Compagnia dell’Aquila Bianca: i nuovi eventi


Sono tanti i progetti e le iniziative della “Compagnia dell’Aquila bianca” in suolo campano per l’anno 2017, e, tra l’altro, sono destinati a crescere. Ma quali sono i loro presupposti e quali gli obiettivi che si propongono di raggiungere? Ma soprattutto le finalità ed il messaggio che vogliono lanciare? Ne parliamo con il suo presidente Roberto Cinquegrana: napoletano di nascita toscano di adozione, dirigente di un’azienda tessile ma anche istruttore di equitazione e responsabile nazionale del Dipartimento di Monta Storica della Federazione Equestre Fitetrec Ante – CONI ed Istruttore di Scherma Storica.

Partiamo cronologicamente dagli eventi che vi attendono nel 2017. Sabato 8 Aprile presso l’Auditorium di Capodimonte si terrà il primo congresso culturale Meridionalista che avete compendiato nel paradigma storia – turismo – economia. Di cosa tratterà? Chi saranno i relatori e quali ne sono gli obiettivi?

«Il convegno culturale meridionalista nasce dall’idea maturata in questi anni dedicati allo sviluppo delle eccellenze partenopee, soprattutto in riferimento all’arte. Con la venuta dei nuovi direttori si è sentita una sana competizione tra i musei che ha spinto l’interesse della nostra associazione di ritentare partnership di lavoro in merito alla nostra attività, prima particolarmente osteggiate dalla lenta burocrazia e disinteresse generale.  I direttori di Capodimonte e Museo Archeologico, in particolare, hanno accolto con molto entusiasmo il nostro modus operandi che attraverso convegni, rievocazione storica ed eventi culturali avrebbero messo direttamente ed indirettamente in evidenza i monumenti suddetti. Dopo i successi del 2016 ci siamo resi conto che pianificare ed organizzare queste collaborazioni era di vitale importanza per dare un filo conduttore comune alle attività. Da qui l’idea di fare rete e convocare i direttori Bellenger, Giulierini e Anna Maria Romano di Sant’Elmo per una seduta comune dove si potessero illustrare fattivamente le concrete operazioni di sviluppo degli eventi legati direttamente alla crescita del turismo e conseguentemente dell’economia locale. Vogliamo quindi dimostrare che con un modus operandi di questo tipo Napoli potrebbe puntare ad una rinascita culturale senza precedenti con una diffusione piu’ popolare e qualitativa della propria arte ed eccellenza. Sarà coinvolta anche la CASARTIGIANI che si preoccuperà di selezionare ed organizzare il prestigio artigiano del nostro territorio come le porcellane, la seteria, i coralli etc».

Come si pone questo schieramento, chiamiamolo così, nei confronti del meridionalismo tradizionale? Avete avuto contatti con loro? Come vi hanno accolto?

«Molto si è fatto in questi ultimi 20 anni in merito ala diffusione della conoscenza del nostro passato meridionale, offuscato da una scomoda rendicontazione storica e sicuramente non veritiera. Questo revisionismo storico ha messo alla luce un meridione diverso da quello raccontato dai libri di storia ed ha portato molto orgoglio nelle compagini territoriali ed un forte senso di rivalsa. Tuttavia, oltre alla verità storica, tutti i tentativi di gestire concretamente una crescita verso un Meridione piu’ fiero ed operativo non hanno avuto particolari evidenze. Anzi, siamo arrivati a sfociare nel folklore simile probabilmente alla prima Lega degli anni ottanta. Non voglio cadere nello stesso errore ritenendo che la rinascita debba ripartire da una crescita culturale dove ha nel turismo il suo obiettivo economico. Su questa strada tracciata tutte le artigianalità prenderebbero carico di una crescita senza precedenti.

Con i movimenti meridionalisti per ora c’è un timido confronto. Noi non siamo carichi di un progetto politico nel senso stretto del termine, ma facciamo della cultura, la nostra politica. Se in essi vedremo segnali di crescita e la volontà di abbandonare le attività dedite soltanto ai cerimoniali ed al folclore, forse potremmo davvero unire le forze ed aver un peso importante al Sud. Fino ad allora, noi andremo avanti come arieti dimostrando di poter fare qualcosa di buono».

