Sinossi spettacolo
Ciro Giustiniani è noto al grande pubblico per i suoi monologhi “casalinghi”, che guardano, cioè, il mondo attraverso la metafora delle quattro mura domestiche. La famiglia è al centro del suo mondo, la nonna, il fratello, gli zii diventano quasi figure mitologiche, paradigmatiche dei diversi modi di affrontare la realtà. I temi semplici sono resi universali dal modo di raccontarli. Mai alla ricerca della battuta semplice, Giustiniani vira sempre sulla trovata spiazzante e colorata. Cabarettista onomatopeico, lo spettacolo gioca molto sul suono delle parole e sulla spettacolarizzazione del gesto. Giustiniani mostra, più che raccontare. La sua italianizzazione del napoletano, e il modo velocissimo di muovere le mani rappresentano la sua cifra stilistica, e rendono la sua comicità spontanea e, apparentemente, non costruita.
I temi affrontati sono i più disparati, dall’organizzazione delle vacanze all’imbarazzo del funerale, dal rapporto di coppia a quello con i genitori. I suoi monologhi non hanno tempo, si servono del passato per spiegare il contemporaneo e del contemporaneo per giustificare il passato. La matrice di tutto è il sud, ma un sud in grado di farsi nord, perché l’Italia dei monologhi di Giustiniani è una continua contaminazione e non teme lo straniero, la crisi, la cattiva politica, ma è più spaventata dalla suocera, l’amico tirchio o dalla sorella della moglie.
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