge svolazzante le sue caviglie. Grazie dunque a questo attento lavoro di restauro e alla generosità della Fondazione non profit Friends of Florence, l’Annunciazione di Pietro del Donzello potrà tornare a essere visibile nella Basilica di S. Spirito all’interno della Cappella Frescobaldi, negli orari di apertura della chiesa.

IL RESTAURO DI DUE STORICI PALIOTTI

Da segnalare, inoltre, che la Basilica conserva un considerevole numero di paliotti databili intorno alla metà del Settecento, nessuno dei quali è attualmente esposto. In questa stessa occasione, saranno ricollocati agli altari Antinori e Frescobaldi (non lo stesso dov’è la tavola dell’Annunciazione) due paliotti restaurati, di quattro in programma, con fondi della Soprintendenza. I manufatti, realizzati da maestranze locali, sono in cuoio rivestito completamente in foglia d’argento, oggi molto ossidata, a sua volta dipinta con motivi a fogliame, fiori e arabeschi in oro meccato, secondo la moda del tempo con al centro lo stemma gentilizio della famiglia patronale della cappella. Il restauro è stato eseguito dalla ditta Ardiglione di Marcolongo e Tascione.

Didascalie immagini

1. Il dipinto dopo il restauro

2. Il dipinto durante la pulitura

3. Il dipinto durante la pulitura

4. La superficie prima del restauro

5. Particolare della corona originale

6. Particolare del volto della Vergine e della corona durante il restauro

7. I fiori dopo il restauro

8. L’angelo dopo il restauro

9. Il dipinto prima del restauro

10. Paliotto Antinori Capponi

11. Paliotto Frescobaldi

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