Si procede poi il 22 e 23 Aprile a Capodimonte con la seconda edizione de “Alla Corte del Re”. Come verrà impostata questa due giorni? Il 22 e 23 Lugliopoi la Giostra dei sedili di Diomede Carafa a Largo di Palazzo ovvero piazza del Plebiscito dopo due edizioni svolte ad Agnano. Quali sono le finalità di questi eventi?

«Dal 2015 abbiamo dimostrato che gli eventi storici e rievocativi stanno avendo un grande peso nelle diffusione e promozione dei musei. Capodimonte merita un posto di rilievo per le nostre attenzioni. Attualmente c’è la sede della Real Cavallerizza di Napoli anche se non operativa come sede fissa, ma stiamo lavorando con Bellenger ad una dinamica per la quale il progetto definitivo sarà come quello del Palazzo di Vienna. In questo caso i cavalieri napolitani, si eserciteranno per riportare alla luce un’eccellenza nata nel XV secolo ed apprezzata ed emulata in tutte le corti europee. I migliori sovrani e nobili del tempo venivano a Napoli ad imparare l’arte equestre, e Capodimonte potrebbe essere davvero una sede prestigiosa per poter accogliere questo ambizioso progetto. Immaginate di arrivare al parco e di vedere decine di cavalieri intenti a preparare i propri cavalli facendovi immergere nelle atmosfere settecentesche dell’epoca. Ad Aprile, in termini ricostruttivi, faremo proprio questo: creeremo uno spaccato della vita dell’epoca tra il 1700 ed il 1800 napoletano. Teatro, danze, gran galà equestre, carrozze e tutto quello che potrà servire per diffondere al pubblico quel sentimento identitario di una terra che non ricordiamo piu’ le caratteristiche.

A Luglio invece coroneremo il nostro sogno. Dopo i tentativi falliti nel 2015 per problemi burocratici e tecnici, abbiamo trovato un accordo con la Sovrintendenza e il 22 e 23 Luglio in collaborazione con il Museo Archeologico, dedicheremo a Napoli una grande festa pluriepoca dedicata alla figura di Diomede Carafa, nobile e cavaliere napoletano del XV secolo aragonese. Già a Novembre, abbiamo collaborato con il MANN per il posizionamento della testa di cavallo di Donatello, donata appunto a Diomede Carafa, regalando a Napoli un grande corteo storico per la celebrazione di questo monumento simbolo di Napoli.

Il filo conduttore sarà appunto il cavallo e Largo di palazzo vedrà svolgersi nel suo interno una grande giostra aragonese dedicata ai sedili di Napoli, un gran galà con artisti meridionali, teatro, musica e tanto altro. Un festeggiamento al Cavallo… un festeggiamento a Napoli. Il Cavallo per noi diventa proprio il simbolo di questa sperata rinascita».

Vogliamo parlare del dipartimento di scherma storica? Dovrebbe nascere un’accademia riconosciuta

«Come ben sapete la Compagnia dell’Aquila Bianca si occupa di cavalleria e scherma storica. Anche per la scherma Napoli ha avuto importanti eccellenze e per le quali, in perfetta sintonia con la cavalleria, ha il piacere di poter preparare un’unica Accademia di cavalleria e scherma dove si possano apprendere le antiche arti marziali occidentali. Un altro recupero identitario. Stiamo preparando le divise sia per gli schermidori che per i cavalieri, legati in modo indissolubile alla nostra terra, con relativa cerimonia di giuramento e di fedeltà al recupero dei valori assopiti. Quando il tutto verrà ufficializzato, vedrete una manifestazione senza precedenti dove la Scuola verrà riconosciuta in ambito federale. Sono consigliere Nazionale della Federazione Equestre della Fitetrec Ante e responsabile nazionale del dipartimento di monta storica, è in mio potere e dovere, ripercorrere questa strada che porterà tanto interesse culturale ma anche e soprattutto a livello turistico».

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