BORGOMEO AL ROTARY NAPOLI NORD: IL SUD NON DEVE INSEGUIRE IL NORD


I problemi del Mezzogiorno. Neanche 14 lustri sono bastati a colmare il divario economico, finanziario, sociale e occupazionale fra Nord e Sud della nazione: questa la tesi sostenuta dal Presidente della Fondazione “Con il Sud” Carlo Borgomeo intervenuto al Circolo Savoia per svolgere l’interessante tema: “Perché il Sud è ancora indietro” nel corso della conviviale con Consorti del Rotary Napoli Nord presieduto dall’ingegnere Massimo Mazzola in Interclub con i R.C. Napoli Nord Est presieduto dal dr. Silvio Savoia e Napoli Sud Ovest presieduto dall’avvocato Ester Chica.
Immortalato dai flash del Delegato per Comunicazione e immagine del Rotary Napoli Nord Paolo Pisanti, il brillante conversatore, napoletano doc – che ha al suo attivo una lunga e articolata carriera in settori chiave della vita economica del Bel Paese e, in particolare, del Sud – ha accennato al suo considerevole curriculum, raccontando di essere stato per 14 anni Presidente della Società per l’imprenditorialità giovanile, gestendo gli interventi di promozione (legge 44) e di autoimpiego (prestito d’onore), oltre ad aver ricoperto il ruolo di Amministratore delegato di Sviluppo Italia, essere stato sindacalista della Cisl a Brescia, Roma, Napoli e ricercatore al Censis.
Ha aggiunto altresì di aver ricoperto l’incarico di Amministratore delegato della Società di Trasformazione urbana di Bagnoli, poi di Consigliere delegato di Fondosviluppo Spa, Fondo mutualistico della Confcooperative, creando anche una società di consulenza che si occupa di microcredito, di assistenza alla Pubblica Amministrazione, di piccole e medie imprese.
Inoltre, le cronache ci informano che Carlo Borgomeo, da sempre attento alle esperienze e alle problematiche del Terzo settore, ha varato progetti di inclusione sociale nel Mezzogiorno della cui realtà economica e sociale è un profondo conoscitore, come dimostra nel suo libro “L’equivoco del Sud” edito da Laterza: parlando, infatti, ai rotariani delle dinamiche socio-economiche del Mezzogiorno, ha spiegato che tanti interventi sbagliati della politica “hanno condannato il Sud a inseguire il livello di reddito del Nord, a importare modelli estranei alla cultura e alle tradizioni e a sviluppare, di fatto, una dimensione politica di dipendenza. Per ovviare a questo errore di fondo bisogna introdurre una logica di profonda discontinuità, a partire dalla consapevolezza della natura vera del divario. Il Sud è meno ricco del Nord, ma la distanza più grave è nei diritti di cittadinanza, nella scuola, nei servizi sociali, nella cultura della legalità. È da qui che bisogna ripartire, convincendosi che la coesione sociale è una premessa, non un effetto dello sviluppo.”
Ascoltato da una platea assolutamente concentrata sulle sue parole, Borgomeo ha accennato a tante possibili soluzioni che generino sviluppo economico, lavoro e crescita sociale come progetti di contrasto alle mafie, di welfare locale, accoglienza delle diversità, di lotta alla dispersione scolastica e formativa, di recupero delle bellezze, dei saperi e dei sapori del territorio. “Il Sud è la parte più svantaggiata del Paese, è necessario puntare sulle risorse umane e sulle idee e non sui mezzi finanziari: anche se l’impatto durissimo che ha avuto la crisi legata al Covid e poi all’emergenza bellica destano legittime preoccupazioni bisogna sbrigarsi a utilizzare le risorse messe a disposizione dal Pnrr se non vogliamo che esso si trasformi, per il Sud, in una grande occasione mancata”.
Il conversatore ha sottolineato come le politiche straordinarie per il Sud varate settantadue anni fa – che dovevano portare al superamento del divario – abbiano fallito, giacchè “Nel 1950 – a fronte di un Pil pro capite di un cittadino del Nord a 100 – il Sud era al 52,9%; adesso, dopo 70 anni è al 56,2. Quindi, in 72 anni la politica immaginata per il Sud non ha funzionato perché la cultura dello sviluppo – alla base di quelle iniziative politiche – è errata. Il sociale viene prima dell’economico. Se non c’è il capitale sociale, lo sviluppo economico non può arrivare. Io parlo di iniziative del Terzo settore da valorizzare perché è assolutamente necessario convincersi che questa è la premessa per lo sviluppo economico”, ha concluso fra gli entusiastici applausi e le tante domande dei rotariani che si sono protratte sino a tarda sera.

LAURA CAICO

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