Un monitoraggio serrato sul granchio blu per tenere sotto controllo la sua incredibile capacità riproduttiva e tenere alta l’attenzione anche durante i mesi invernali, quando cala l’attenzione generale sulle problematiche che derivano dalla sua diffusione. Questo l’obiettivo del lavoro di Genenvet, il laboratorio di Genetica Veterinaria del Dipartimento di Medicina Veterinaria e del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Napoli che dal mese di giugno 2023 sta realizzando uno studio sulla presenza del “granchio blu” nel litorale campano.
“Con l’inverno i granchi blu sono entrati in una sorta di “letargo naturale”, pronti a riesplodere nel 2024 al primo caldo“ spiega il professore Vincenzo Peretti, responsabile Genenvet che consiglia: “Sarebbe importante, come fatto in altre zone italiane, l’utilizzo in Regione Campania di specifiche nasse per monitorare la diffusione del granchio blu e la distribuzione della popolazione. L’obiettivo è capire in quale zona sono presenti le femmine così da ottimizzare la pesca”.
Per avere un dato attendibile della sua diffusione, Genenvet ha coinvolto sia associazioni che cooperative di pescatori. Sono state molte le segnalazioni di foto, video e “zona di prelievo”, arrivate all’indirizzo [email protected], anche di semplici cittadini, che hanno permesso di accertare la presenza della specie su tutto il litorale regionale.
L’invasione estiva nei mari italiani da parte del granchio blu (specie Callinectes sapidus), voraci predatori di molluschi, ha arrecato seri danni alla biodiversità marina a livello nazionale e mette a rischio la produzione di cozze, telline, vongole e cannolicchi (il crostaceo americano riesce ad aprirle con estrema facilità) lungo tutta la costa marina della Regione Campania.
Il granchio blu, originario delle coste occidentali dell’Atlantico, è arrivato nel Mar Mediterraneo agli inizi del 1940. L’impennata della specie si è verificata negli ultimi dieci anni interessando anche il Mar Nero e l’Atlantico orientale. La distribuzione puntiforme lungo le coste è ciò che ha permesso di ipotizzare l’introduzione involontaria attraverso le acque di zavorra. Il granchio blu è un vorace predatore con un’ampia valenza ecologica, che lo rende un potenziale invasore di successo. Alcune sue peculiari caratteristiche sono la grande resistenza alle escursioni termiche e di salinità, e gli alti livelli di fecondità.
“Il granchio blu – conclude Peretti- è arrivato qui attraverso l’acqua di stiva delle navi. Il suo habitat preferito è la zona sabbiosa e fangosa. Il maschio è tutto blu mentre la femmina presenta del rosso-arancione sulle chele ed è leggermente più piccola: il periodo dell’accoppiamento è fine estate e una sola femmina può produrre otto milioni di uova”.
UFFICIO STAMPA
Roberto Esse
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