Il settore costruzioni ha subìto, a partire dal 2008 con la crisi internazionale, un deciso ridimensionamento sia in termini di valore aggiunto e di investimenti che in termini di livelli occupazionali. Le costruzioni rappresentano circa il 50 percento del valore degli investimenti nazionali e circa il 10 percento del Pil.
Dopo tre anni consecutivi di recessione, a partire dal 2015 l’economia italiana è tornata a registrare una crescita, seppur contenuta, del Pil.
Tale ripresa si è stabilizzata nel 2017 con un tasso di crescita prossimo al 1.7%. Alla iniziale spinta delle esportazioni, favorite dalla domanda internazionale, si è sostituito un apporto positivo dei consumi interni, sostenuti da un incremento, seppur moderato, dei redditi reali e da una ripresa dei livelli di occupazione.
Anche gli investimenti, sulla spinta dei vantaggi fiscali già in essere (es: la nuova Legge Sabatini per i beni strumentali, il credito di imposta per R&D, il Patent Box ed i contratti di sviluppo), quelli previsti in Industria 4.0 (iper e super ammortamento), ed il rafforzamento del credito di imposta per le imprese del Mezzogiorno hanno contribuito alla stabilizzazione della crescita.
Nel 2018 il quadro macroeconomico lasciava prevedere un aumento della spesa per gli investimenti in costruzione dell’1.6% su base annua.
Questo dato è stato determinato dal quadro macroeconomico internazionale dalla Legge di Bilancio 2018 e dal supporto al Programma
piano Casa Italia per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare e del territorio, per la ricostruzione post-terremoto delle regioni del centro Italia, oltre che dagli incentivi atti a favorire l’efficientamento energetico degli edifici già esistenti – ECO E SISMABONUS-.
Il trend di sviluppo degli ultimi anni rimane complessivamente poco dinamico.
Rimane, altresì, scarsa la nuova produzione nei settori del residenziale e del non residenziale privato, resta elevata la difficoltà nel trasformare in cantieri le risorse pubbliche destinate a nuove infrastrutture. Rimane, bassa la spesa per l’efficientamento, anche se si registra una dinamica positiva negli investimenti per la riqualificazione abitativa. Il settore delle costruzioni, ha la necessità di trovare da subito una profilassi, non certo medica ma sicuramente normativa, per mantenere la capacità di ingenerare redditi e fare circolare liquidità nel sistema paese.
Nostra Organizzazione
Il nostro settore è composto da consorzi e imprese artigiane, edili, restauroe di impianti operanti su mercati regionali e nazionali, che danno prestigio alla nostra regione per le elevate professionalità che esprimono una qualità dei lavori realizzati sempre attente e professionali, muovendo nel complesso economie importanti in termini di ricadute occupazionali e di fatturato.
Si chiede, pertanto, al Governo, alle Regioni,alle Province e ai Comuni di prevedere misure straordinarie a sostegno di imprese e lavoratori, per garantire la sopravvivenza del settore e il rilancio che, purtroppo, già da anni subisce la crisi.
Pertanto, adesso che tutta l’economia italiana risulta ferma e bloccata, per non continuare a gestire l’emergenza con strumenti ordinari, formuliamo a seguire le nostre proposte.
Nostra proposta sulle misure e azioni, da mettere subito in campo:
Convocazione tavolo con associazioni di categoria e casse edili Regionali per discutere dei seguenti provvedimenti di natura fiscale:
a. Ulteriore proroga dei versamenti previsti a carico delle imprese verso le Casse Edili/Edilcasse, INPS ed INAIL per il periodo di competenza da maggio (pagamento giugno 2020) a dicembre 2020 (pagamento gennaio 2021), alla data febbraio 2021 con un piano di rientro graduale, per consentire la ripresa delle attività senza il sopraggiungere di aggravi finanziari insostenibili per la sospensione di attività sopportata;
b. La sospensione di cui al punto precedente non sarà considerata per la regolarità ai fini del Durc.;
c. I versamenti sospesi dovranno essere proporzionalmente versati nell’arco dell’anno successivo al provvedimento, senza sanzioni né interessi;
d. si richiede che gli Istituti provvedano ad anticipare agli operai il pagamento del trattamento economico accantonato per ferie tra ottobre e dicembre (cartella di luglio 2020) e comunque entro il 30 aprile p.v.;
e. l’erogazione dell’importo spettante avviene in favore dei lavoratori per i quali il datore di lavoro ha provveduto all’accantonamento degli importi dovuti , nel periodo 1/10/2019 – 31/12/2019 anche per effetto delle eventuali rateizzazioni. In caso di accantonamento parziale, all’ interno del periodo di cui sopra, verrà erogato l’importo effettivamente accantonato;
f. l’emergenza sanitaria in atto potrebbe determinare un aumento esponenziale delle ore di malattie nelle denunce (tramite MUT o altri modelli telematici) inviate agli Istituti di competenza. Si richiede che gli stessi, ai sensi di quanto previsto dai CCNL e dalla contrattazione integrativa territoriale, rimborsino quanto anticipato dalle imprese a fronte del controllo preciso e puntuale, anche con l’ausilio di appositi strumenti di interfaccia con il sistema INPS, dei codici/certificati inviati dalle imprese/consulenti. L’impresa inoltre, per avere diritto alla prestazione deve trasmettere copia dei bonifici effettuati ai lavoratori e le relative buste paga.
