“E’ impossibile nascondere lo sconcerto nell’assistere alla totale resa del Sistema di fronte alle inefficienze che non gli consentono di dare risposte certe e giuste alle vere esigenze di sicurezza dei cittadini. Non si riesce a fronteggiare il carico di lavoro necessario ad assicurare il rispetto delle regole? Allora si eliminano le regole o si svuotano di contenuti concreti… E’ davvero vergognoso e desolante. Basta una rapida occhiata al progetto di depenalizzazione dei reati cosiddetti ‘minori’ e ‘di lieve entità’ per comprendere quanto incolmabile sia ormai la distanza fra chi governa in Paese e chi vive la propria quotidianità fra mille paure, mille difficoltà, mille ingiustizie, mille sacrifici. Quella gente ‘normale’ cui noi stessi Operatori delle Forze dell’Ordine apparteniamo e che ci sforziamo in ogni modo di difendere e tutelare, trovando ogni giorno sul nostro cammino sempre più ostacoli e difficoltà che di fatto vanificano, spesso, il nostro operato. Per non parlare, poi, delle poche tutele nei nostri stessi confronti che vengono erose sempre di più, così che anche noi veniamo in pratica privati anche di quel minimo di garanzie che ci sarebbero dovute. Tutto questo ha davvero il sapore di una deriva odiosa e pericolosa, e noi che veramente mettiamo la nostra vita al servizio dei più deboli avvertiamo tutto questo come una sorta di ‘tradimento’ verso di loro e verso noi stessi”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a proposito del “varo” da parte del Consiglio dei Ministri del testo del Decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014 che prevede la depenalizzazione di alcuni reati definiti “minori”. E’ lo stesso sito della Presidenza del Consiglio, poi, ad informare che nella seduta del primo dicembre, fra l’altro: “Su proposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di decreto delegato che recepisce le proposte elaborate dalla commissione ministeriale nominata con D.M. 27 maggio 2014 e presieduta dal prof. Francesco Palazzo con l’obiettivo di rivedere il sistema sanzionatorio e dare attuazione alla legge delega 67/2014 in materia di pene detentive non carcerarie e depenalizzazione. L’istituto, costruito quale causa di non punibilità, consentirà una più rapida definizione, con decreto di archiviazione o con sentenza di assoluzione, dei procedimenti iniziati nei confronti di soggetti che abbiano commesso fatti di penale rilievo caratterizzati da una complessiva tenuità del fatto, evitando l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria. Resta ferma la possibilità, per le persone offese, di ottenere serio ed adeguato ristoro nella competente sede civile. L’attuazione della delega consentirà ragionevolmente, nel breve periodo, di deflazionare il carico giudiziario restituendo alla giustizia la possibilità di affrontare con nuove energie indagini e processi complessi, la cui definizione possa essere ritardata o ostacolata dalla pendenza di processi relativi a fatti di particolare tenuità”.
“Si parla di ‘lieve entità’ del fatto e di ‘reati minori’ – incalza Maccari -, senza dare il minimo peso a ciò che veramente il cittadino soffre e considera una violenza ed un’ingiustizia, e senza valutare le reali gravissime conseguenze che certi provvedimenti avranno. Si sacrificano i diritti e gli interessi dei più deboli ed anche dei più esposti, come certamente i Poliziotti sono, etichettandoli come cose di poco conto e che possono essere serenamente sacrificate. Proprio come si fa da anni, ormai, con i diritti, gli interessi e la vita stessa degli Operatori delle Forze dell’Ordine. Ed infatti, tanto per cambiare, non potevano mancare fra i comportamenti ai quali si dà il ‘via libera’, ovviamente, l’oltraggio a Pubblico Ufficiale, l’intralcio alla giustizia, l’istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, la resistenza a Pubblico Ufficiale. Non siamo nuovi a queste aberranti iniziative di chi governa dall’alto di poltrone che levitano in un iperspazio di agi e di privilegi ad anni luce di distanza dalla realtà in cui tutti noi altri viviamo, ma oggi leggere le ben 112 fattispecie di reato per le quali non è più prevista alcuna seria conseguenza, lascia basiti e ci dimostra, a dispetto di chi vorrebbe farci passare come ‘nemici’ dei comuni cittadini, come invece noi siamo i soli e gli unici rimasti a preoccuparci davvero dei tanti pericoli e delle tante, innumerevoli ingiustizie che li tormentano ogni giorno e rispetto alle quali, adesso, avremo un gravissimo problema in più: quello di vigilare doppiamente perché il vuoto assoluto di tutela loro riservato non li spinga verso il concreto e pericolosissimo tentativo di difendersi e cercare giustizia da soli”.
Coisp
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