“In certi casi può risultare certamente molto utile precisare con fermezza, in sede giudiziaria, le regole che devono vigere in un condominio per evitare scaramucce e non rare tensioni dovute a questioni di vicinato. Ma una tale risposta di fronte al livello altissimo di stress che serpeggia fra i cittadini a causa delle problematiche legate all’accoglienza coatta di numerosissimi immigrati risulta addirittura controproducente, nel senso di far aumentare ancor di più la rabbia di fronte a precisazioni dell’ovvio che continueranno a non essere rispettate senza che nessuno possa farci un granché, neppure l’Autorità giudiziaria che, di sicuro, non si presterà volentieri ad andare alla riunione di condominio dove voleranno i piatti perché le regole saranno infrante ancora ed ancora.
Regole che, è bene evidenziarlo, i primi a non rispettare sono proprio gli incaricati di determinati servizi se è vero come è vero che, ad esempio, nel condominio Mimose di Eraclea gli immigrati
sono stati stipati in almeno 6 per stanza mentre avrebbero dovuto essere in 3”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così la pronuncia del Tribunale di Venezia chiamato a decidere in merito al ricorso presentato dall’amministratore del condominio Mimosa di Eraclea in polemica con la decisione della Prefettura di ospitare nell’edificio oltre un centinaio di rifugiati. Il giudice ha ordinato all’Immobiliare Veneziana di far cessare “ogni accesso se non urgente e straordinario a spazi comuni, infermeria e servizi collettivi nelle ore di riposo”; di fare in modo che “le porte degli appartamenti ed i portoni di accesso siano tenuti chiusi” o, in alternativa, che sia stabilita vigilanza fissa permanente davanti ai portoni; di impedire “ogni utilizzo delle parti condominiali per stendere biancheria o altro”; di provvedere a fornire ogni appartamento “di illuminazione in ogni stanza e di apparecchiature di aspirazione nei bagni ciechi”; di rispettare, infine, il limite di 3 persone per alloggio, come stabilito dal regolamento comunale.
“Dopo la decisione del tribunale, dunque – conclude Maccari – nessuno sgombero dei 135 profughi dal condominio Mimose, ma obbligo di garantire il rispetto del regolamento condominiale che comporta, quindi, drastiche limitazioni ai comportamenti. Fin qui la pronuncia dell’autorità giudiziaria che, però, non si sa bene chi e come garantirà perché venga rispettata”.
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