Una mostra per celebrare l’esperienza e la storia di una creatività illuminata, per ricordare due gentiluomini del vetro, Carlo e Giovanni Moretti, la loro avventura imprenditoriale che ha saputo lasciare un segno ancora oggi indelebile e immediatamente riconoscibile.
Curata da Chiara Squarcina, Mauro Stocco e Marta Moretti, l’esposizione permetterà per la prima volta di presentare al pubblico la maggior parte dell’importante e cospicua donazione di oltre 400 opere della ditta Carlo Moretti, pervenuta al Museo del Vetro nel 2020 e che permette di ripercorrere in modo ricco, puntuale ed esaustivo le vicende storiche dell’azienda creata da Carlo e Giovanni Moretti nel 1958 e l’evolversi della sua fortunata produzione, fino al 2013, quando l’azienda è passata di mano.
Un’avventura che inizia, come da tradizione, con la creazione di vetri trasparenti e di bicchieri colorati, caratterizzati dalla ricerca costante di linee pulite ed essenziali, unita a innovazione tecnica e messa a punto degli strumenti di lavorazione. Da subito apparve chiara la loro volontà, ossia di lasciare un segno che fosse capace di dialogare con la contemporaneità, travalicando i confini dell’isola e cercando un respiro internazionale.
Due personalità diverse ma perfettamente complementari: Carlo dal gusto raffinato e colto, con il suo procedere per sottrazione sino al raggiungimento di una essenzialità formale che è diventata ben presto la sua firma, la cifra stilistica con cui ancora oggi è conosciuto nel mondo; Giovanni, invece, sensibile agli orientamenti del mercato e intuitivo anticipatore di gusti e bisogni, capace di creare la narrazione che meglio si potesse accompagnare ai loro prodotti, contagiando interlocutori e clienti nel suo entusiasmo.
All’inizio degli anni Sessanta la Carlo Moretti mette in produzione le prime serie di articoli in vetro bicolore (lattimo interno e colore esterno) e successivamente la fortunata serie dei Satinati, destinate ai grandi magazzini Bloomingdale’s di New York. Si avvia così il processo di affermazione dell’azienda sui mercati esteri. Cifra stilistica della Carlo Moretti è l’adozione di forme semplici e basilari e di linee essenziali per calici e coppe, composte per lo più da geometrie basate su cilindri e sfere.
Gli anni Settanta rappresentano per la Carlo Moretti il periodo di maggiore innovazione, che si manifesta anche nella ricerca tecnica volta al miglioramento della qualità della materia prima e nella volontà di affermazione di un preciso linguaggio espressivo. In questi anni si attua in azienda la ripresa del tradizionale cristallo muranese, che diventa un vero marchio di fabbrica per la Carlo Moretti, identificata con l’eleganza e la leggerezza dei suoi prodotti. Nascono allora straordinari progetti come il bicchiere Ottagonale del 1974 e l’Ovale del 1976.
Un momento di svolta nel repertorio formale si verifica nel corso degli anni Ottanta con i vetri che meglio identificano la produzione dell’azienda e la sua cifra stilistica: oggetti sobri in cristallo, di grande raffinatezza, spesso finiti a sola molatura, quali le serie Millemolature e Bande molate del 1984.
Sarà presente in mostra anche la celebre serie di Calici da collezione, lanciata in occasione del Natale 1990, frutto di un’intuizione di Giovanni Moretti. Ogni anno rinnovati nei colori, nelle forme e nelle decorazioni, i Calici ottennero subito un grandissimo successo commerciale.
Dal punto di vista delle creazioni più propriamente artistiche risale agli anni Novanta anche il progetto Monolite, sculture in vetro pesante ispirate al paesaggio urbano notturno di Manhattan, realizzate con una tecnica particolare di fusione nel forno termico.
Gran parte della produzione degli anni Duemila è caratterizzata dai vetri in pasta, in cui ogni oggetto è firmato a mano a punta di diamante, in modo da renderlo inconfondibile e unico.
Ora come allora, nelle loro creazioni affiora l’anima di Venezia, quella sua straordinaria capacità di essere al tempo stesso liquida e solida, trasparente e opaca, di essere una cultura e una società che si conserva e, al tempo stesso, che si lascia contaminare. Fluida come il moto alternato delle maree, come il respiro lavorato del vetro.
Dal 6 dicembre 2024 al 30 giugno 2025
Murano, Museo del Vetro, Spazio Ex Conterie
A cura di Chiara Squarcina, Mauro Stocco e Marta Moretti
Museo del Vetro
Fondamenta Giustinian 8
30141 Murano
Tel. +39 041 5275120
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