Immediato riconoscimento della copertura dei costi aggiuntivi generati dalla pandemia di Covid-19 (costi per la maggiore sicurezza dei cantieri, costi legati ai cambiamenti di organizzazione e nuovi orari di lavoro sui cantieri adeguamento delle spese generali. Inoltre va rimosso l’art, 42 comma 2 del decreto “Cura Italia” che assimila l’infezione da contagio Covid-19 ad un infortunio sul lavoro, rendendo di fatto impossibile la gestione e la riapertura dei cantieri e invece ripartendo dalla disciplina del decreto 81/2008;
Abolire immediatamente lo split-payment e ampliare la soglia di compensazione dei crediti IVA. Una delle maggiori criticità che si trovano a fronteggiare gli imprenditori nel contesto attuale è quella della liquidità, ossia la disponibilità di quel minimo di carburante per riavviare i cantieri. Vi è un provvedimento che sta strangolando il mondo della produzione, che scade il prossimo 30 giugno, e sulla cui iniquità da tempo tutte le forze politiche concordano. Sarebbe sufficiente intervenire sullo “split-payment”, abrogandolo immediatamente, perché fosse garantito in questi due mesi drammatici maggiore e decisivo ossigeno alle imprese.
Sempre al fine di recuperare liquidità alle imprese, fortemente agganciato al risultato positivo di una immediata abolizione dello split- payment è opportuno e necessario sin da subito ampliare la soglia di compensazione orizzontale dei crediti Iva oltre il limite attualmente previsto di 700.000 euro, evitando però la corsa ad ostacoli dell’ottenimento del visto di conformità e simili intoppi burocratici.
Accelerazione delle procedure, semplificazione delle l’attività amministrative e avviamento di un coraggioso piano per le infrastrutture e il miglioramento del patrimonio edilizio del Paese ed in particolare il rilancio dei progetti già avviati di eco e sisma bonus, predisponendo una cessione del credito al 100%. Pensiamo che proprio questa, sia la misura di shock economico più importante che possiamo mettere in campo, sarebbe opportuno naturalmente rendere questa misura permanente e non datata. O perlomeno prorogandola al 31 Dicembre 2025. Nel contempo, dovremmo calibrare con attenzione dei meccanismi di salvaguardia per le piccole imprese per garantire che lo sconto in fattura non incida sulla loro liquidità.
Garanzia dei pagamenti immediati per i crediti già maturati dalle imprese per lavori eseguiti e, successivamente alla cessazione dello stato di emergenza, l’obbligo di emissione mensile di Stati di Avanzamento Lavori (Sal), con liquidazione degli stessi entro 7 giorni, l’immediata cantierizzazione dei lavori già aggiudicati con la semplificazione degli obblighi rispetto alle varie autorizzazioni di enti che spesso entrano in contrasto tra di loro.
Realizzazione, una volta superata l’emergenza, di politiche fortemente espansive a favore del settore che è quello in grado di mantenere maggiormente sul territorio gli effetti d’impulso. In particolare, fin d’ora si chiede l’approvazione del disegno di legge urbanistica in discussione in Consiglio Regionale con l’introduzione di un emendamento che riduca alla metà tutti i termini ed il diffuso ricorso all’autocertificazione professionale. Inoltre, il varo di una garanzia regionale per prestiti a medio termine (5 anni più 2 di preammortamento) sul circolante alle micro e piccole e medie imprese. L’apertura di un tavolo per la definizione rapida di ulteriori misure sia a livello regionale sia municipale.
Misure come, la definizione di nuovi protocolli sugli appalti, il rinnovo dei CCNL che premi la regolarità e la sicurezza dei rapporti di lavoro, l’ampliamento delle risorse pubbliche e la revisione delle regole che incentivino le imprese a ricapitalizzarsi per rafforzare la loro posizione patrimoniale.
I finanziamenti predisposti alle PMI si devono concretizzare con rapidità, il meccanismo da mettere in atto, deve essere sostanzialmente antiburocratico, le procedure devono essere molto snelle.
La battaglia si vince sui tempi. Se si organizza bene, si possono dare risposte in 24 / 48 ore (vedi sistema che sta adottando la Svizzera).
Nostre conclusioni
La vita lavorativa di un’azienda è composta dal 10% di cose che ti accadono e dal 90% di come si reagisce. Il settore delle costruzioni continua a rivestire un ruolo centrale nel sistema economico italiano e si conferma capace di offrire un rilevante contributo alla produzione e all’occupazione del Paese. Queste sono le prime azioni urgenti e indispensabili che chiediamo di attuare il più velocemente possibile.
Appaiono passaggi obbligati per sostenere il settore costruzioni, con impatti positivi sulla produttività, l’occupazione e i salari, interventi necessari per le imprese e per il lavoro, interventi non procrastinabili. Sono misure cruciali di cui il settore delle costruzioni ha bisogno per
sopravvivere e per continuare a contribuire alla crescita e all’occupazione dell’Italia tutta, nei prossimi mesi.
Chiudo ritenendo che ad una azione della pandemia sull’economia italiana, deve corrispondere una reazione rapida del legislatore in risposta e difesa della collettività.
CNA Costruzioni
Campania Nord
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