Mercoledì 26 giugno al Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio, ritorna la coinvolgente drammaturgia sensoriale del Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas, che presenta alle 19.30 e alle 21.30 a Palazzo Fondi, in prima nazionale, Reneixer, un lavoro nel quale confluisce una ricerca intorno al mondo simbolico del vino (replica il 27 giugno ore 19.30 e ore 21.30; il 28 e 29 giugno ore 18.00, 20.00 e 21.30). Alle 21.00 al Teatro Trianon-Viviani ritorna uno spettacolo di grande successo dell’edizione 2018 del NTFI, Un poyo rojo, coreografia di Luciano Rosso e Nicolás Poggi, diretta da Hermes Gaido, uno spettacolo esplosivo che unisce teatro, danza, acrobatica, sport e che ha registrato il tutto esaurito sia in Argentina sia in Europa. Per la sezione Letteratura, nella nuova location di Made in Cloister, alle 19 è previsto l’evento Per Sandro Penna: Sotirios Pastakas, il traduttore greco del poeta umbro, ne presenta i versi in un evento a lui dedicato. A seguire, Chiara Civello con E se. Per la sezione Laboratori, alle 18 presso la Casa circondariale di Napoli Poggiorealeè prevista la prova aperta di Misantropie, esito del lavoro di creazione scenica portato avanti da TeatrInGestAzione con i detenuti del carcere. Alle 21.00 al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, nell’ambito dell’Osservatorio del Napoli Teatro Festival Italia debutta La boite a joujoux, nato dalla collaborazione tra l’Istituto Suor Orsola Benincasa e il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Nell’allestimento di Edmondo Tucci, la semplicità dell’azione riferita al mondo dell’infanzia e dei giocattoli, è ripensata secondo una visione che sviluppa la problematica legata al perenne conflitto di genere tra l’universo maschile e quello femminile.
Replicano, alle 19.00 alla Sala Assoli, Finir en beauté di Mohamed El Khatib e alle 21.00 al Castello di Baia – Museo Archeologico dei Campi Flegrei, la prima fase dell’installazione teatrale Terra, diretta da Pako Ioffredo.
La serata si conclude alle 22.30, al Giardino Romantico di Palazzo Reale, con l’appuntamento del cinema al Dopofestival, a cura di Roberto D’Avascio per Arci Movie, che presenta Riccardo III. Un uomo, un re di Al Pacino. Ospite della serata, Stefano Manferlotti, docente di Letteratura Inglese presso l’Università Federico II di Napoli.
Per l’edizione 2019 del NTFI, il Teatro de los Sentidos porta a Napoli Reneixer, un lavoro diretto da Enrique Vargas, in scena alle 19.30 e alle 21.30 a Palazzo Fondi. In Reneixer il pubblico entra in un luogo magico dove non assiste ad uno spettacolo, ma vive e partecipa direttamente a un’esperienza tattile, gustativa, uditiva, sensoriale. Un viaggio, dove gli attori/abitanti (Chiara Baffi, Pancho Garcia, Gabriel Hernandez, Arianna Marano, Patrizia Menichelli, Giovanna Pezzullo, Gabriella Salvaterra, Daniela Cossu, Joan Gerard Torredeflot) e spettatori/viaggiatori creano insieme il percorso. Nello spettacolo confluisce una ricerca intorno al mondo simbolico del vino, iniziata nel 1998 e da cui sono nati diversi spettacoli. Ma perché il vino? «La ricerca sul vino — si legge nella scheda artistica — ci ha permesso di utilizzare tutti gli strumenti del linguaggio artistico che abbiamo creato in questi 25 anni, il linguaggio sensoriale. Toccare, annusare, gustare, vedere, udire: tutto mescolato nell’esperienza sinestesica che solo qualcosa di così potente e misterioso può permettere. Dioniso, dio del vino, dell’ebbrezza, ma anche il dio del teatro, è stata l’altra importante linea di ricerca; il rituale, il mistero ancestrale, la festa, insomma tutti elementi che si accompagnano al mondo simbolico del vino. Il concetto di fermentazione/trasformazione, già affrontato nei progetti precedenti, si arricchisce inReneixer dell’elemento simbolico della rinascita, un percorso di morte-rinascita che ha portato a lavorare sulla possibilità di reinventarsi, sul potenziale e sull’esigenza di cambiamento continuo». Il lavoro teatrale si avvale delle luci e delle musiche di Pancho Garcia; il paesaggio sonoro è a cura di Stephane Laidet; i costumi di Patrizia Menichelli; il paesaggio olfattivo è curato da Giovanna Pezzullo; scene e installazioni da Gabriella Salvaterra. Replica il 27 giugno ore 19.30 e ore 21.30; il 28 e 29 giugno ore 18.00, 20.00 e 21.30.
In scena anche la danza internazionale, fa ritorno al Napoli Teatro Festival Italia Un poyo rojo, coreografia di Luciano Rosso e Nicolás Poggi, diretta da Hermes Gaido, che ha riscosso un grandissimo successo nell’edizione 2018. Lo spettacolo unisce brillantemente teatro, danza, acrobatica, sport e registrando il tutto esaurito sia in Argentina sia in Europa. Un’opera che a partire dal linguaggio del corpo esplora il mondo contemporaneo, confrontandosi con il movimento e le sue interpretazioni. Un poyo rojo è una provocazione, un invito a ridere di noi stessi esplorando tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano. Nello spogliatoio di una palestra, due uomini si scrutano, si squadrano, si provocano, si affrontano tentando di sedursi in una stupefacente danza acrobatica. Fusione di generi e di discipline, questo duello contemporaneo di grande precisione oscilla tra la danza e l’atletica passando per le arti marziali, l’acrobatica, la clownerie.
