A cinquanta anni dalla morte l’Italia celebra Ernesto de Martino


Ernesto de Martino è stato il maggior antropologo italiano del XX secolo. I suoi libri sulla magia, sulla religiosità e sui rituali, in particolare nel Sud, costituiscono dei classici della letteratura antropologica e sono ancora oggi oggetto di riflessione, esegesi e discussione.

A cinquant’anni dalla sua morte un comitato scientifico formato dall’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, dall’Associazione Internazionale Ernesto de Martino, dalla Fondazione Istituto Gramsci e dalla Fondazione Premio Napoli, in collaborazione con una vasta rete di associazioni, istituzioni, università e amministrazioni locali, promuove una serie di manifestazioni per ricordare e valorizzare le ricerche, il pensiero e l’eredità dello studioso napoletano, figura centrale della cultura italiana del dopoguerra.

Il programma di “De Martino 50” promosso dal Comitato presieduto da Andrea Carlino, docente di Storia della Medicina all’Università di Ginevra, si articola in tre sessioni seminariali che si svolgeranno tra Perugia, Napoli e Matera dal 16 al 23 novembre 2015 e un convegno internazionale conclusivo che si terrà a Roma il 26-28 maggio 2016.

Alla conferenza stampa di presentazione del programma “De Martino 50” sono intervenuti Andrea Carlino (Università di Ginevra), Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli,  Giovanni Pizza (Università di Perugia), Stefano de Matteis (Università di Salerno), Pierroberto Scaramella (Università di Bari), Raffaella Scarpa (Università di Torino) e Domenico Conte (Università di Napoli “Federico II”).

Erede di Gramsci e di Pasolini

Con i suoi lavori – spiega Andrea Carlino, coordinatore del Comitato scientifico di “De Martino 50” – De Martino ha aperto la strada a nuovi campi di studio come l’antropologia medica e l’etnopsichiatria; le sue inchieste etnografiche sono ancora oggi un modello per la pratica di una ricerca collettiva e interdisciplinare (è il caso dello studio del tarantismo in Salento); il suo approccio, caratterizzato da una profonda coscienza critica, è un esempio straordinario di come possono proficuamente articolarsi ricerca sul campo, passione intellettuale e impegno politico. Precisamente per quest’ultimo aspetto, idealmente de Martino si pone sulla medesima linea di tensione etico-politica tracciata da Gramsci e Pasolini”.

Iniziative in tutta Italia (e in Russia)

“De Martino 50” coinvolgerà inoltre una costellazione di iniziative in tutta Italia, da Salerno a Galatina, da Torino a San Vito dei Normanni, da Napoli fino a Stavropol, in Russia, in cui il pensiero e i lavori di de Martino saranno discussi da una sessantina di studiosi di orizzonti disciplinari diversi con l’ambizione di dar conto dei molteplici ambiti dell’eredità lasciata da de Marino: l’antropologia, la storia, la politica, la filosofia, la medicina.

Un elemento rilevante di questo programma – prosegue Andrea Carlino – è che esso non nasce da un’iniziativa eminentemente accademica, bensì è il risultato di una sinergia, quasi un riflesso dell’eredità proteiforme dell’opera di de Martino tra enti di ricerca, università, fondazioni e associazioni che si son mobilitate, cogliendo un’occasione per celebrare uno dei principali rappresentanti del pensiero critico italiano”.

Ricordato a Parigi e Berlino, e in Italia?

Come mai la città di Berlino ha dedicato quattro giorni di convegno al nostro grande antropologo – si domanda Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli – e l’Italia nemmeno ricorda che sono trascorsi cinquant’anni dalla morte prematura di Ernesto de Martino? Perché in Francia, se si entra nella libreria di una grande catena, si trovano tanti libri dell’antropologo napoletano, talvolta persino a banco, e se si fa lo stesso nel nostro Paese, a essere proprio fortunati, non se ne scova che uno? Sono queste le considerazioni che hanno mosso la Fondazione Premio Napoli a porre con forza la questione, trovando immediata solidarietà in alcune delle intelligenze e delle realtà culturali più sane del nostro Paese”. “È così – prosegue Frasca – che è nata l’iniziativa ‘De Martino 50’: dalla volontà cioè della Fondazione, dell’Istituto Treccani, dell’Associazione De Martino e dell’Istituto Gramsci, e dei singoli studiosi che vi hanno aderito con entusiasmo, di sopperire ancora una volta all’incapacità che mostra ogni giorno di più la nostra nazione di riconoscersi nei suoi stessi valori culturali”.

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