“Il Giffoni Film Festival rappresenta la costruzione del futuro. Il nostro futuro non può che passare per i giovani. E per loro, per l’innovazione e la cultura passa la tutela della legalità. Qui a Giffoni si investe sulla nostra più grande risorsa che sono i giovani”. A dirlo il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Antonio Laudati quest’oggi ospite al Giffoni Film Festival per la Giornata della Legalità che cade in concomitanza con l’anniversario della strage di via D’Amelio. Ad accoglierlo all’ingresso della Cittadella del Cinema di Giffoni il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, il presidente del Giffoni Film Festival, Piero Rinaldi, ed il direttore Claudio Gubitosi.
“Qui – ha aggiunto Laudati – si tocca con mano come la passione sia il motore di ogni cosa. E’ qualcosa di straordinario”. Il direttore Gubitosi conferma e rilancia: “Giffoni è un antidepressivo – ha detto – è una miscela di creatività e coraggio, il coraggio di credere nei propri sogni”. E un sogno che si sta avverando è la Multimedia Valley di cui Laudati ha visitato il cantiere: “Questa struttura – ha aggiunto il direttore Gubitosi – ci consentirà di sviluppare ancora di più i quattro pilastri su cui si basa Giffoni che sono destagionalizzazione, l’internazionalizzazione, l’occupazione ed il ritorno economico sul territorio”.
Le nuove generazioni rappresentano, perciò, la destinazione di ogni sforzo e di ogni progetto che nasce qui a Giffoni: “Solo con l’investimento sulle nuove generazioni e sulla fiducia nel futuro – aggiunge in Laudati – possiamo sperare di risolvere i tanti problemi che abbiamo e di avere una società più giusta e più soddisfacente per tutti”.
Alla giornata della Legalità ha partecipato anche il procuratore capo di Salerno, Corrado Lembo il quale ha definito il Giffoni Film Festival come “qualcosa di straordinario”. “Questa zona – aggiunge Lembo – avrebbe rischiato l’emarginazione, soprattutto per i giovani. E invece, grazie al Giffoni, abbiamo un polo di attrazione potente per questi ragazzi che sono il nostro futuro. Questa è una macchina per il futuro”. In sintonia con quanto dichiarato ieri da Raffaele Cantone, Lembo aggiunge: “Il Giffoni Film Festival non è un miracolo solo italiano come dice Cantone, ma mi permetto di dire che è un miracolo internazionale, perché da qui partono i sogni. Qui la cultura non è semplicemente declamazione, ma è anche attuazione di progetti e, appunto, di sogni”.
La legalità ovvero la cultura della responsabilità e della trasparenza, è questa la chiave di lettura della Giornata della Legalità così come declinata dal Giffoni Innovation Hub, con l’incontro dei ragazzi del Dream Team, all’Antica Ramiera, con Antonio Laudati, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, e con Corrado Lembo, procuratore capo di Salerno, entrambi protagonisti della giornata al Giffoni Film Festival.
“Sono particolarmente felice di essere qui – ha esordito il procuratore Lembo – giovani sono il futuro della nostra società. La legalità è soprattutto cultura e la cultura è l’arma più forte a tutela della legalità e la cultura significa consapevolezza. Bisogna, perciò, puntare sulla promozione e sullo sviluppo della cultura intesa senso di appartenenza alla società”.
Per il Procuratore Capo di Salerno la vicenda ha una valenza esclusivamente culturale. Ed è su questo che bisogna intervenire: “In Gomorra è assente il personaggio principale: ovvero lo Stato – ha dichiarato – Il male viene commesso e consumato con naturalezza da personaggi come Savastano. È molto dannoso, da parte del pubblico, ammirare queste scene dove non compare lo Stato che, invece, nella realtà, esiste. Sul territorio salernitano c’è un’attività costante di intelligence. Riusciamo a scoprire e a neutralizzare intere organizzazioni criminali attraverso provvedimenti ristrettivi. A tal proposito – rimarca Lembo – voglio focalizzare l’attenzione sulla nostra realtà salernitana per far comprendere che, mentre nella fiction regna il male, nella realtà noi non stiamo a guardare. Nel 2015, infatti, sono state 643 le misure cautelari in carcere e 213 quelle domiciliari. Nel complesso, 508 riguardavano reati di competenza della direzione distrettuale antimafia. Nel primo trimestre del 2016, poi, abbiamo avuto ben 325 richieste di misure cautelari 110 reati competenza della Dda”.
Il sostituto procuratore alla Direzione nazionale Antimafia, Antonio Laudati, invece, ricorda le polemiche legate ad un’altra serie di qualche anno fa, “Il capo dei capi”. “Va bene che ci sia – sottolinea Laudati – la libertà di comunicazione ma ci vuole anche una corretta discussione. Spesso il pubblico non ha la maturità di valutare. Da uno studio americano condotto sui crimini commessi dagli adolescenti, si evince che un americano medio viene cresciuto dalla tv, assiste a seicento scene di violenza all’anno e a trecento stupri. Questo significa che ci si abitua se non hai un filtro a considerare la violenza lo strumento per risolvere i problemi”.
E violenza c’è anche e soprattutto nel linguaggio mafioso che per Laudati va contrastato valorizzando il protagonismo dei singoli: “Tutti i giorni – ha dichiarato – è possibile la riscoperta della legalità. La principale colpa che possiamo commettere è l’indifferenza. Oggi abbiamo assistito ad un golpe sventato grazie a Face time, per fare un esempio. Oggi abbiamo tutti gli strumenti per contrastare questi fenomeni. Può bastare anche un telefonino. Oggi ricordiamo Borsellino. Da lui è arrivato un esempio straordinario. Ne ho un legame di tipo personale ma la nostra società non può vivere sul sacrificio e sull’eroismo di pochi. Bisogna capire che lo sviluppo della legalità di un Paese non può essere affidato solo alle forze di polizia. Serve, al contrario, il protagonismo di ciascuno di noi”.
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