Festa di Montevergine: riti e credenze al Teatro Sannazaro


Lara Sansone – che, oltre a recitare, cura la regia di questo classico intramontabile – e tutta la squadra in scena al teatro Sannazaro coinvolgono il pubblico, in maniera effervescente, nella “Festa di Montevergine”, su musiche di Raffaele Viviani, elaborate da Paolo Rescigno. L’opera teatrale proietta lo spettatore all’interno di un’intensa atmosfera devozionale, tant’è vero che viene spontaneo, quando si entra a teatro, farsi il segno della croce. Almeno, vi assicuro, che a me è successo proprio così! Si è totalmente avvolti dall’aura di amore e speranza verso questa Madonna che sembra proteggere gli astanti – tutti noi – e seguirli con lo sguardo, confortandoli con il suo spirito materno. E’ possibile rintracciare varie anime rappresentate in maniera veritiera all’interno di questo lavoro: troviamo coloro che ascendono alla Madonna per devozione, per grazia ricevuta. Vengono da altri paesi e da altre regioni, affrontando un lungo cammino a piedi scalzi della durata di 7 giorni, che vede avventurarsi insieme vari membri e generazioni della medesima  famiglia, che agiscono in maniera coesa e solidale. Incontriamo la bimba che non digerisce e ha il mal di stomaco, la cui mamma è certa che l’intervento della Madonna sarà risolutivo, perché Mamma Schiavona ha già protetto suo marito durante due anni di guerra, non facendolo sfiorare dalle pallottole. Incrociamo un gruppo di giovani focosi e irriverenti che, tra frizzi e lazzi, con la loro esuberanza e gioia di vivere sono protagonisti della festa. Un circuito di personaggi che in questo particolare periodo riesce a sopravvivere meglio: c’è il boscaiolo che si improvvisa barista. C’è il taverniere che è del mestiere, da sempre custode dei segreti, delle chiacchiere e delle maldicenze del paese. Ci sono i mendicanti – finti miracolati dalla Madonna – che simulano  una disabilità e che durante la festa grazie al maggiore afflusso di persone riescono a racimolare qualche centesimo in più.
Questa rappresentazione personalmente mi ha ricordato le credenze e i riti  osservati scrupolosamente dalle mie nonne, per le quali il pellegrinaggio a Montevergine era una tappa fissa. Ma anche la voglia di ridere, di cantare e di ballare al ritmo delle nacchere, che unisce e pone sullo stesso piano persone appartenenti a classi sociali diverse. Al centro della narrazione, una vicenda tipica della commedia degli equivoci, sorretta da un tradimento. A momenti sicuramente esilaranti si alternano in controluce – com’era nel costume di Viviani – alcune tragedie.
Quella della donna che tradisce il marito, più anziano di lei, ma che in realtà cerca in questo rapporto illusorio un’effimera consolazione al non poter avere figli. L’uomo abbiente che, per un puro capriccio, ha lasciato fallire la sua attività, mandando in strada una serie di famiglie incolpevoli. La moglie di quest’ultimo, che si sente amareggiata, svilita, messa da parte. L’amico di tutti, che viene preso in giro, oggetto costante di scherno. Lo zimbello della situazione, canzonato anche dalla sua stessa moglie che lo tratta come un fenomeno da baraccone a tratti.
Proprio lui, però, dimostra di essere un amico davvero sincero – disposto anche a farsi prendere “a mazzate” – più saggio e consapevole degli altri.
Lara Sansone, nella sua interpretazione trascinante, riesce a mantenere in equilibrio i due piani: la parte più divertente della commedia degli equivoci e quella più malinconica e greve.
Tutti gli attori – sotto la sua direzione registica – danno il loro apporto in maniera vivida, riuscendo a ricreare lo scenario di una sentita festa patronale. Trasportano lo spettatore in un’epoca diversa – anche se la dimensione fideistica è atemporale – rendendola molto credibile e partecipata.
II  Sannazaro diviene montagna, tempio e piazza, con le luci della festa, i tavoli, le panche, gli arredi sacri e gli stendardi votivi.
Lo spettacolo possiede una serie di rimandi interni a classici intramontabili come “Miseria e nobiltà”, con il loro portato iconico.
“Che la Madonna – come ribadisce Lara Sansone – ci accompagni!”.
Tania Sabatino

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