“Oltre al fatto che viene lasciata ‘carta bianca’ a chiunque voglia farsi beffe dello Stato in Italia, l’altra cosa che abbiamo dedotto dalla squallida vicenda del funerale di Casamonica è che il Sindaco di Roma non sa cosa accade in città e che il prete della chiesa di Don Bosco di Roma che ha celebrato quel funerale non sa chi entra nella sua chiesa nonostante che tutto il resto del mondo lo sappia eccome. E’ alquanto deprimente. In entrambi i casi, certamente, una cosa del genere dovrebbe comportare la rimozione immediata di queste persone dai rispettivi delicatissimi ruoli che, evidentemente, non sono in grado di svolgere adeguatamente”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna così dopo il suo primo intervento, sui funerali di Vittorio Casamonica, boss dell’omonimo clan romano, svoltisi a Roma con un fasto ed un esibizionismo finalizzato con tutta evidenza ad affermare la supremazia dell’antistato, mostrando che esso può contare su mezzi inesauribili e non tollera limitazioni di sorta. E lo fa, in particolare, dopo le varie reazioni seguite alla vicenda, quella del Prefetto, che si è affrettato a chiedere relazioni e chiarimenti a Questore, Comandante del Vigili e quant’altro, per riferire ad un Ministro Alfano che pure ha manifestato tutto il suo sdegno.
E tutti hanno ripetuto come una cantilena la medesima cosa: non sapevamo nulla di quel che sarebbe successo. Peggio di loro, solo il parroco Don Giancarlo Manieri che ha spiegato di non sapere di chi si trattasse quando ha accettato di fare il funerale e, comunque, pur avendolo saputo, che lui lo rifarebbe.
“Certo, come no, nessuno sa mai nulla di quel che accade nelle rispettive sfere di competenza. Eppure nelle regioni del Sud i funerali dei soggetti indicati come esponenti della criminalità vengono fermamente inquadrati in precise e severe prescrizioni dalle autorità competenti…
Cos’è……… il braccio della legge non arriva nella Capitale d’Italia? “Ma intanto – conclude Maccari -, in questo festival di incompetenza, di rimpalli di responsabilità, di quello che chiede a quell’altro chi si deve occupare di cosa… l’antistato la fa da padrone, sulle Istituzioni laiche e religiose di un Paese che deve sopportare l’insulto di certe sceneggiate in cui un criminale viene indicato al mondo come un re o addirittura come il Papa.”
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