La Fondazione Premio Napoli esprime tutto il suo cordoglio per la perdita di un inestimabile protagonista dei palcoscenici italiani, l’attore Paolo Poli che proprio tre mesi fa fu insignito del Premio Napoli per la lingua e la cultura italiana. Ospite della Fondazione, Poli lo scorso dicembre trascorse una mattinata tra i detenuti del penitenziario di Secondigliano che allieto’ con una brillante interpretazione di alcune delle sue poesie preferite.
“Non sono un sociologo e non sono il papa” dichiarò Poli in merito all’esperienza con il suo consueto piglio caustico e ironico.
“Odio il buonismo, una sorta di porto franco dell’ipocrisia. Ai detenuti non ho portato in dote ne’ analisi ne’ parole consolatorie, ma mi sono limitato a fare l’unica cosa che mi riesce meglio, raccontare poesie. Ho una certa età, spero nella loro clemenza”. E, a proposito del Premio ricevuto la sera dell’11 dicembre all’Auditorium della Rai per la serata conclusiva del tour di incontri e reading del Premio Napoli il maestro aggiunse: “I premi li ho sempre rifiutati ma in questo caso ho fatto volentieri un’eccezione, un premio che porta il nome di Napoli va al di la’ di tutto. E’ una gioia profonda tornare in una citta’ dove basta guardarsi intorno per sentirsi vivi e ammirare la bellezza“.
“Paolo Poli – dichiara Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli – ha inventato uno stile comico antiretorico frutto di una solidissima cultura letteraria unita a un alto artigianato teatrale. Artista e uomo graffiante, è stato un felicissimo esempio dell’elevata qualità dell’invenzione teatrale e della tradizione culturale italiane. Rimane, forte, l’emozione di aver unito il suo nome a quello della città”.
Nessun Commento