Compagnia Arnolfo Petri
Teatro il Primo Napoli
presentano
RAPSODIA IN NOIR
Requiem per una città senza più voce
Versi, prosa e drammaturgia di Arnolfo Petri
liberamente tratto dal libro “Rapsodia in noir- Sette storie di ordinaria crudeltà” di Arnolfo Petri
con
Arnolfo Petri
Guest voice: Maria Rosaria De Liquori
Alla fisarmonica: Andrea Bonetti
Musiche originali: Michele Maione
Scene: Clelio Alfinito
Costumi: Francesca Filardo
Video executive: Paolo Petruzziello
Montaggio video: Nicola Galiero
Coordinamento tecnico: Enrico Scudiero
Assistente alla regia: Aurelio De Matteis
Progetto e Regia: Arnolfo Petri
Sei storie di ordinaria crudeltà. Sei stazioni del dolore. Altrettanti accordi “noir” a comporre una ipotetica rapsodia. Sinfonia stonata al coacervo più impressionante di contraddizioni: Napoli. Scoglio di sirene “sporco e malevestuto”. Terra di conquista e di sfruttamento. Principato dell’illegalità dove “nisciuno vaso è nu vaso d’ammore”.
Sullo sfondo il dedalo di vicoli neri, scuri, senza fine, le facciate sporche e fatiscenti dei palazzi di tufo, le piazze e le fontane dove echeggia ancora l’eco dei revolver e del piombo “sputato”.
Sette storie per raccontare ‘o paese d’’o sole, “addo’ tutt’ ’e parole, d’amianto o di piombo, sputate o inghiottite, so’ sempe parole d’ammore”.
Arturo, Titta, Michele, Patrizia, Mena il piccolo Merdillo. Sette note stonate che raccontano un dolore crocifisso a lettere di fuoco sui sanpietrini di piazza Mercato. Sulle facciate pericolanti dei palazzi a spuntatore a Via Duomo. Sulle volte barocche delle chiese sconsacrate dei Tribunali e dell’Anticaglia. Sette modi per raccontare una città, un popolo. Senza sconti e mediazioni.
Titta La Rossa, ‘a mortallerta, la puttana bambina, trucidata da un manipoli di disgraziati, “pronte a menàcavece pe nunpigliàcavece”, deportados della disperazione giunti per errore in questa “America del cazzo”, indecente assioma delle ferite stampate sulle facciate di questi palazzi vecchi.
Patrizia, il travestito che attende da anni il ritorno del suo uomo padrone, metafora beffarda di un’attesa che da secoli cristallizza la città in un futuro senza speranza.
Merdillo, il bambino prigioniero in un cantiere della ricostruzione nella Napoli laurina, micidiale emblema di uno sfruttamento atavico e senza sconti.
I deliri di Arturo, sullo sfondo di vicoli pullulanti di santone, guaritrici, taumaturghe, sberleffo crudele a quella fede che da sempre è speranza e al tempo stesso galera di un popolo.
L’ascesa al potere di Mena, ex puttana di Porta san Gennaro, emula contemporanea della Filumena Marturano ma senza più sogni, emblema di un potere affaristico e colluso che ha saputo mettere “le mani sulla città”.
A sette anni da Crastula, premio Fondi La Pastora per la drammaturgia, e solo ad uno da Camurrìa, premio “Sipario” e menzione speciale al Premio Fersen, Arnolfo Petri torna ad affondare i suoi coltelli indagatori nei mali oscuri di Napoli. Mali atroci che evocano l’epidemia che, sul finire degli anni Settanta, uccise i figli innocenti di questa città. E che ancora oggi striscia, come un gas venefico, tra le strade scure dove “persino le pietre hanno paura di parlare”.
Un atto di dolore. Un atto d’Amore. Un atto necessario. Un spettacolo che è un libro in cui la parola diventa grido, condanna. Colpevole, atroce, spietata. Di una città, matrigna e madre, amante e puttana, che non ha più voce.
RAPSODIA IN NOIR
Venerdì 7 Novembre ore 21
Sabato 8 Novembre ore 21
Domenica 9 Novembre ore 18
Teatro Il Primo
Via del Capricorno, 5
Rapsodia in noir è il primo dei quattro spettacoli del Circuito UnderTheater
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