I maggiori esperti mondiali di Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) si sono incontrati a Denver (USA) dal 15 al 20 maggio, durante il congresso annuale dell’ATS (American Thoracic Society). Il Prof. Carlo Albera, Direttore della Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Torino, Responsabile del Centro per le Interstiziopatie Polmonari e Malattie Rare del Polmone della AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, ha partecipato come relatore in una importante sessione congressuale sull’analisi estesa degli studi su pirfenidone e nintenanib, i due farmaci approvati da EMA e FDA per il trattamento dell’IPF. Osservatorio Malattie Rare lo ha intervistato per divulgare gli importanti aggiornamenti emersi.
“Riguardo l’IPF – racconta Albera- l’interesse maggiore è stato catalizzato dalla presentazione, da parte del Prof. Ganesh Raghu (UW Medical Center Seattle), dell’anticipazione dell’aggiornamento delle Linee Guida su Diagnosi e Terapia per l’IPF condivise da ATS, ERS (European Respiratory Society), JRS (Japanese Respiratory Society) e ALAT (Latin American Thoracic Sciety), risalenti al 2011.”
“Quello che è stato anticipato, e che verrà pubblicato sul Blue Journal il prossimo Agosto – continua Albera – è che esse riaffermeranno l’enorme importanza di una diagnosi precisa e precoce, rivedranno alcune metodologie di valutazione della gravità della patologia e soprattutto conterranno le raccomandazioni per l’utilizzo delle opzioni terapeutiche che si sono rese disponibili negli ultimi 4 anni.”
“Il Prof. Raghu– riprende Albera- ha presentato anche alcune anticipazioni riguardanti le raccomandazioni sulle opzioni terapeutiche dell’IPF attualmente disponibili in commercio negli US, pirfenidone e nintedanib (quest’ultimo in EU è commercializzato attualmente solo in Germania).”
“Ad entrambi i farmaci-sottolinea Albera- pirfenidone e nintedanib, è stata riconosciuta la capacità di ridurre la progressione di malattia (riduzione del declino de FVC) e per il solo pirfenidone anche la riduzione del rischio di mortalità.”
“Il messaggio più importante che le Linee Guida ci offrono – afferma Albera- è la necessità di una diagnosi precisa e tempestiva e quindi di una terapia precoce che assicuri un rapporto costo/beneficio positivo. Fondamentale è inoltre l’informazione al paziente ed un suo coinvolgimento attivo nello stabilire le strategie della gestione clinica.”
“Le linee guida – continua Albera – hanno l’obiettivo di rendere i clinici in grado di interpretare tutte le raccomandazioni, applicandole al caso del singolo paziente, perché nessun paziente è identico a un altro. Il fatto che saranno disponibili due diverse opzioni terapeutiche per l’IPF, sebbene non esista una cura definitiva per la malattia, rappresenta una grande innovazione per noi clinici ma soprattutto per i pazienti.”
In coincidenza è disponibile il documento italiano dedicato alle linee guida per l’IPF redatto dagli esperti nazionali e supportato da AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) e SIMER (Società Italiana di Medicina Respiratoria), che ricalca sostanzialmente quanto sopra esposto.
“Lo sviluppo delle conoscenze sull’ IPF – conclude Albera- che progrediscono con ritmo incalzante, sottolinea il ruolo della formazione e informazione nel costante e tempestivo aggiornamento in materia.”
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