Uno straordinario laboratorio-scuola all’interno del complesso vasariano degli Uffizi per un selezionato gruppo di studenti di restauro.
Si è concluso con successo il Corso di Formazione per il restauro di superfici architettoniche e pitture murali dell’ex-chiesa di San Piero in Scheraggio, organizzato dalla Scuola Edile di Firenze e che ha visto impegnato anche un gruppo di giovani allievi dell’istituto fiorentino. Avviatosi lo scorso settembre, il corso è riuscito a portare a termine il recupero degli elementi decorativi delle strutture murarie originali della ex-chiesa di impianto romanico, successivamente inglobata dal Vasari nella costruzione degli Uffizi.
Con la direzione scientifica di Daniela Parenti (Direttrice del Dipartimento pittura del Medioevo e primo Rinascimento degli Uffizi) e di Antonio Godoli (Direttore dipartimento di architettura degli Uffizi ), e sotto la diretta responsabilità di una restauratrice abile e esperta come Laura Lucioli, nell’arco di quattro mesi gli studenti hanno appreso, applicandole con successo, le teorie e le tecniche del restauro su questa tipologia di strutture architettoniche decorate.
L’organizzazione di questo corso è stata possibile anche grazie al contributo economico della Camera di Commercio di Firenze e alla disponibilità del Polo Museale Fiorentino nella messa a disposizione dei locali.
“Si è trattato – dice il Soprintendente ad interim del Polo Museale Fiorentino, Alessandra Marino – di una bella occasione di impegno anche perché è stata l’occasione per riportare dai depositi di Palazzo Pitti in San Pier Scheraggio l’affresco con la figura di un santo staccato più di cinquant’anni fa da una delle colonne che si vedono in via della Ninna ed è stato temporaneamente riposizionato all’interno della chiesa, costituendo quindi un’opportunità di ripensamento per una sua successiva e definitiva collocazione”.
“A conclusione del laboratorio in quella che era la navata destra di San Pier Scheraggio – aggiunge il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali – ribadisco la convinzione espressa quando esso mi fu proposto. Vale a dire che la formazione di restauratori e d’artigiani rappresenta per Firenze un investimento indispensabile per il suo futuro. Posso ben dirlo dopo tanti interventi negli ambienti storici degli Uffizi; interventi felicemente compiuti proprio per l’alta specializzazione degli operatori impegnati. Quella fiorentina è una tradizione antica e nobile, che va tenuta viva”.
“La Scuola Edile di Firenze è attiva da oltre 50 anni nel settore della formazione in edilizia con particolare attenzione nella formazione di restauratori dei beni architettonici – afferma il Direttore della Scuola Edile di Firenze, Alessandro Alfaioli – e tutti i corsi hanno per oggetto beni di proprietà pubblica grazie ad una serie di convenzioni che ci consentono di svolgere all’interno di immobili di proprietà della Soprintendenza. Questi laboratori possono essere sia individuati di volta in volta, come in questo caso, o permanenti come quello all’interno della Villa medicea della Petraia dove si svolgono i corsi di restauro degli arredi e dipinti. Il nostro scopo è dare a giovani appassionati l’occasione di crescere e formarsi su beni culturali unici al mondo, godendo di un raro privilegio. D’altro canto è altrettanto importante per la nostra Scuola, espressione delle parti sociali sindacali e datoriali di ANCE, offrire loro reali opportunità di ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di un obiettivo alto e forse molto complesso in questo momento economico ma dal quale non ci vogliamo sottrarre in virtù della nostra stessa natura”.
“Seppure ridotte ormai a pochi frammenti – sottolinea Daniela Parenti – le pitture murali restaurate testimoniano l’importanza che la chiesa di San Pier Scheraggio, officiata fino al tardo XVIII secolo, ebbe in epoca medievale nella vita religiosa e civica fiorentina, ospitando fra l’altro le riunioni dei priori delle Arti prima della costruzione di Palazzo Vecchio. Il velario presente lungo la parete che in origine chiudeva la navata destra della chiesa sembra risalire al XIII secolo, mentre già alla prima metà del secolo seguente sono riferibili gli affreschi con San Francesco e un santo martire raffigurati sulle colonne, che attestano lo splendore decorativo che doveva caratterizzare l’edificio”.
“Se ce ne fosse bisogno – ricorda Antonio Godoli – questa è una bella dimostrazione che l’architettura romanica fu ‘scuoiata’ dei suoi intonaci dipinti, come spesso ricorda Antonio Paolucci”.
“È stata un’esperienza pratica molto ricca – conclude la restauratrice Laura Lucioli – durante la quale i ragazzi hanno potuto operare su una casistica di materiali e situazioni conservative differenti tra loro. Siamo partiti con interventi sul paramento lapideo e in laterizio, per poi intervenire sugli intonaci antichi e concludere con l’affresco e l’affresco staccato”.
Il corso-restauro
Il corso ha previsto lezioni teoriche e pratiche con una particolare attenzione alle attività di spolveratura delle superfici, preconsolidamento delle porzioni decoese di intonaco, lapideo e affresco, rimozione di materiali non idonei dovuti ai vecchi restauri, prove comparative di pulitura per individuare la metodologia più idonea per il restauro delle superfici, pulitura delle superfici con mezzi chimici, fisici e meccanici, consolidamento a tergo degli intonaci e degli affreschi, consolidamento della superficie lapidea e in laterizio, stuccatura delle zone fratturate, lesionate o mancanti di tutti i materiali, reintegrazione cromatica delle superfici pittoriche e applicazione dei diversi modi di restituzione estetica di una superficie di intonaco antico.
Durante l’intervento è stato anche recuperato e ricollocato all’interno di San Pier Scheraggio l’affresco staccato da Amedeo Benini da una colonna di via della Ninna, già posizionato su una colonna in struttura lignea che ne fa il supporto e che dal 1957 giaceva nei depositi di Palazzo Pitti.
Il restauro che si è sviluppato nei locali al piano terra del prestigioso sito ha visto l’allestimento di un cantiere temporaneo di restauro con ponteggi e approntamenti, finalizzato oltre che al restauro anche alla diffusione della cultura della sicurezza. Ai giovani allievi sono state impartite le nozioni basilari sulle buone pratiche in materia di sicurezza che per la Scuola Edile sono prioritarie nell’approccio al mondo del lavoro in tutte le sue articolazioni.
Numeri e informazioni aggiuntive
- Gli allievi che hanno partecipato al corso-restauro sono stati otto (sette ragazze e un ragazzo).
- Le ore di formazione sono state 360, nella quasi totalità di laboratorio presso gli Uffizi.
- Presso il laboratorio hanno insegnato: la restauratrice Laura Lucioli e la sua assistente, Ciaki Yamamoto.
- Oltre alle lezioni pratiche, i giovani allievi hanno ricevuto anche le informazioni di legge sulla sicurezza nei cantieri.
- Gli allievi – Andreea Carmina Bardazzi, Zerihun Binazzi, Svetlana Cozzi, Laura Filetti, Chiara Manfriani, Stefania Nicolamme, Lucia Ricci e Valentina Santoro – sono tutti di nazionalità italiana e di età compresa tra 20 e 29 anni.
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