Sulle terrazze del circolo Posillipo il convegno “Bellezza, Cultura & Società: la triade vincente a difesa delle donne”, sull’impatto mediatico dell’immagine muliebreha messo a fuoco varie problematiche, grazie ai contributi dei tre relatori, il professor Silvio Smeraglia, l’avvocato Clelia Gorga, il dott. Fabio Palazzi e all’esposizione della straordinaria mostra fotografica di Sergio Goglia – fotoreporter e ritrattista di chiara fama – sulla bellezza femminile, gentilmente concessa dall’autore per l’occasione.
Il chirurgo plastico professor Silvio Smeraglia, parlando de “La bellezza come strumento di affermazione sociale” ha toccato il tasto dolente della sempre più giovane età dei pazienti che vogliono sottoporsi a degli interventi di medicina estetica, affidando a un sogno la riconciliazione con la propria identità: giovani e giovanissimi, insoddisfatti della propria fisicità, tentano di ritrovare attraverso la chirurgia plastica l’aspetto in cui si riconoscono, andando incontro spesso a delusioni che ne minano la già fragile personalità.“Spesso poi, le rappresentazioni stereotipate della bellezza femminile – ha dichiarato il noto chirurgo – al di là dell’impatto emotivo che possono suscitare, rischiano di incidere negativamente nelle giovanissime sulla percezione della propria femminilità e di creare seri problemi nella costruzione della propria identità.
Le pubblicità nazionali e internazionali, infatti, troppo spesso ripropongono immagini di donne magrissime o superdotate, con profusione di nudi per catalizzare l’interesse e promuovere la vendita e il consumo dei prodotti a cui esse sono abbinate: il marketing, privilegiando gli interessi economici, inserisce molto spesso la donna nel fenomeno pubblicitario e tende a strumentalizzarla ponendone in risalto soltanto l’aspetto estetico e le qualità materiali, valori effimeri destinati a scomparire con l’avanzare del tempo e a mostrare tutta la loro intrinseca crudeltà, quando nuove generazioni escluderanno le precedenti dalla scena mediatica.
Il rapporto tra corpo e bellezza, tra fisicità e spiritualità è l’indice più attendibile delle tendenze che dettano legge nell’immaginario collettivo, pilotate dai mass media e concentrate sul conseguimento di una forma fisica perfetta, da ottenere e mantenere ad ogni costo per trovare la propria affermazione sociale: gli adolescenti in particolare – già esposti ai cambiamenti fisici dell’età che suscitano in loro non pochi turbamenti – si trovano così a fronteggiare modelli di prestanza fisica che non li fanno sentire all’altezza di ciò che viene indicato come esempio da seguire e a cui, spesso, tentano disperatamente di adeguarsi ricorrendo a sproposito a diete estreme, sport estenuanti, interventi di chirurgia plastica, a mortificazioni del proprio Io che possono addentrarli oltre la soglia dei disturbi alimentari, fino a farveli sprofondare.”
L’avvocato Clelia Gorga, molto attiva nella difesa di clienti molestate in campo sessuale, ha parlato della violenza di genere, citando casi di cronaca tristemente noti, di donne maltrattate, picchiate e persino sfregiate con l’acido muriatico, individuando nei partner colpevoli di tali atti criminali la volontà di cancellarne l’identità sociale: “così, spesso le donne pagano a caro prezzo la colpa di essere belle e la voglia di libertà – ha affermato l’avvocato Gorga – finendo per vivere rinchiuse, lontano da affetti, famiglie e amici e soggette a continue violenze che talvolta giungono a conseguenze estreme. Oggi però, avendo preso coscienza del proprio valore, le donne si ribellano, fanno sentire chiara e forte la propria voce e crescono movimenti – sulla scia di #meto -che lottano contro la violenza sessuale sul genere femminile, spingendo case produttrici, brand famosi, marchi aziendali a riformulare la propria comunicazione. Auspichiamo, quindi, che i messaggi pubblicitari d’ora in poi siano più responsabili di ciò che veicolano e diventino consapevoli del portato di negatività che rovesciano su elementi ancora fragili, rimediandovi attraverso modelli di comunicazione più rispettosi delle identità personali, al passo con l’evoluzione dei ruoli nella società. Effettivamente la pubblicità, poiché riesce a incidere sulle opinioni dei consumatori circa uno specifico prodotto, potrebbe promuovere cambiamenti verso una società più paritaria fra uomini e donne e meno sessista.”
Il dott. Fabio Palazzi,titolare JetsetCapri, esperto del mondo mediatico e dei social, ha raccontato la sua esperienza di comunicatore, sottolineando la negatività dello sfruttamento dell’immagine femminile a fini commerciali. “La bellezza è sempre stata un argomento di riflessioni letterarie, filosofiche e di rappresentazioni artistiche – ha dichiarato l’influencer – come dimostra “La potenza della Bellezza” di Isocrate in cui lo scrittore greco narra la storia di Elena regina di Sparta e causa involontaria della guerra di Troia, per via del giudizio dato da Paride in merito al Pomo d’Oro della discordia: altresì possiamo affermare che l’idea della Bellezza è sempre stata dominante in varie culture e che le sue rappresentazioni sono mutate nel corso dei secoli. Analizzando l’utilizzo del corpo femminile attraverso il tempo, nelle arti figurative, nella ritrattistica, nella moda e nella pubblicitàsi evidenziano i cambiamenti del “comune senso del pudore”, la percezione del Bello e del Brutto, comeben riassume il testo di Umberto Eco “Storia della Bellezza” a cui fa da contraltare l’altro libro “Storia della Bruttezza” in cui si approfondisce il concetto di Estetica e dei suoi canoni.
L’oggettivazione del corpo femminile è ormai una costante in numerose campagne pubblicitarie, con nette connotazioni sessuali giudicate dalla pubblica opinione “umilianti” per le donne, censurate in quanto vietate dal codice di Autodisciplina Pubblicitaria, per l’erotizzazione della violenza, la volgarità e la svalutazione della dignità della persona”. Il dr. Palazzi ha approfondito la sua analisi anchein merito all’utilizzo – tra sfilate e set fotografici – di modelle anoressiche, androgine o lontane dai canoni della bellezza classica come Armine Harutyunyan, l’indossatrice armena di Guccisoggetta a un insistente body shaming, arrivando poi asottolineare non solo l’evoluzione dell’etica del consumatorema anche gli scandali sessuali alla ribalta delle cronache, il sistema ricattatorio – a cui frequentemente e nei settori più svariati in campo professionale, la donna deve sottostare per lavorare o fare carriera –che testimoniano efficacemente a quali abusi la bellezza sia soggetta e a quali pratiche sia piegata dalla contingenza.
Dopo un prelibato assaggio di frutta tropicale offerto dall’azienda partenopea Soleado e il cordiale congedo del presidente del circolo nautico dr. Enzo Semeraro e del Consigliere alla casa e ai Grandi Eventi Filippo Smaldone, gli invitati si sono recati al Cocktail culturale organizzato da JetsetCapripresso il famoso ristorante AkademiaCucina & More sul lago di Lucrino con il sottofondo della musica live di un trio d’archi e del fantastico trombettista TonyTrumpet.
LAURA CAICO
Nessun Commento