Senza una riforma della formazione non ci potrà essere una vera riforma del lavoro. Questo il messaggio che arriva dal mondo della formazione aziendale e professionale riunitosi oggi a Milano per l’apertura di ExpoTraining (in Fiera Milano fino al 3 ottobre).
La fiera della formazione è stata inaugurata da Annamaria Furlan, segretario aggiunto e prossimo leader della CISL, che ha detto: “Negli anni scorsi abbiamo assistito ad una serie di tagli continui alla formazione, come pure alla ricerca, ed è arrivato il momento di invertire questa tendenza. Per farlo si dovrebbe partire dalla detassazione delle ore di formazione e da forme di contatto istituzionalizzate tra scuola e lavoro”.
All’inaugurazione di ExpoTraining è intervenuto anche il Governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha ricordato come la Lombardia sia considerata una best practice per la formazione: “Non a caso abbiamo riunificato in un Assessorato lavoro, formazione e istruzione. Per Expo2015 stiamo finanziando le imprese per la successiva formazione e ricollocazione delle migliaia di giovani che lavoreranno in Expo”.
Ad ExpoTraining è stato presentato il Manifesto della formazione, da sottoporre a Governo e Parlamento, con l’obiettivo di inserire nella riforma del lavoro anche la riforma della qualificazione: una legge che renda obbligatoria la formazione; favorire il credito alla formazione; aumentare e certificare la qualificazione della formazione; riformare il sistema dei Fondi Interprofessionali; rivedere il sistema dell’accreditamento Regionale delle strutture formative e accentuare le leve formative nelle politiche attive del lavoro.
“L’idea di creare una Agenzia del Lavoro è già obsoleta – ha detto Carlo Barberis, Ceo di ExpoTraining – piuttosto servirebbe una Agenzia del Capitale Umano che metta il concetto di competenza al centro dell’azione riformatrice. Se vogliamo attrarre investitori esteri dobbiamo avere una forza-lavoro qualificata”.
Intervenendo sul tema della riforma del lavoro, Annamaria Furlan ha dichiarato di guardare con interesse alla proposta di Renzi di regolarizzare quel milione di lavoratori precari (false Partite Iva, Co.Co.Pro, etc): “Se il contratto a tutele crescenti assorbe il finto lavoro autonomo, allora noi siamo d’accordo”.
Nel settore della formazione operano 35 mila soggetti (di cui 7 mila accreditati presso le Regioni), con un giro d’affari annuo di 3 miliardi di euro, impiegando 600 mila lavoratori (diretti e indiretti). Relativamente al giro d’affari, 500 milioni sono attribuibili al settore privato e 2.500 al settore pubblico (800 milioni dai Fondi Interprofessionali, il resto dall’Unione Europea, dal Ministero del Lavoro e dalle Regioni). Altrettanto rilevanti i numeri del comparto dei servizi al lavoro: 2 mila operatori sul mercato, 1 milione di dipendenti, giro d’affari di 4 miliardi.
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