Il piano agricolo di Brusciano come esempio di buona pratica in “Terra dei fuochi”. Il lavoro svolto nella città amministrata dal sindaco Giosy Romano ha ricevuto l’importante vetrina nel corso della presentazione del quarto Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“Un encomio che ci riempie d’orgoglio –spiega il primo cittadino bruscianese- e ci fa essere sempre più consapevoli di aver intrapreso la strada giusta per impedire che disastri, come quelli accaduti in alcune località della cosiddetta “Terra dei fuochi” , possono essere combattuti e prevenuti avendo il massimo rispetto per l’agricoltura e per le società che lavorano in questo settore sul territorio”.
Il rapporto presentato nella capitale ha messo in evidenza che l’affare agromafie supera i 16 miliardi di euro nel 2015. Un business che dalle parti di Brusciano non ha potuto attecchire. “Vogliamo continuare ad essere la città che tiene lontana ogni tipo di criminalità. Le sentinelle ambientali e i nostri cittadini virtuosi ci aiuteranno a tenere a bada ogni tipo di irregolarità dai nostri splendidi territori” spiega Giosy Romano.
Intanto sul territorio è partita la fase delle “visite a domicilio” alle aziende agricole che operano nel territorio della città di Brusciano.
Fondamentale avere una mappatura completa delle coltivazioni, allo scopo di poter lavorare nella direzione indicata dall’adozione del regolamento De.Co., approvata all’unanimità dal consiglio comunale ed utile a dare una vera e propria carta di identità alle varie tipologie di prodotto.
Le prime a ricevere la visita a domicilio del professor Vincenzo Peretti della Federico II, esperto di biodiversità, denominazioni comunitarie, marchi collettivi ed attestazioni De.Co., sono state le aziende di Vincenzo Egizio, Giuseppe Turboli e di suo cugino Luigi Turboli.
Oltre alla ultranota Papacella, ortaggio tipico della zona, sono stati visitati anche i luoghi che servono alla produzione del “fagiolo dente di morto”, oltre ad una eccezionale varietà di verdura come la tipica Torzella.
Nelle prossime settimane si continuerà in questa direzione fino a completare l’elenco degli operatori del settore.
E’ sempre opportuno ricordare che dai risultati delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all’agricoltura nella Regione Campania (con priorità ai 57 Comuni della Terra dei Fuochi) emerge invece che solo il 2% dei terreni mappati in Terra dei Fuochi è a rischio mentre il restante 98% degli stessi, fra i quali ovviamente quelli bruscianesi, non si possono definire a rischio secondo i rigorosi criteri utilizzati per la rilevazione.
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