“Agenti gravemente feriti in servizio, pallottole esplose durante un banale controllo stradale, la storia si ripete, quotidianamente. Ed arriva la solidarietà… a fiumi. Solidarietà agli Agenti, solidarietà all’intero Corpo della Polizia di Stato. Quella stesso Corpo che, contemporaneamente, continua ad essere criminalizzato in maniera pervicace, con processi sommari senza un reale contraddittorio, con le consuete operazioni sensazionalistiche che fanno leva sull’emotività, andando ben al di là dei singoli casi concreti e generando invece un diffuso, pericoloso ed ingiusto clima di sospetto e di sfiducia nei confronti di migliaia e migliaia di uomini e donne pronti a dare la vita per lo Stato e la cittadinanza. Al dolore per le ferite inferte ai due colleghi di Napoli, oggi, si aggiunge quello di sapere che solo quando è troppo facile e conveniente si rispolvera un vago senso di vicinanza e di comprensione per gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, per le persone che vestono divise ormai troppo scomode. Persone che conducono una lotta impari per la legalità e la sicurezza, senza mezzi, senza risorse, senza sostegno, ma sempre sotto la lente implacabile di chi attende quasi con ansia un loro errore per metterli alla gogna”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, all’indomani del grave episodio avvenuto a Napoli, dove due Poliziotti sono rimasti feriti in una sparatoria avvenuta durante il controllo di tre passeggeri che viaggiavano a bordo di uno scooter, i quali non si sono fermati all’alt degli Agenti e poi, dopo un breve inseguimento, hanno aperto il fuoco contro l’auto di pattuglia.
“Il nostro pensiero – insiste Maccari – va ai colleghi di Napoli, ed anche a tutti gli altri che ogni giorno, in Italia, danno fondo a tutte le proprie riserve di energia e non solo per tenere fede a un impegno non sufficientemente compreso ed apprezzato, e troppo superficialmente giudicato, fra difficoltà inimmaginabili ed in condizioni aberranti. In un contesto, insomma, nel quale, ora più che mai, ciascun Poliziotto scende in strada sempre più sulle spine, e sempre più con il cuore in gola, aspettandosi di ricevere una pallottola nel petto mentre chiede di vedere una patente, o di subire un processo per aver tentato di effettuare un arresto. Un contesto in cui ha un ottimo effetto pubblicitario parlare di telecamere piazzate qua e là, nelle strade, negli uffici, e persino su ogni singola divisa in circolazione… ma sapendo bene che si tratta solo di risposte politically correct di fronte ad atti di accuse infondati che meriterebbero ben altre considerazioni, e che non hanno nulla a che fare con la realtà”.
“La realtà – conclude il Segretario del Coisp – è che si pretende la perfezione da noi che, oltre ad essere comuni esseri umani, facciamo i conti con tagli e carenze che non ci consentono più neppure di riuscire a svolgere il lavoro ‘ordinario’, che non ci consentono di stare al passo con i tempi e con le nuove sfide che dobbiamo affrontare, che non ci consentono di stare al riparo neppure dai rischi e dai danni che sarebbero evitabili. Telecamere sulle divise? Almeno ci fossero le divise…”.
Coisp
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