La V edizione del Materia Independent Design Festival – la più importante manifestazione del Sud Italia dedicata al design, ideata e organizzata da Officine AD degli architetti catanzaresi Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, con la direzione artistica di Antonio Aricò – sarà ricordata per le intense suggestioni provocate e donate anche a distanza, in una dimensione “sospesa”, come il filo conduttore di quest’anno.
Non era semplice ma la professionalità e la passione ripagano sempre e la qualità delle azioni realizzate ha avuto una risonanza mediatica eccezionale, a livello nazionale e internazionale.
Sul web sono impazzate le suggestive immagini legate all’evento, sostenuto dal Comune di Catanzaro, che coinvolge sempre in modo importante il capoluogo della regione Calabria, e che, com’è noto, si è svolto in questi giorni in una dimensione speciale, tra reale e immaginario.
Da un lato l’operazione “Big” con grandi nomi del design italiano e internazionale che sono stati coinvolti in speciali contaminazioni con il saper fare artigiano – Elena Salmistrato, Matteo Cibic, Tommaso Spinzi e Sara Ricciardi – e dall’altro l’operazione “Young” con i giovani designer under 40 che hanno partecipato da tutta Italia alla call lanciata. Tutti che hanno risposto con entusiamo al tema di quest’anno legato alla spiritualità.
E poi i talk, in versione digitale, con la curatrice e design advisor, Federica Sala, e con il fotografo di moda e design, Guido Taroni.
Ieri, al Complesso Monumentale del San Giovanni si è svolta la finale, seguendo le prescrizioni in materia di sicurezza anti Covid.
L’art director, Antonio Aricò, ha raccontato le importanti azioni realizzate per questa insolita ma coinvolgente edizione e la sua “Madonna viola” disegnata per Materia 2020.
A vincere la V edizione del Festival-Premio Guglielmo Papaleo è stata Valentina Mancini con Lucerna: l’antica lucerna romana, realizzata in marmo nero Portoro e rame, oggetto del quotidiano ma non solo, da sempre legata alla ritualità e al concetto di talismano. Oggetto che evoca una ritualità che invoca guida e protezione, benessere e prosperità.
<<Partecipare a questo Festival – ha affermato la vincitrice, tramite un videomessaggio – ha assunto un forte valore e significato perché ci ha permesso di riprendere le nostre attività e il nostro lavoro. Per noi designer emergenti Materia è diventata una realtà consolidata a livello nazionale ed internazionale, fonte di opportunità e nuove esperienze.>>
La menzione speciale “Sergio Mirante”, dedicata al giovane e brillante architetto scomparso lo scorso anno è andata a Stella Orlandino con “Segnacoli”: Nestoris, Loutrophoros, Lekythos, sono tre anfore realizzate artigianalmente e rappresentano una personale riflessione sugli oggetti apotropaici legatti alle sepoluture, la ritualità attorno ai manufatti che conducevano il defunto verso l’Ade. Una ricerca visiva dai tratti e palette cromatiche contemporanee, strettamente connessa alle tradizionali decorazioni dei ceramisti di Caltagirone.
Per Stella, “Antonio Aricò, Domenico Garofalo e Giuseppe Anani stanno portando avanti con coraggio un grande lavoro in un momento molto difficile. Condivido in piena il filo conduttore di Materia: la volontà di tutelare e valorizzare i valori e le tradizioni dei nostri territori, la voglia di mettere in risalto l’alta manifattura del Sud Italia”.
Durante la serata sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, Ivan Cardamone, il presidente del Consiglio Comunale, Marco Polimeni e il presidente dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro, Giuseppe Macrì.
Gli organizzatori e l’art director ringraziano l’azienda Domenico Cugliari, lo Studio F Atelier, l’azienda Edilmarmi Mazzotta, Maria Battaglia-Emme&Emme per le creazioni realizzate e poi il main partner Caffè Guglielmo, Porta Cosfer, Turco L’Arredamento, Cotto Cusimano, Stilenda, Le Mani Casa, Byblos Cafè, Sento, Dolci Momenti, Brjacom e Mke.
L’evento è stato sostenuto dal Comune di Catanzaro, con la collaborazione della Fondazione Rocco Guglielmo e dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro.
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