Una “confessione” a cuore aperto. L’imprenditore turistico Maurizio Maddaloni, titolare della Cima Tour insieme alla sorella Loredana, si racconta e ci racconta cosa ha scoperto in questo periodo di pausa forzata in cui il Coronavirus sta gettando il mondo intero: un dialogo con se stesso, un ritrovare antichi valori, una riscoperta della dimensione privata che scavalca quella professionale in cui si era fin troppo assorbiti.
Cosa ne pensa di questa situazione di “fermo immagine”?
“Non tutto il male viene per nuocere, se pensiamo a quanto il nostro tempo prima del Coronavirus afferisse in larga parte al lavoro e non alla cura degli affetti, privilegiando il lato professionale piuttosto che quello umano: adesso “ob torto collo”, stiamo riscoprendo un ritmo lento che ci consente di parlare con noi stessi.”
E che dice Maurizio a Maddaloni?
“Che forse questa lezione ci voleva perché il mondo correva troppo, in balia dei totem del consumismo assoluto, travolto dallaglobalizzazione, concentrato in un accanimento finanziario per raggiungere standard altissimi di produzione, commercio, stili di vita: il mio alter ego Maddaloni replica da imprenditore, lamentando l’azzeramento dell’attività lavorativa, la crisi dell’occupazione, la china in cui siamo precipitati e da cui sarà difficilissimo risalire.
Maurizio gli risponde, sottolineando però quanto tutto questo correre all’impazzata (senza poi sapere veramente dove si stesse andando) altro non era che un affanno al servizio degli interessi supremi dell’establishment mondiale che regola la vita del pianeta secondo i propri interessi: questo mio dialogo interiore continua, aiutandomi a interpretare meglio i segnali che la Natura ci ha mandato contro la nostra presunta onnipotenza, mostrandoci invece la nostra fragilità”.
Costretto a casa, si sente un leone in gabbia?
“No, comprendo la necessità di farloperché è un dovere civico, nell’interesse della comunità e di noi stessi: la vita scorre con impegno e con spirito positivo,adattandosi alle esigenze del contenimento contagio e il mio piccolo nucleo familiarelo sta facendo.”
In che modo?
“In casa siamo solo io e mia moglie Ada Puca, ma abbiamo posto in essere tutte le cautele che dovrebbero adoperare anche le famiglie più numerose:centelliniamo le uscite – che facciamo separatamente- e solo per vera necessità e, al rientro, già nell’ingresso ci cambiamo scarpe e vestiti che provvediamo poi a disinfettareper sicurezza. Puliamo continuamente le superfici con soluzioni alcoliche e antibatteriche e limitiamo al minimo anche baci e abbracci: abbiamo persino deciso – avendo una casa che ce lo consente – di dormire in camere separate (dopo 34 anni di felice matrimonio)ma l’affetto è enorme e la nostra complicità è straordinaria, perché è una nuova abitudine che ci rende più bello il ritrovarci al mattino.”
Come passate le giornate?
“Per evitare di cadere nella spirale del Covid 19, osserviamo il divieto di camminare e fare attività motoria all’apertoma abbiamo il privilegio di poter ammirare il panorama del golfo di Napoli dal nostro terrazzo: penso a quanti non possono fare altrettanto, rinchiusi in spazi più angusti e mi auguro che tutto ciò finisca al più presto. Io mi sono attrezzato per muovermi e tonificarmi durante questa prigionia casalinga e cammino il più possibile nel lungo corridoio di casa 10 volte al mattino e 10 alla sera, attentamente sorvegliato da mia moglie, per cui non posso sgarrare:la giornata passa lentamente, ci stiamo godendo la casa in queste stupende giornate di sole chefanno un pò rabbia, visto che ci è interdetto assimilarlo passeggiandosul lungomare, mentre l’anno scorso questo stesso periodo è stato piovoso e pieno di giornate uggiose. Inoltre, ho allargato il mio spazio lavorativo a casa trasferendomi (solo per qualche settimana, se tutto va bene)dal mio studio nella stanza da pranzo di rappresentanza (con il beneplacito di Ada)e qui, con maggiore comodità, continuo a lavorare da remoto per la mia azienda, fra quelle più martoriate dalla crisi.”
Come state affrontando il blocco dell’attività?
“Il turismo sta subendo un momento tragico, è tutto fermo e azzerato, non sappiamo se e come si riprenderà: il settore è stato il primo a soffrire, giacchè è sempre stato più sensibile di altri a problematiche politiche, belliche, economiche. Viviamo giorno per giorno la nostra quotidianità, dando continuità alla nostra azione, fra carte, pratiche d’ufficio, telefonate, ma con un ritmo diverso: faccio smart working come alcunimiei dipendentie studio una diversa modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinatopergli altri (ora in ferie)per tutelare queste categorie incolpevoli.”
Aveva colto segni premonitori di questa vicenda?
