“Di fronte ad una giovane segregata e stuprata per giorni da cinque nigeriani ci viene da chiederci se la panacea dello sforzo per l’integrazione suggerita in continuazione come una cantilena dalla nostra Presidente della Camera valga anche contro questo. Rapire e violentare a piacimento una giovane donna come fosse un oggetto senza anima e senza diritti è frutto della marginalizzazione presidente Boldrini? Sforzarsi di lavorare per l’integrazione, oltre a rinnegare le proprie origini e la propria cultura impedendo ai nostri bambini di cantare a scuola “Tu scendi dalle stelle”, deve significare anche tendere alla comprensione di fronte a orrori come questo che potrebbero fondarsi sulle difficoltà di poveri immigrati di raccapezzarsi in un bizzarro Paese come l’Italia dove, incredibilmente, le donne hanno persino dei diritti?”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la drammatica notizia di quanto avvenuto in Sicilia, dove una ragazza di 20 anni di San Cataldo (Caltanissetta) è stata sequestrata, stuprata e poi costretta a prostituirsi per 5 giorni da un gruppo di immigrati. I presunti aguzzini sono stati arrestati, sono cinque nigeriani di 34, 31, 27, 23 e 40 anni. E nello stesso giorno dell’operazione, altrove, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento al convegno “La coscienza dell’Europa”, parlando in tema di terrorismo, è tornata a sostenere la sua ferma battaglia in favore del massimo sforzo nel senso dell’integrazione degli immigrati, sostenuta in ogni sede in cui, spesso, l’Onorevole ha attribuito proprio alla mancata integrazione il loro atteggiamento ostile.
“All’azione di intelligence e di polizia – ha detto stavolta la Boldrini – vanno dunque affiancati strumenti di prevenzione della radicalizzazione di chi vive nelle città europee, che si annida laddove è più forte la marginalizzazione”.
“Ancora dobbiamo sentire dire che, in pratica, la violenza e l’illegalità di molti immigrati sarebbe in parte anche colpa nostra che non sappiamo accoglierli e lasciarli integrare – si infuria Maccari -. Ma quante serie possibilità hanno di integrarsi in un paese come l’Italia cinque criminali convinti che la vita di una donna valga come quella di una pecora? Si riuscirà prima o poi ad ammettere che molto spesso l’integrazione è impossibile perché gli immigrati non la vogliono non condividendo, non comprendendo, non sopportando la nostra cultura, i nostri costumi, le nostre leggi? Fino a che non si ammetterà questo, e le cose non verranno chiamate con il proprio nome, a farne le spese saranno solo i più deboli che continueranno a soccombere di fronte alla prepotenza di chi arriva per fare come gli pare senza tollerare alcun limite, e ovviamente saremo anche noi che dobbiamo impedirgli di farlo”.
Coisp
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