Oltre la violenza’ (O.L.V.). Si chiama così lo sportello istituito dall’Asl Na1Centro e rivolto agli uomini responsabili di violenze di genere. Il servizio è completamente gratuito ed è il primo nel suo genere in Campania e tra i primi in tutto il sud Italia nell’ambito della sanita’ pubblica.
Lo sportello è stato inaugurato a maggio presso la sede del’Unità operativa di Psicologia Clinica in Piazza Nazionale a Napoli, ed è aperto il venerdì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18 e si avvale della collaborazione volontaria dell’Ente di ricerca ‘Anima’ per lo svolgimento di consulenze on-line e dell’Associazione di promozione sociale ‘Pensare Più’. Il team dell’Unità operativa è composto da psicologi, un’assistente sociale e un’infermiera professionale. Per prendere contatti bSTA telefonare al 3385004398 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 15, il mercoledì e venerdì dalle 16 alle 18), inviare un messaggio alla pagina Facebook ‘O.L.V.’ o scrivere una mail all’indirizzo [email protected].
Il servizio è rivolto a uomini autori di violenza o che esprimono difficoltà a vivere rapporti non conflittuali con l’altro sesso, parenti, familiari o conoscenti di autori di violenza e operatori di servizi che nella loro pratica professionale entrano in contatto con fenomeni di maltrattamento e di violenza.
Oltre ai colloqui individuali e ai gruppi di sostegno e di auto aiuto, sarà possibile richiedere consulenze psicologiche on line attraverso il sito www.animaonline.org, anche per garantire un livello ancora maggiore di anonimato.
L’iniziativa lanciata dall’Asl Na1 si inquadra nell’ambito delle norme approvate negli ultimi mesi, a cominciare dal decreto sul femminicidio, convertito in legge nel 2013, e tiene conto degli studi più avanzati sul fenomeno della violenza realizzati negli ultimi anni da esperti del settore a livello nazionale e internazionale. Studi che hanno portato a considerare, per una reale efficacia degli interventi di contrasto alla violenza, la necessità di agire a diversi livelli tra essi collegati. È necessario cioè integrare le azioni di tipo repressivo sugli autori di violenza, il ‘recupero’ e la tutela delle vittime, interventi che puntano alla prevenzione e all’educazione, in grado di modificare più precocemente e profondamente una mentalità di tipo violento radicata non solo nel singolo individuo ma nell’intera comunità.
Un servizio che appare ancora più indispensabile in una regione che detiene ormai da tempo il triste primato delle vittime di femminicidio. Nel 2012 sono state nove le donne uccise in provincia di Napoli, una in più di Torino, due in più rispetto a Milano. Anche su base regionale, la Campania è risultata l’area più violenta con 15 omicidi nel corso dell’anno. Il record negativo è stato confermato anche nel 2013, quando si è registrato un numero sostanzialmente stabile di femminicidi (128). Secondo i dati raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, i casi in Campania nel primo semestre del 2013 sono stati 9 sui 68 complessivi.
Se si allarga l’orizzonte oltre il femminicidio, il quadro preoccupa ancora di più. Il rapporto Eures-Ansa evidenzia che ogni giorno in Italia viene colpita da atti di violenza di genere (fisica, verbale e psicologica) una donna ogni 12 secondi. Nel 2010, l’ultimo anno con dati disponibili, si sono contati circa 105 mila reati di genere, oltre 290 al giorno. Nel 2012 ci sono stati 8.762 denunce e arresti per stalking, in costante crescita rispetto al 2009 (5.436), al 2010 (6.995) e al 2011 (8.127). Le regioni in testa sono Lombardia (1.525), Lazio (1.015) e Campania (1.045), con dati raddoppiati rispetto a quelli registrati dal ministero dell’Interno nel 2009.
Un intervento inoltre, che può risultare utile anche sul piano economico se si considera che le violenze subite dalle donne costano ogni anno circa 17 miliardi di euro, il triplo di quanto l’Italia spende per gli incidenti stradali. In base all’indagine presentate a fine 2013 da Intervita onlus, infatti, dei 16,719 miliardi di euro spesi, 2,377 sono costi diretti, cioè sanitari (460,4 milioni), consulenza psicologica (158,7 mln), farmaci (44,5 mln), ordine pubblico (235,7 mln), giudiziari (421,3 mln), spese legali (289,9 mln), costi dei servizi sociali dei Comuni (154,6 mln) e dei centri antiviolenza (circa 8 milioni). La mancata produttività è stimata invece in 604,1 milioni di euro. Dati che potrebbero essere molto sottostimati, in quanto solo il 3,3% delle vittime ha fatto ricorso a cure ospedaliere, mentre il 96,7% di coloro che hanno subito episodi di violenza non ha dato luogo a ricoveri, ma molto probabilmente ha determinato conseguenze sulla salute e prodotto costi non valutabili con esattezza.
“Uno sportello per uomini maltrattanti è un grande segnale di civiltà – sottolinea il direttore generale dell’Asl Na1, Ernesto Esposito – La Asl, come sua missione, cerca di prevenire tutti i fenomeni. E qui, per la prima volta, ci rivolgiamo direttamente alla causa. Se noi curiamo l’uomo autore del reato, possiamo evitare il ripetersi di violenza contro le donne. Ci potrebbe essere anche un vantaggio economico, perché prevenire è sempre meglio che curare, anche dal punto di vista economico. Siamo la prima Asl ad aver aperto uno sportello del genere, che offre un servizio completamente gratuito”.
“Si tratta di uno sportello innovativo – fa notare Antonella Bozzaotra, psicologa referente del progetto – in primo luogo perché come sanità pubblica ci occupiamo di qualcosa generalmente appannaggio del mondo delle associazioni e del privato sociale. In secondo luogo perchè stileremo un protocollo d’intesa con un ente di ricerca per osservare questo fenomeno, allargando lo sguardo. Siamo consapevoli che si tratta di una sfida complessa, perché è facile schierarsi a favore di chi subisce violenza, ma chi commette violenza è parte di questo fenomeno e non va dimenticato”.
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