“Questo momento – il più tragico dei miei 65 anni di vita – non me l’aspettavo assolutamente: ho attraversato le zone buie dovute alla Sars, al colera a Napoli, agli attentati dell’11settembre ma niente è come questo. Se me l’avessero raccontata, avrei attribuita questa vicenda alla sceneggiatura di quella serie fantascientifica “Ai confini della realtà” che vedevo in Tv da ragazzo, ma non avrei mai pensato di viverla davvero.”
Lei è presidente del Rotary Posillipo, uno dei più prestigiosi del Gruppo Partenopeo: come si sta regolando su quel versante?
“Come presidente Rotary guardo in prospettiva e mi sono fatto promotore di una proposta e ricerca di contatti per organizzare un crowfunding che mi ha portato, insieme al Consiglio Direttivo, a fare un bonifico all’Ospedale dei Colli (che comprende ilCotugno e il Monaldi)di 20.000 euro per l’acquisto di attrezzature necessariee dispositivi utili a contrastare il contagio: ci siamo riusciti, attraverso una sottoscrizione aggiunta alla quota quadrimestrale, una piccola risorsa obbligatoria per i soci del Rotary Posillipo (che sono stati tutti d’accordo), a cui abbiamo aggiunto le riserve in bilancio, le invenienze per le mancate conviviali di marzo e di quelle di aprile (che sicuramente salteranno) e altre piccole economie a cui come imprenditore sono stato attento per mantenere le finanze del club in buona salute.Ho sempre avuto a cuore la gestione imprenditoriale dei budget e così “ avendo fieno in cascina” ne abbiamo potuto disporre.”
Quindi il Coronavirus non ha fermato il Rotary ?
“Assolutamente no, mai come in questo momento di emergenza è un obbligo testimoniare come il Rotary sia un’istituzione, la cui mission è farsi sentire vicino alla comunità di cui è espressione: al di là delle conviviali e dei momenti di socialità,dobbiamo aiutare lagente in difficoltà con progettualità vere, concrete, immediate.
A questo proposito voglio prendere- sempre supportato dal mio Consiglio Direttivo – altre iniziative a favore dei diseredatiattingendo dal nostro fondo sociale: penso sia necessario provvedere alla raccolta e distribuzione di cibo per poveri, anziani, homeless in cui potremmo affiancare Curia, Caritas e la comunità di Sant’Egidio. Faremoulteriori economie di bilancio (in quest’anno che è sotto la mia presidenza), per svolgere attività degne di essere chiamate rotariane: voglio, pertanto, fare un plauso alla mia squadra composta dal Past President Paolo Giugliano, dall’affascinante Prefetto Flavia Fumo, dall’infaticabile Incoming Paolo Pisanti, dal validissimo Tesoriere Massimo Petrone, dall’alacre Assistente del Governatore Carlo Ruosi Vicepresidente del Club insieme ad Angelo Di Lauro, il vicepresidente vicario Fabrizio Pallotta d’Acquapendente, dal Presidente Rotary Foundation Francesco Bifulco, dal segretario esecutivo Tina Santillo, dai valenti Consiglieri Adele Pignata e Eleonora Iodice con cuiandiamo avanti con impegno e spirito di responsabilità.
Infatti – partendo dal presupposto che ottimo è nemico del meglio – non abbiamo voluto perdere tempo prezioso aspettando i responsi dialtri club, tardivi nella risposta di aggregazione: meglio agire individualmente perché è importante fare bene e subito e poigli altri club sono i benvenuti se vorranno aggiungersi ad altre progettualità del Rotary Posillipo”.
Terminate le pratiche d’ufficio, come si rilassa?
“Mi dedico ai libri e, in particolare, alla rilettura di “Narciso e Boccadoro”di Hermann Hesse, de “Il resto di niente”e di testi storici: inizierò finalmente a leggere “Italiani” di Marcello Veneziani, scrittore controcorrente, e mi concentrerò sulla controlettura del periodo borbonico. Difatti, io amo analizzare ragioni dei vinti e non quelle dei vincitori che, si sa, scrivono la Storia a modo loro: culturalmente, sono sempre stato contro lo strapotere e ho sempre parteggiato per i perdenti sia nei conflitti fra indiani e americani che tra troiani e greci, Borboni e sabaudi!”
Ha qualche altro hobby?
“Beh, ho vinto diversi premi nelle gare amicali di cucina, trionfando con le mie trofie all’asticee la pasta e patate, anche se lascio la cucina in disordine: forse prossimamente mi avventurerò a cucinare anche a casa con il permesso di Adina e, comunque, il Coronavirus ci ha consentito di riscoprire un rapporto con noi stessi e così – fortunatamente – Maurizio parla con Maddaloni e non contro di lui!”
Laura Caico
Bravissimo. Manca il coinvolgimento del Gruppo Partenopeo che esisterebbe per coordinare le iniziative.