Ultimo appuntamento della sezione Letteratura curata da Silvio Perrella, che presenta, nella nuova location di Made in Cloister alle 19.00, l’evento Per Sandro Penna: lo psichiatra e poeta greco Sotirios Pastakas si è fatto traduttore del poeta umbro e ne presenterà i versi specchiandoli nei propri, in un evento che vuole celebrare la “cantabilità della vita” incarnata da Penna. A seguire Chiara Civello con E se – Canzoni dal “dolce rumore della vita”: la cantautrice nutre affinità con alcuni versi di Sandro Penna da sembrare guidata nel suo lavoro di autrice e interprete proprio da quelli. È difficile trovare canzoni rivissute dall’interno come sa fare lei. Cosmopolita e insieme profondamente italiana, Civello ci guida tra quei sentimenti che pur essendo di tutti e comuni, appaiono ogni volta diversi e unici.
Presso la Casa circondariale di Napoli Poggioreale, ore 18.00, va in scena Misantropie – da Molière ai bestiari medievali, sotto la guida de Il riso di Henri Bergson, esito del laboratorio di TeatrInGestAzione con i detenuti del carcere, svoltosi dal 23 al 25 giugno. Lo spettacolo prende vita da una pratica che passa da corpo a corpo e che individua nel carcere non soltanto uno spazio alternativo a quello formale del teatro, ma la sintesi della società viziata e deformata che viviamo. Il lavoro teatrale non è tanto una riscrittura del Misantropo di Molière, quanto un osservatorio sulla disumanizzazione, un decalogo sul divenire della bestia, una mappa per la discesa agli inferi, e su come l’uomo in fondo sia ridicolo nell’affermare la propria superiorità. L’esperienza decennale di TeatrInGestAzione, attiva dal 2006 presso l’Ospedale Psichiatrico F. Saporito di Aversa e dal 2015 presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, gli ha permesso di sviluppare una direzione etico/estetica che tende al superamento dell’etichetta di teatro sociale. I detenuti sono coinvolti in un processo di creazione che rimette in moto i corpi schiacciati dall’immobilità causata dalla reclusione, rianima la capacità critica, il contatto con la realtà, donando loro gli strumenti per processare il passato, fare esperienza del presente, immaginare il futuro. Le specificità singolari sono valorizzate da un percorso che fa dei detenuti autori dell’opera e non soltanto esecutori, in modo da restituire alla diversità che caratterizza ogni individuo, speciale e necessaria alla comunità, la ricchezza che ne fa presupposto di dignità.
Per l’Osservatorio del NTFI va in scena al Cortile delle Carrozze ore 21.00 La boite a joujoux – L’amore non è un gioco, lavoro nato dalla collaborazione tra l’Istituto Suor Orsola Benincasa e il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, su musica di Claude Debussy, con la drammaturgia e i testi di Edmondo Tucci e Maria Venuso, coreografia e regia di Edmondo Tucci, in scena Paola Volpe (pianoforte), Arianna Sorrentino (attrice Bellini Teatro Factory) e i danzatori alunni del Liceo Coreutico Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Creato nel 1913 come La boîte à joujoux (balletto in un prologo, tre quadri e un epilogo), con didascalie e illustrazioni di André Hellé (edizioni Durand & fils), il balletto – pensato per il teatro di marionette – è dedicato alla figlia del compositore, Emma, detta Chouchou, e vede protagonisti i giocattoli, che si animano e diventano metafora del più classico dei topoi teatrali: il triangolo amoroso tra una bambola, un Pulcinella e un soldatino. Nell’allestimento la semplicità dell’azione, riferita al mondo dell’infanzia e dei giocattoli, è ripensata secondo una visione che, partendo dall’originale, sviluppa la problematica legata all’incomunicabilità e al perenne conflitto di genere tra l’universo maschile e quello femminile. A partire dallo scenario di André di Hellé, lo spettacolo è stato oggi rivisitato per portare in scena una visione contemporanea delle problematiche di genere. L’elemento femminile, prima soggiogato da un compagno possessivo e violento, riesce infine a uscire dal vortice di oppressione che aveva assunto le sembianze di normalità, scegliendo l’altro volto maschile, gentile e rispettoso.
Gli eventi si concludono alle 22.30 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, con la rassegna Drammaturgia per il cinema, a cura di Roberto D’Avascio per Arci Movie, che presenta Riccardo III. Un uomo, un re di Al Pacino, fortunata versione cinematografica della tragedia shakespeariana. Sarà ospite della serata, Stefano Manferlotti, docente di Letteratura Inglese presso l’Università Federico II di Napoli.
Casa del Festival – Palazzo Reale
Piazza del Plebiscito 1
Tutti i giorni 10.00 – 19.00
mail: [email protected]
biglietteria: 344 045 6788
infopoint: 344 045 4626
Intero € 8,00
ridotto under 30 – over 65 € 5,00
Letteratura e Teatro Ragazzi € 5,00
Pompeii Theatrum Mundi da € 10 a € 30
Gratuito diversamente abili con un accompagnatore e pensionati titolari di assegno sociale.
Per informazioni www.napoliteatrofestival.it
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